sintesi

                                                                   EBRAISMO - DI HANS KUNG

 

11/11/2001 

La storia dell’ebraismo e’ una storia lunga e complessa, ancora oggi, dopo circa 3000 anni non si ha una panoramica chiara di questo popolo sfortunato che si e’ trovato coinvolto in situazioni in cui nessun altro popolo si e’ mai trovato.

Ebraismo, e’ un libro completo e appassionante, a tal punto che non mi ha permesso di fare delle riflessioni durante la lettura , tanto era profondo e degno di una lettura tutta di un fiato.

Ho cercato solo adesso di fissare alcuni punti essenziali del messaggio che Hans Kung vuole porgere all’umanità nel terzo millennio, epoca in cui la cultura e’ cambiata e quindi la storia si può analizzare e interpretare con un’ottica diversa.

Fondamentalmente le tre religioni monoteiste ( EBRAISMO – CRISTIANESIMO – ISLAMISMO) derivano da un unico ceppo, l’ANTICO TESTAMENTO. Inizia con Noè, primo profeta, (secondo la Bibbia) che ha avuto il primo incontro con Dio.

Poi Abramo, che e’ considerato il primo Patriarca nella storia delle religioni monoteiste. Sem, figlio di Noè da cui deriva il popolo semita e da qui il famoso termine antisemitismo, (cioè contro la fede degli ebrei), ma poi vediamo in seguito che questo termine già nella seconda guerra mondiale assume un significato diverso.

Ma torniamo all’evoluzione dell’ebraismo, abbiamo visto che Abramo e’ stato il primo Patriarca poi Isacco ed ancora Giacobbe. La storia della nascita dell’ebraismo quindi e’ scritta nella Bibbia e precisamente nel PENTATEUCO, i cinque libri del Vecchio Testamento che vanno da Noè fino a prima della nascita di Gesù,quindi fino a Mosè. Mosè altra figura molto importante nella storia dell’ebraismo in quanto testimone e depositario della legge  (TORA’) data da Dio sul monte Sinai. Questo e’ quanto possiamo dire in sintesi  come origine del popolo ebraico.

La prima riflessione che mi viene spontanea ed anche in riferimento al nostro tempo e’ il messaggio che Dio ha sempre dato nel Vecchio Testamento fino al tempo di Mosè e cioè la liberazione del popolo di Israele dalla schiavitù e la promessa di dare la terra su cui far vivere il popolo prediletto, e gli altri popoli??? Non sono degni anche gli altri popoli della terra ad essere prediletti o protetti dall’unico Dio? Perchè Dio non si e’ manifestato anche a popoli che ancora oggi non sanno neanche che esiste un’entità in cui credere? Domande di questo tipo ne troviamo tante nel Vecchio Testamento ed altrettante interpretazioni. Ma il punto cruciale a cui voglio arrivare e’ un altro, perchè dopo 3000 anni il popolo d’Israele non ha ancora una terra ??? Non ha trovato ancora la pace? Gli ebrei sono stati condannati non so da chi ad errare per secoli in tutto il mondo (DIASPORA) con persecuzioni di ogni tipo, torture, genocidi. Perchè il popolo degli ebrei deve essere così singolare nella storia dell’umanità??? In ogni modo a queste domande come dicevo prima non ci sono delle risposte certe. Molti studiosi di prestigio internazionale hanno cercato di dare risposta, ma ogni studioso da’ la sua risposta, diversa da ogni altro.

Hans Kung come anche Vittorio Messori colloca Dio in una posizione non perfettamente determinata,e con ciò mi riferisco alla nostra comprensione del razionale. Un Dio nascosto, un Dio in penombra che non interviene in cui però non si può non credere, per delle ragioni che poi avrò modo di spiegare. Una domanda legittima, e forse nel XXI secolo determinante che pone Hans Kung e’: dove era Dio nello sterminio di 6000000 di ebrei che sono morti senza neanche sapere la ragione della loro morte??? C’e’ un episodio in questo libro molto bello che e’ degno di essere ricordato, questo episodio e’ documentato da persone che sono riuscite a sopravvivere ai massacri  nei campi di sterminio, molte persone invocavano Dio pur consapevoli della loro morte. FEDE???

Si forse in tutta questa storia assurda ed incomprensibile all’uomo comune come pure allo studioso sfugge l’essenziale, IL VALORE DELLA FEDE.

Anche in questi momenti di terribile angoscia ed in questo caso, di sterminio di un popolo, Hans kung a giusta ragione, non risparmia neanche le critiche ad un Papa, Pio XII, che al tempo del fascismo era “sovrano” di Roma, rappresentava i cristiani nel mondo, ma con la sua debolezza o chissà per quale altra ragione, di fronte al fenomeno dell’olocausto, appoggiò la politica di Hitler.

Possiamo quindi considerarlo in questo contesto, complice e consenziente al genocidio degli ebrei.

Perché nella gerarchia rappresentativa del cristianesimo, non c’è stato nessuno ad ostacolare le mostruosità che il dominio fascista stava per compiere ???

Qui voglio soffermarmi un po’ sul fenomeno dell’antisemitismo inteso come persecuzione di un popolo ritenuto inferiore come razza. E’ assurdo pensare (o almeno per noi miseri uomini normali) che uomini come noi, figli della stessa natura, possono essere considerati inferiori. Ebrei che hanno vissuto, lavorato,studiato, dovevano essere soppressi per volere di un despota pazzo, ma qui bisogna aggiungere una cosa molto importante: era solo Hitler il despota pazzo? E gli altri che lo seguivano? Una ragione per spiegare questi orrori evidentemente ci sarà. Tantissima gente di allora credeva nel darwinismo sociale, nell’arianesimo, nella razza pura. Questo modo di pensare, questa filosofia politica derivava da alcuni pensatori del tempo come: Feuerbach, Marx, Nietzsche, Freud, che con la loro filosofia sul nichilismo, hanno tolto all’uomo del tempo ogni possibilità di rifugiarsi nella religione, perciò avere regole morali. Per Feuerbach Dio non era altro che una proiezione dell’uomo. Ma ci sono stati anche altri uomini che avevano  delle buone ragioni politiche per portare avanti un discorso di parità, di diritti sociali tra i popoli, nonostante fossero profondamente atei. Uno di questi è stato proprio Marx che ha sempre sostenuto che le religioni erano l’oppio dei popoli.

In un contesto così difficile, di politica di estrema destra e di estrema sinistra, l’uomo non riusciva a ritrovarsi in una collocazione religiosa e moralistica fino al punto che il nichilismo è sfociato nel darwinismo sociale cioè in quel fenomeno che portava automaticamente i seguaci di questa dottrina a credere in una super razza, non per selezione naturale, ma con la soppressione di tutti gli uomini ritenuti una “sotto razza”, ed è quello che è capitato agli ebrei. In realtà non era così, il popolo ebraico aveva l’unica colpa di credere in un solo Dio e di osservare in maniera ortodossa la TORA’, la legge che Dio ha dato a Mosè.

Gli ebrei sono stati da sempre lavoratori ed anche, se hanno accumulato del denaro, lo hanno fatto con i propri sacrifici. Il popolo ebreo è stato da sempre succube degli altri popoli, al punto che se un ebreo emergeva socialmente, gli veniva impedito di proseguire nella sua ascesa.

 

DIASPORA – SIONISMO

Diaspora – termine greco che significa “ dispersione “ sono detti gli appartenenti alle comunità che vivono fuori Israele. La diaspora incominciò con la deportazione a Babilonia sotto Nabucodonosor nel 586 a.c. – Molti ebrei rimasero a Babilonia, alcuni ad Alessandria, altri in Asia minore ed Europa meridionale, alcuni giunsero a Roma anche come prigionieri di guerra dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.c. – Dall’Italia gli ebrei si diffusero in tutta l’Europa dove erano conosciuti come Ashkenaziti mentre con il nome di Sefarditi si indicavano gli ebrei stanziati in Palestina, Turchia e Balcani.

Il Sionismo è il fenomeno del movimento migratorio verso la terra d’origine dopo la nascita dello stato d’Israele nel 1948 – Sionismo ( riunificazione degli ebrei )’. Sorto nel XIV secolo, culminò nel 1948 con la nascita dello stato d’Israele . Il nome  del movimento deriva da Sion, la collina su cui era edificato il tempio di Gerusalemme.

La nascita del sionismo ebbe inizio nella seconda metà del secolo XIV quando in Germania e in Austria emersero dei partiti che facevano dell’antisemitismo una componente essenziale del loro programma di persecuzione degli ebrei. Fu proprio l’olocausto lo sterminio degli ebrei nella seconda guerra mondiale da parte dei nazisti a convincere l’intera comunità ebraica occidentale della necessità di creare un forte stato ebraico. Oggi il sionismo si basa su due principi: la sicurezza dello stato d’Israele e il diritto di ogni ebreo a stabilirvisi.

Impero Ottomano – Organismo statale governato dalla dinastia Turca Ottomana a partire dall’inizio del XIV secolo fino al 1922 – Abbracciava tre continenti, il centro dell’impero era la Turchia , parte dell’Algeria – Il potere Ottomano si estendeva anche all’Ucraina e alla Russia meridionale.

L’arrivo dei primi pionieri coincise con lo smembramento dell’impero Ottomano, lo stato d’Israele non cercò di costruirsi contro o a scapito degli arabi di Palestina, quanto contro un occidente che rifiutava gli ebrei. L’idea sionista venne percepita come estranea alla regione e legata invece al colonialismo. L’idea principale del sionismo era l’aspirazione al ritorno in patria ancestrale, la Palestina. Questo progetto incontrò da principio delle forti resistenze all’interno del mondo ebraico, nella misura in cui il movimento insisteva sul carattere nazionale più che religioso dell’ebraismo.

Il sionismo rimase a lungo minoritario e vivacemente osteggiato: per l’ortodossia religiosa questa impresa laica era infatti sacrilega, poiché subordinava l’identità ebraica a un progetto politico e pretendeva di far sorgere una nazione prima della venuta del messia, ma solo dopo le persecuzioni hitleriane il sionismo apparve come un’ancora per la salvezza degli ebrei. Nel 1945 l’opinione pubblica di tutto il mondo fu sconvolta dalla scoperta dei campi della morte. Finalmente il sionismo aveva acquistato la sua legittimazione.

Ma purtroppo il sionismo è nato in un periodo dove in una sola terra vi era già un’altra popolazione, scoppiò cosi un conflitto arabo sionista prima e arabo palestinese poi. Questi conflitti sono nati in conseguenza al fatto che, la popolazione  che occupava già la Palestina, aveva le sue radici etico sociali e religiose e quindi non permetteva che tutti gli ebrei immigrati prendessero parte della sua  terra per poter sopravvivere. Nel 1891 fu lanciato un vero e proprio grido dall’allarme con il quale si chiedeva al Gran Visir di proibire agli ebrei di entrare in Palestina e di comprarvi delle terre . L’afflusso di ebrei era ancora lontano dall’essere continuo e il sionismo era ancora poco strutturato; eppure la popolazione palestinese cominciava già a prendere coscienza dei due problemi politici fondamentali che l’immigrazione e l’acquisto di terre ponevano. Nel 1908 scoppiarono violente sommosse e si costituì in Galilea una prima forza di autodifesa ebraica. Il progetto separatista , che era alla base del sionismo, trovava il suo corollario e il suo prolungamento in Palestina, e questa volta era applicato non contro l’occidente antisemita ma verso la popolazione locale, sulla cui terra stava prendendo piede una società parallela, conquistandola perché più dinamica. 

La situazione di adesso, per concludere questa fase molto delicata e’ che si avvicendano sempre nuovi capi di governo con nuove proposte, ma fondamentalmente le cose non possono cambiare, tutto gira attorno alla teocrazia che produce situazioni sempre più incandescenti e i popoli vanno verso l’intregralismo e il fondamentalismo più esasperato fino ad arrivare ad un punto di non controllo:  il terrorismo di matrice etico religiosa. Tutto è basato sulle regole religiose prese alla lettera, non come nel mondo occidentale che la cultura moderna ha dettato delle regole morali nello stato e separatamente regole morali per la religione. Un esempio emblematico lo abbiamo da noi in Italia: lo stato approva il divorzio e la lotta per la contraccezione, la religione lo vieta, ma ognuno è libero di scegliere secondo la propria cultura, da noi viene chiamata libertà democratica. Quando i popoli del mondo che si trovano in questa situazione avranno abbastanza cultura per affrontare  l’età postmoderna, forse si uscirà da questa complessa fase etico sociale e si arriverà ad un rapporto tra i popoli sicuramente più armonioso. Un timido fenomeno di questo tipo lo possiamo riscontrare negli Stati Uniti d’America, dove proprio in questo ultimo periodo di guerra con l’Afganistan si è parlato molto di popoli di etnie diverse, che riescono a convivere tra loro anche negli stessi quartieri, malgrado cultura e religioni diverse. Potrebbe essere un inizio del processo di occidentalizzazione o globalizzazione culturale che coniuga appunto cultura e tecnologia per una convivenza pacifica.                                                                                  

Ci sono stati uomini molto validi a sostenere la causa degli ebrei quindi dei diritti dell’uomo, perché proprio questo è il punto, gli ebrei prima di essere ebrei sono uomini, come tutti gli altri.

Uno di questi è stato Papa Giovanni XXIII che con il suo perseverante atteggiamento a favore del popolo ebraico, ha sempre cercato di capire e unificare la causa di tutte le altre religioni monoteiste, un ecumenismo un sincretismo di cui avrò modo di parlare in seguito.

Un altro uomo illustre che dedicò la sua vita alla teologia e che tentò di riconciliare gli ebrei con le altre religioni fu Martin Lutero. Colui che, di fronte alla crisi radicale che aveva investito il modello cattolico romano della chiesa bassomedievale, proclamò con forza profetica la visione di un nuovo paradigma riformato dalla cristianità; ritorno al vangelo delle origini; infatti il riformatore dopo l’anno decisivo 1517, era convinto che in questa nuova costellazione e con il vangelo da lui ora riscoperto e liberato da tutte le aggiunte romane fosse iniziata una nuova ultima epoca anche per gli ebrei . E così Lutero si presenta come l’avvocato degli ebrei,  cerca di portare gli ebrei verso il cristianesimo, verso quella teologia più tollerante ed evangelica che era rappresentata da Gesù Cristo, un ebreo come loro, ma il rifiuto continuo e costante da parte dei rabbini fecero crollare in Lutero quella voglia di aiuto.

A questo proposito voglio delineare un profilo della singolare vita sociale-religiosa degli ebrei, anche per cercare di capire alcune delle ragioni, che probabilmente hanno indotto altri popoli a considerare gli ebrei un popolo così insolito.

La donna non può chiedere il divorzio, ciò e’ consentito solo al marito. Una donna sposata per esempio, resta legata al marito anche quando questi fosse scomparso o l’avesse abbandonata, le donne in questo stato sono stimate tra le 8000 e 10000. Anche nella vita pubblica di Israele le donne sono disperatamente sottorappresentate, attualmente dei 120 membri della rappresentanza amministrativa soltanto 7 donne occupano un ruolo importante e  una sola donna si trova tra ministri e vice ministri, benché le donne siano tenute a prestare  servizio militare. I motivi di lamento da parte delle donne sono innumerevoli, non ultimo il trattamento pregiudizievole che ricevono nei tribunali rabbinici, composti esclusivamente da uomini, dove i rabbini ortodossi fanno aspettare donne in situazioni di necessità anche 10 – 20 anni, prima di costringere i mariti a concedere il divorzio. In materia di divorzio sono ancora in vigore leggi vecchie di 2000 anni, patriarcato quindi invece che parità di diritti.

Comunque il problema delle donne non e’ esclusivo solo degli ebrei, nella chiesa cattolica romana si tiene la donna in una condizione di inferiorità, come testimoniano il divieto per le donne del servizio all’altare e dell’ordinazione al sacerdozio, ma anche l’atteggiamento negativo nei confronti della contraccezione e del divorzio.

Benché già nella prima pagina della Bibbia sia detto che l’uomo è stato creato a immagine di Dio, e precisamente come maschio e femmina, l’ebreo ortodosso nella sua preghiera del mattino ringrazia ogni giorno Dio per non averlo creato donna, ancora oggi una donna non potrebbe leggere in pubblico la Torà e le donne non possono neppure formare il numero necessario allo svolgimento di una celebrazione liturgica, per la quale secondo la concezione ortodossa occorrono almeno 10 uomini. Ancora nelle sinagoghe ortodosse viene rigorosamente rispettata la separazione fisica di uomini e donne. 

La legge di Dio è stata cambiata dall’uomo.

E’ una frase su cui è basato questo libro, riporterò alcuni dei cambiamenti che nell’ebraismo e non solo, l’uomo attraverso il tempo ha cambiato arbitrariamente.

Dalle tavole di Mosè (TORA’) i famosi dieci comandamenti che Dio ha dato a Mosè,gli ebrei hanno elaborato prima la MISHNA’, scritta in ebraico (2000 a.c.), comprende, senza distinzioni tra diritto sacro (religioso) e diritto civile (profano) . 63 trattati raggruppati in 6 sezioni principali (ordini) per lo più tematiche: << festività >>  << origini >>  << donne >>  << danni >>  << cose sacre >> (sacrifici, giuramenti, prescrizioni alimentari, purificazioni cultuali). Solo un trattato (padri) è di contenuto non legale, edificante.

Seconda fase TALMUD

Nei tre secoli seguenti – si tratta dell’enorme lavoro di molte generazioni – anche la MISHNA’ viene a sua volta commentata – e precisamente in due centri di studi: in Palestina, ma soprattutto in Babilonia.

Ciò avvenne mediante la GHEMARA’ (ebraico <<complemento>>) composta in numerosi dialetti aramaici. GHEMARA’ e MISHNA’ poi formano insieme il TALMUD ( studio, dottrina) .

Il TALMUD è dunque , al di là di tutti gli ampliamenti edificanti, semplicemente un gigantesco commento alla MISHNA’, nella misura in cui i trattati di questa sono ancora rilevanti dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme. Esso si è imposto universalmente nell’ebraismo .

Nel TALMUD si contano 613 precetti, di cui 365 divieti.

Dio ha dato solo i DIECI COMANDAMENTI , come può un popolo convivere nell’età postmoderna con 365 divieti?

Ma questo non succede solo nella religione ebraica , se si pensa al divieto cristiano cattolico sulla contraccezione appoggiato da Giovanni Paolo II vuol dire che anche questo Papa ignora la gravità delle numerose nascite, soprattutto nel terzo mondo dove non esiste il controllo sulle nascite. Un caso eclatante si verifica per colpa della religione cattolica in Polonia, vedi pag. 687.

Da alcune indagini si evidenzia che al tempo di Cristo vivevano sul nostro pianeta circa 200 milioni di persone – al tempo della scoperta dell’America 500 milioni – verso la metà del secolo XVIII, 700 milioni – con la rivoluzione industriale 1830, circa 1 miliardo  - raddoppia nel 1925 ed un nuovo raddoppio nel 1975 con 4 miliardi – alla fine del 2000 circa 6,4 miliardi – si prevede che nel 2025 saremo 8,5 miliardi. Da tutto questo anche Giovanni Paolo II non ha imparato niente. Si limita a tacere su questo problema fondamentale dell’umanità. 

Una distinzione molto evidente tra la religione ebraica e quella cristiana è che gli ebrei non accettano Gesù Cristo come figlio di Dio, non ammettono la Trinità. Qui abbiamo a che fare con la questione  più difficile che divide i cristiani e gli ebrei, perché gravata da pregiudizi e fraintendimenti quasi insuperabili. E quanto sia difficile esprimersi qui senza che si generino equivoci è dimostrato ancora una volta chiaramente proprio dalla chiarificazione , fondamentalmente positiva, della conferenza episcopale tedesca sul rapporto << tra chiesa >> ed ebraismo. Oggi anche autori ebraici scoprono l’appartenenza ad Israele di Gesù . e chi incontra Gesù Cristo , incontra l’ebraismo. Ma ancora è ben lungi per una unificazione ed un riconoscimento in Cristo come figlio di Dio sono ancora troppe le cause che tengono divise le due religioni .

Ma a questo punto voglio evidenziare il vero messaggio che questo grande autore lancia all’umanità.

Non c’è pace tra le nazioni senza pace tra le religioni – non c’è pace tra le religioni senza dialogo tra le religioni – non c’è dialogo tra le religioni senza una ricerca sui fondamenti delle religioni.

Su quest’ultimo appello sulla unificazione etico morale di Hans Kung mi vengono in mente gli ultimi sviluppi della guerra in Afganistan – in varie parti del mondo convivono pacificamente popoli di diverse etnie e religioni diverse in maniera armoniosa come se fossero un unico popolo, questo vuol dire che non è un’utopia il convivere anche con una religione diversa. Il valore di fondo della morale può essere uguale per tutti a prescindere dalla propria religione. Tutte le religioni si battono per la sofferenza dei bambini, vecchi e deboli, per la fame nel mondo, perché non abbandonare l’idea della guerra e ascoltare quello che la Bibbia – il Corano – il Vangelo insegna?

Tolleranza tra i popoli. Nel trattato di Camp David  formulato dall’ONU per la pace in Medio Oriente, Israele chiede terra in cambio di pace. Non bisognerebbe cedere all’aggressività e all’ostinazione, ma si dovrebbe impiegare il denaro in ricostruzioni di case, industrie, strutture sociali, scuole pubbliche rinunciando ad  investire ingenti quantità di soldi in armamenti.

Si e vero! E’ molto facile teorizzare, può essere considerata una utopia , ma è l’unico modo per avvicinare tutti i popoli ad una vita più semplice e meno complessa di quella di oggi, attraverso la tolleranza e il perdono. Saper perdonare potrebbe essere la chiave per una pace duratura  per tutti i popoli.

Possiamo trarre insegnamento dagli episodi degli ultimi decenni – crollo del fascismo – crollo del muro di Berlino – crollo del comunismo – nascita di associazioni umanitarie –unificazione dell’Europa che scongiura guerre – costituzione dell’ONU – primi tentativi di coalizione mondiale

Si và quindi verso una globalizzazione della cultura che non deve essere pura utopia, ma realtà concreta. Ed è quello che Hans kung con questi messaggi forti porge all’umanità come speranza per un mondo migliore.

 

BIBLIOGRAFIA