EROTISMO E SESSUALITÀ NELLA BIBBIA |
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Pio XI, nell’Enciclica Casti Connubii (III, p. 888), così proclama: “Il coito coniugale per essere ‘secondo natura’ deve essere diretto alla generazione della prole, coloro che nell’usarne lo rendono studiosamente incapace di questa conseguenza operano contro natura, compiendo un’azione turpe e intrinsecamente disonesta”. Nel Vecchio Testamento non è cosa eccezionale trovare dei passi che oggigiorno potrebbero essere definiti censurabili e sicuramente peccaminosi. Contro ogni logica umana. Promiscuità sessuale nella stessa famiglia, incesti vari, atteggiamenti lascivi, complicità e incoraggiamento da parte del marito (Abramo) o padre (Lot) che mettono a disposizione di altri uomini le grazie di mogli e figlie; offrire le proprie grazie a sacerdoti e fedeli come segno di spiritualità; possedere più di una moglie e concubine (Isacco, Esaù, Giacobbe; addirittura Salomone ebbe 700 mogli e 300 concubine e tutte principesse, incoraggiamento alla omosessualità secondo il Cantico dei Cantici); rapporti omosessuali maschili (Gionata e Davide) e femminili (Ruth e Naomi); l’esaltazione della virilità maschile (vedi come simbolo la verga di Mosè e di Aronne, che in seguito, debitamente trasformata, diventa simbolo di potere divino nelle mani di Papi e Vescovi: il Pastorale): sono solo alcuni degli atteggiamenti discutibili che si possono riferire ai principali personaggi biblici.
Abramo e il Faraone Gn 12,10: Abramo, insieme alla moglie Sara, e suo nipote Lot, scappati da Canaan per la carestia, vanno in Egitto sperando di trovarvi condizioni di vita più accettabili. Entrando in Egitto, Abramo, accortosi che il Faraone, aveva messo gli occhi sulla moglie, la prega, considerando che era molto avvenente e desiderabile, di non dire agli Egiziani che lei era la moglie, ma che era solo sua sorella; altrimenti gli egiziani sapendola sposata, avrebbero potuto ucciderla. Sara ubbidì e, arrivati alla corte del Faraone, fu presa da questi, con l’assenso e l’accordo di Abramo, per la sua avvenente bellezza e la sua formosità. Sara, sempre col consenso del marito, divenne l’amante del Faraone. In cambio dei suoi favori, Abramo ebbe come regalo pecore, buoi, asini, cammelli e servitori. Oggi questi mariti come vengono chiamati?
Abramo e Agar Gn 16,1 Sara, moglie di Abramo, essendo sterile e non potendogli dare figli, spinse Abramo tra le braccia della sua schiava egiziana Agar, così da avere con lei una discendenza. Così fu, ma appena Agar restò incinta di Abramo, Sara divenne gelosa e scacciò da casa Agar. Ma convinta dal Signore, Agar ritornò da Abramo e partorì un figlio di nome Ismaele. Allora Abramo aveva 86 anni.
Gn 17,16 Il Signore evidentemente ripensò a cosa aveva fatto a Sara e Abramo, e disse ad Abramo, ornai dell’età di 100 anni, che sua moglie avrebbe partorito un figlio. Abramo ci rise sopra: “Come posso avere un figlio se ho 100 anni e Sara 99?” Ma al Signore, niente è impossibile, e così nacque Isacco.
Lot e le figlie Gn 19,1-8 Arrivarono a casa di Lot due angeli e furono accolti preso la sua casa. Durante la notte, i sodomiti bussarono alla porta e dissero a Lot che volevano i due forestieri perché volevano soddisfare sessualmente le proprie voglie con questi. Lot li pregò di soprassedere a questi desideri, dando invece in cambio le grazie delle sue due figlie ancora vergini; invitandoli a soddisfare le proprie voglie con loro come meglio credevano, purché risparmiassero i due ospiti. I Sodomiti si arrabbiarono e minacciarono di distruggere la casa. Lot, allora, andò a svegliare tutti i familiari invitandoli a fuggire e a non voltarsi mentre scappavano, dato che da lì a poco, il Signore avrebbe distrutto l’intera città. Questi fuggirono e il Signore distrusse la città, ma la moglie di Lot incuriosita si voltò, provocando le ire del Signore, il quale la fece diventare una statua di sale (19,26). Mentre Lot e le due sue figlie erano nascoste in montagna, una delle figlie disse all’altra che, dato che non c’erano altri uomini disponibili in quel territorio, per avere una discendenza si dovevano accoppiare col loro padre (Gn 19,30). Così si unirono al padre una per notte, rimasero incinte e partorirono rispettivamente Moab, che sarebbe diventato capostipite dei Moabiti, e il Figlio del mio popolo, che sarebbe stato il capostipite degli Ammoniti.
Abramo e Abimelek Gn 20,2. Abramo offrì di nuovo la moglie Sara al re di Gerar, Abimelek, presentandola ancora come sua sorella, per avere gli stessi privilegi ottenuti dal Faraone (greggi, armenti, schiavi e mille pezzi d’argento). Evidentemente la lezione egiziana non gli era servita. Ma stavolta Iddio, intervenne e impedì questo rapporto peccaminoso, e punì Abimelek. Questo poveraccio si difese con Dio, dicendo che lui era in buona fede dato che Abramo gli aveva presentato Sara come sua sorella. Pure Sara confermò questa tesi, quindi non era lui da punire in quanto in buona fede, ma Abramo che invitava la moglie consenziente a prostituirsi. Ma Abramo, anche se si era reso ancora una volta colpevole di sfruttamento della prostituzione, fu graziato di nuovo da Dio. (…i soliti raccomandati!).
Riflessione: Ma come? Abramo che fa prostituire la propria moglie senza subire quella che dovrebbe essere la severa giustizia di Dio? Ma Abramo non fu il solo a cedere la moglie in cambio di qualcosa. Nella Bibbia ci sono diversi altri casi dove si trova lo stesso comportamento, e cioè quello di cedere le grazie della propria moglie per avere in cambio benefici, come ad esempio quello di Esaù, che cedette la figlia primogenita per un piatto di lenticchie (Gn 25,29); o Isacco che, visto l’esempio del padre Abramo, volle fare la stessa esperienza (Gn 26,6-11) cedendo la propria moglie al re Abimelek.
Ancora, secondo Gn 22,20, Nacor, fratello di Abramo ebbe diversi figli con la concubina Reuma (Tebach, Gacam, Tacas, e Maaca) e altri otto figli con l’altra concubina (Uz, Buz, Kemuel, Aram, Chesed, Azo, Pildas, Idlaf e Betel); secondo Gn 25,1, Abramo ormai centenario, dopo la morte della moglie Sara, si risposò con una che si chiamava Chetura e da questi ebbe un’altra diecina di figli; secondo Gn 30,1, Giacobbe sposò le due sorelle Rachele e Lia, che una volta scopertesi sterili, acconsentirono affinché il marito si coricasse con le schiave Bilhah e Zilpah e con loro procreasse. Ma una sola donna non era sufficiente per calmare i bollenti spiriti a questo Giacobbe?
E cosa dire di questa Bilhah che era amante di Giacobbe e contemporaneamente di suo figlio Ruben (Gn 30,15) o di Rachele che resta incinta nientemeno che con l’aiuto dello stesso Dio (Gn 30,22)? Gn 38,1-10 Il figlio di Giuda Er sposò Tamar, ma il Signore fece morire Er perché non gli era simpatico. Allora il padre di Er, Giuda obbligò l’altro suo figlio Onan ad accoppiarsi con la moglie del fratello morto, per dare una discendenza al fratello; ma Onan sapendo che la prole sarebbe stata considerata come discendenza non sua ma del fratello morto, ogni qualvolta aveva rapporti sessuali con la cognata Tamar disperdeva lo sperma per terra (ecco da dove deriva il termine “onanismo”). Per punizione il Signore fece morire pure lui e allora Tamar ritornò da suo padre. Giuda nel frattempo era divenuto vedovo per la morte della moglie e per strada incontrò Tamar che si era travestita da prostituta per vendicarsi. In cambio di un capretto e un pegno, Tamar concesse le sue grazie a Giuda, che era poi suo suocero; rimase incinta di due gemelli, che al momento del parto fecero a gara per uscire dall’utrero della madre (Gn 38,27).
Certo che la famiglia di Abramo non si può di certo dire che sia stata una bella famiglia, infatti: - Abramo vende la propria moglie al Faraone. - Abramo, accogliendo l’invito della moglie di andare a letto con la sua schiava, ha un figlio con questa. - Lot, suo nipote, prima offre le grazie delle sue figlie ai sodomiti e poi le mette incinte. - Isacco, figlio di Abramo, vende la moglie Rebecca bella e avvenente al re Abimelek in cambio di regalie. - Giacobbe nipote di Isacco ha due mogli che fra loro sono pure sorelle. - Reuben, figlio di Giacobbe, va a letto con la concubina del padre. - Giuda, l’altro figlio di Giacobbe, ha due figli dalla nuora.
Non c’è che dire! Una bella famigliola e nel conto non ci abbiamo messo quello che succede a Sodoma e Gomorra dove un padre, dopo aver offerto la verginità delle proprie figlie, poi lui stesso li mette incinte.
Gdc 19,22 Il prete d’Efraim si fermò a Gaza, e quando una gran folla di sodomiti voleva il prete per sfogare le proprie voglie, il padrone di casa per salvare questo prete offrì a questi, affinché si potessero sfogare come meglio credevano, le grazie della concubina. Dopo una notte di passione erotica e per la violenza subita da quella masnada, questa morì. L’indomani il suo sposo tagliò il corpo di questa in dodici parti e ne mandò un pezzo a ogni tribù d’Israele.
Lv 12 Se una donna viene fecondata e partorisce un maschio è impura per sette giorni. All’ottavo giorno deve circoncidere il bambino e col sangue si purificherà per 33 giorni; se invece partorità una femmina è impura per due settimane.
Lv 15,2 Chi avrà lo scolo è impuro, e pure impure saranno tutte le cose che toccherà. Per purificarsi oltre a lavarsi all’ottavo giorno deve dare al sacerdote due colombe e due tortore.
Lv 15,19 Una donna che ha il flusso di sangue resterà impura per sette giorni. È impura la sedia dove si siederà, tutto ciò che tocca e chi avrà a che fare con lei sarà impuro per sette giorni;
Lv 18 Nessuno scopra le nudità di un parente qualsiasi. Non ti avvicinerai a una donna mestruata; non giacerai con un uomo, o con un’animale.
Lv 20,18 Se due poveri disgraziati faranno all’amore durante il periodo mestruale, siano messi tutte e due a morte.
Lv 21,3. I sacerdoti che hanno una sorella vergine e che non hanno conosciuto uomo, possono rendersi impuri.
Lv 21,7 I sacerdoti non prendano in moglie prostitute o una donna scacciata dal marito. E allora il celibato dei preti da dove è uscito fuori? Inoltre i versetti 13 e14 sono ancora più espliciti: “Un sacerdote sceglierà la moglie fra le vergini; non prenderà in moglie una vedova”.
Lv 21,9 Se la figlia di un sacerdote si disonora prostituendosi, disonora suo padre. Sia bruciata.
Nm 5,11 Se un uomo dubiterà della fedeltà della moglie, esso condurrà la moglie dal sacerdote e farà un’offerta di due chili di farina d’orzo; se hai giaciuto con un uomo ti si gonfi il ventre e avvizzisca il sesso. Immaginiamo se veramente fosse stato Dio a dare quest’ordine. Avremmo chiese piene di farina e moltissime donne col ventre gonfio. Questa è la dimostrazione logica che non può essere stato Dio a far scrivere queste cose.
1 Sam 1,1 Elkana aveva due mogli e sostituì la sua prima moglie Anna che era sterile con l’altra moglie Peninna. Fu così che nacque Samuele.
2 Re 18,27 “Gli uomini che sono sulle mura saranno ridotti a mangiare i loro escrementi e a bere la loro urina;
Ct 2,3 “Alla sua ombra con gioia mi siedo e il suo frutto è dolce al mio palato”… “Portami nella cantina, piantami il tuo stendardo, amore”;
Gal 5,12 “Ah, si facessero castrare.”
Ez 16,7-40 “Crescesti, arrivasti alle mestruazioni, le tue mammelle si rassodarono e giungesti alla pubertà. Eri nuda e io ti coprii e fosti mia. Diventasti una grande prostituta […] ad ogni incrocio ti prostituivi, hai allargato le gambe ad ogni passante…ti sei prostituita agli egiziani, i tuoi vicini dal grosso membro…”
Ez 23,20 “Spasimò con i suoi concubini, la cui corporatura è come quella degli asini e il cui membro è come quello dei cavalli.”.
1 Cor 7,33 Questo passo spinge i coniugi ad essre benevoli sessualmente uno con l’altro: “Chi è sposato si preoccupa… come possa piacere alla moglie… La donna sposata… come possa piacere al marito”.
Simboli sessuali e scene erotiche ancora oggi si trovano in alcune chiese in Francia e in Spagna. A Ciudad Rodrigo la cappella di un convento è vietata alle donne: nel coro ligneo i braccioli degli stalli sono a forma di fallo maschile. In Italia a Gubbio nella chiesa di S:Maria Novella c’è un affresco che sembra una scena da Kamasutra. In un portale del duomo di Tra sacco (L’Aquila) un pene di notevoli dimensioni si congiunge, al punto della chiave, con una figura femminile a gambe divaricate.
Omosessualità nella Bibbia Rm 1,27 Le loro donne scambiarono il rapporto sessuale naturale con quello contro natura; ugualmente gli uomini, lasciato il rapporto naturale con la donna, bruciarono il desiderio gli uni verso gli altri.
1 Cor 6,9 Non illudetevi: né gli impuri, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i depravati…erediteranno il Regno di Dio.
Papa Giovanni Paolo II: “L’omosessualità è un disordine morale inammissibile”.
È convinzione comune pensare che la Bibbia sia un coacervo di pregiudizi omofobi, di condanne all’omosessualità e anatemi contro i rapporti sessuali sia etero che omo. Ma le cose non stanno proprio come si vuol fare credere; perciò addentriamoci, con molta cautela, in questo cunicolo misterioso, col solo scopo di conoscere meglio la verita.
Nel corso dei secoli la Chiesa Cattolica ha distorto in maniera repressiva una delle leggi naturali più belle che la natura ha voluto donarci, che oltre a portare piacere nella vita sia di coppia che non, è una di quelle leggi indispensabili per la sopravvivenza della specie umana.
La Bibbia è chiaramente contro la violenza sessuale in genere, ma stranamente di ammonimenti ne troviamo 415 contro la violenza eterosessuale, mentre contro quella omosessuale ne troviamo solo sei.
Anche Akhenaton, faraone regnante verso il 1300 a.C., sposò la madre come da tradizione, sposò quattro donne per avere dei figli (tra i quali Nefertiti), e un ragazzo, Smenkhare, come amante.
In 1 Re 9,32 vengono encomiati alcuni eunuchi che uccidono la regina Jezebel, dimostrando la propria fedeltà. Sempre questi eunuchi, in Is 56,3, vengono premiati in quanto osservano la festività del sabato.
In Est 2,13 leggiamo che la vergine Ester era stata brava a concedersi al Re dietro il consiglio di Hegai, eunuco del re e custode delle vergini che dovevano sacrificarsi al Re.
In Dn 1,3 il re di Babilonia Nabuccodonosor, dopo aver conquistato Gerusalemme, ordina a Asfenez, eunuco di corte di trovare alcuni giovanetti senza difetto fisico, belli e intelligenti, e uno di questi fu proprio Daniele.
In 1 Sam 18,1 troviamo la vicenda del legame amoroso tra Davide e Gionata. “L’anima di Gionata si sentì legata all’anima di Davide; Gionata lo amò come la sua anima”. E così quando il Re Saul doveva dare in moglie a Davide la figlia Mikal, pretese da Davide non una dote ma cento prepuzi dei filistei (18,25); invece in 19,2 Gionata salvò la vita a Davide, poiché Saul lo voleva far morire; quando poi Gionata tentò nuovamente di salvare Davide da sicura morte, il padre Re Saul, adirato si scagliò contro il proprio figlio dicendo: “Figlio ribelle di una traviata. Credi forse che io non sappia che sei l’amico del figlio di Iesse?”
In 2 Sam 1,26 Appena Davide apprende la morte di Gionata, rimane sconvolto dal dolore: “… Ah Gionata, sono afflitto per la tua morte, sono in angustia per te, fratel mio Gionata. Mi eri sì caro, L’amore tuo era per me più dolce Che l’amor della donna”.
Ma certamente il libro che più di tutti ha imbarazzato e ancora imbarazza la Chiesa è sicuramente il Canto dei Cantici. Questo libro emerge rispetto agli altri libri per il suo alto contenuto di erotismo omosessuale. In esso vengono narrate diverse relazioni tra ragazzi, e particolarmente la relazione omosessuale tra Asher, figlio del Re Salomone e suo cugino, il pastore Caleh. Viene spiegato come questi due giovani si innamorano perdutamente l’uno dell’altro e vi è un continuo elogio alla bellezza fisica di ambedue, superiore alla bellezza d’ogni fanciulla; non mancano riferimenti a certi tipi di rapporti “come i fanti”, cioè anali.
Ct 3 “È nel mio letto che, ad ogni notte, ho cercato colui che il mio cuore ama. […]quando ho ritrovato che il mio cuore ama, l’ho afferrato e non l’ho più lasciato, finché non l’ho condotto nella casa di mia madre, nella stanza di colei che mi ha concepito.”
Ct 4,16 “Destati aquilone, entra, austero e soffia nel mio giardino.”
Ct 5,1 “Eccomi qua Caleh, nel mio giardino a cogliere la mirra e le mie spezie, a prendere il mio favo con il miele.”
Ct 5,4 “Il mio diletto ha spinto la sua mano nella serratura, e le mie viscere si son commosse per lui[…] e le mie mani si sono impregnate di mirra e le mie dita di mirra liquida sulla maniglia del chiavistello.”
Ct 6,5 “Volgi altrove quegli occhi maschi che impazzire mi fa, mattina e sera.”
Ct 7,2 “…le curve dei tuoi fianchi…il tuo ombelico è una coppa rotonda… il tuo ventre è un mucchio di grano…i tuoi seni somigliano a due capriole…il tuo collo è come una torre d’avorio…come sei bella,come sei incantevole.”
Ct 8,1 “…se qualcuno avesse potuto darti a me come fratello, che avesse succhiato i seni di mia madre, incontrandoti all’aperto avrei potuto baciarti…ti avrei portata a casa di mia madre e tu mi avresti iniziata e ti avrei dato da bere vino aromatico e succo di melograni…”
È chiaro che i correttori di questi brani hanno dovuto fare i salti mortali per neutralizzare e renderle più “soft” questi passi, dichiarati dai più esperti come una esaltazione dell’amore fra due giovani e le loro esperienze sessuali. |