RAZIONALE
E IRRAZIONALE
viaggio
tra falsità e necessità culturali: ( superstizione – mito – rito –
sacro )
LA SCIENZA
La scienza è un modo
per ottenere conoscenze di base a osservazioni obbiettive. Per
osservazioni obbiettive si intendono osservazioni fatte in modo tale che
persone con percezione normale, possano giungere allo stesso risultato.
L’oggettività è la sola caratteristica che contraddistingue ciò che
è la scienza da ciò che non lo è. La scienza tratta fenomeni che sono a
disposizione di tutti: non può trattare fenomeni che possono essere
osservati da una persona sola o da poche. Un altro elemento caratteristico
del mondo scientifico, a differenza di altri sistemi di conoscenza quali
la religione o il senso comune, è il costante mettere in dubbio le
proprie idee: non esistono idee sacre o intoccabili; nuove scoperte, che
devono poter essere verificabili e ripetibili da chiunque, possono portare
a modificare le concezioni precedentemente ritenute vere.
L’approccio
scientifico si basa su alcuni presupposti:
A)
La realtà del
mondo: gli oggetti dello studio
scientifico esistono indipendentemente dal fatto di essere percepiti da
noi;
B)
La razionalità
del mondo: con ciò si intende
la possibilità di comprendere il mondo tramite il pensiero
logico-razionale. Se esso fosse irrazionale sarebbe inutile cercare di
comprenderlo con qualsiasi altro mezzo.
C)
La regolarità:
Il mondo segue le stesse leggi in ogni tempo e luogo.
D)
La causalità:
L’idea che ciascun evento abbia una causa.
E)
La scoperta:
L’idea che sia possibile scoprire il funzionamento del mondo.
F)
La scienza
come aiuto all’umanità:
Bisogna stare attenti a non confondere la scienza con la tecnica; la
scienza si propone di scoprire le leggi della natura per il benessere
dell’uomo e per allontanare tutte quelle falsità che sono state dettate
dall’ignoranza di queste leggi. La tecnica è l’applicazione della
scienza a volte dannosa per il genere umano, non per desiderio degli
scienziati, ma per fini politici, bellici ed economici, quindi lontano
dagli obbiettivi puramente scientifici.
MAPPA
LE
PSEUDOSCIENZE
Le pseudoscienze sono
quelle teorie, se non addirittura vere e proprie discipline, che in
apparenza sembrano possedere i canoni della scientificità, ma che, ad un
esame più attento, si rivelano invece profondamente diverse dalla vera
scienza.
Le pseudoscienze
possono nascere sia all’esterno che all’interno degli ambienti
scientifici ufficiali.
Quelle che nascono
all’esterno sono vere e proprie discipline autonome e si contrappongono
alla scienza ufficiale, a volte criticandola perché non considera certi
fenomeni o certi aspetti della realtà: ( i poteri della mente, le forze
psichiche, energie e fluidi misteriosi, ecc. ), a volte accusandola di
arroganza e di incomprensioni nei loro confronti.
Quelle
che nascono all’interno della stessa scienza di solito consistono in
singole teorie, relative a discipline ufficiali esistenti, e, trattandosi
di “deviazioni” interne alla stessa scienza, vengono indicate con il
nome generico di “scienze patologiche”, nascono in genere da persone
che si considerano scienziati, ma che in realtà come tutti gli esseri
umani sono animati da aspirazioni, desideri, sentimenti ed emozioni, per
alcuni, il desiderio di affermazione personale viene prima del desiderio
di verità e conoscenza.
In casi simili è
possibile che la competitività, l’orgoglio e anche la superficialità
possano sfociare in veri e propri abbagli scientifici, in casi simili, il
chimico statunitense Irving Langmuir parla appunto di “scienza
patologica”, ovvero di pseudoscienza che si verifica all’interno del
mondo scientifico.
Talvolta alcuni
scienziati possono arrivare a rendersi colpevoli di vera e propria frode
intenzionale. Esempi se ne contano a decine, alcuni dei quali li abbiamo
trattati nel capitolo “ cos’è la vita “, scienziati che hanno la
pretesa di scoprire cos’è la coscienza, scienziati che attraverso una
disciplina come la sociobiologia e l’eugenetica cercano di porre
l’uomo alla stregua di oggetti da supermercato.
Con la clonazione
e la modificazione genetica questi pseudoscienziati si sono
addentrati nei labirinti della biologia senza sapere a quali risultati
vanno incontro.
Questa osservazione
deriva dal fatto che la natura nella sua evoluzione degli esseri viventi,
quindi nelle modificazioni genetiche, ha impiegato milioni di anni.
MA
CHI SONO QUESTI PSEUDOSCIENZIATI:
I cultori delle
discipline pseudoscientifiche curiosamente posseggono tutti delle
caratteristiche comuni che li distinguono dai veri scienziati.
1)
Solitamente vantano titoli rilasciati da fantomatiche istituzioni,
ma raramente possiedono regolari titoli di studio.
2)
Disprezzano il mondo scientifico che, a loro dire mostrerebbe una
pregiudiziale chiusura.
3)
Denunciano continue congiure ai loro danni da non meglio
identificati “centri di potere”.
4)
Citano spesso esempi in cui illustri scienziati sono stati
incompresi dalla comunità scientifica dell’epoca.
5)
Non diffondono le loro scoperte tramite i normali canali usati
dalla scienza, (
riviste specializzate, congressi, ecc. ), ma preferiscono rivolgersi ai
grossi mezzi di comunicazione ( TV, giornali popolari ).
6)
Il loro linguaggio è pieno di termini scientifici, al fine di
apparire persone competenti, ma e privo del rigore che caratterizza la
vera scienza.
7)
Rifiutano di sottoporre le proprie affermazioni a controlli
scientifiche, preferendo di portare in loro favore le testimonianze dei
loro seguaci.
8)
Spesso affermano che chi è particolarmente sensibile può
verificare le loro affermazioni; in altre parole, solo pochi prescelti
avrebbero questa fortuna, probabilmente persone che di scienze hanno
veramente poca esperienza e poche nozioni.
ENTRIAMO NEL
MONDO DELLE PSEUDOSCIENZE E DEL PARANORMALE
Stiamo entrando
dunque in un mondo dove non regna più la razionalità, la sperimentazione
secondo il modello che ci ha insegnato Galileo Galilei e cioè la
riproducibilità del fenomeno, ma siamo nel mondo dell’irrazionale un
mondo dove esistono o si vuole far credere che esistono dei fenomeni, ma
non si possono dimostrare con la scienza, possiamo definire questo mondo,
il mondo dello straordinario, il mondo dell’irrazionale.
QUALI E
QUANTI SONO LE PSEUDOSCIENZE ?
Vediamo adesso di
fare un elenco delle principali pseudoscienze, cercheremo poi di
esaminarne qualcuna per avere un’idea abbastanza chiara di questi
fenomeni che stanno dilagando a macchia d’olio nella cosiddetta cultura
dominante, in un’epoca che invece dovremmo avere tutte le carte in
regola per riconoscere le cose vere da quelle false. Faremo anche uso di
un glossario di termini del paranormale in modo da avere un quadro
completo, per avere cosi una visione più chiara di questi grandi fenomeni
pseudoscientifici.
MAPPA
Arti Divinatorie
Il lungo elenco sulle
arti divinatorie è stato inserito a titolo di provocazione, per
evidenziare come ancora oggi diecine e diecine di queste pratiche
pseudoscientifiche hanno letteralmente invaso il mondo dei creduloni e di
tutte quelle persone che non si fidano della vera scienza come unico mezzo
per sconfiggere questo falso fenomeno.
A
ACHILLEOMANZIA
Antichissima pratica divinatoria
cinese che si avvale di steli di Achillea
Ptarmica, in cinese Che, da cui
deriva il nome originario Che Pou. Si
usava per predire avvenimenti pubblici. E' utilizzata ancora oggi come
base del I King, o Libro dei Mutamenti.
Dividendo successivamente 50 steli, se ne ottengono 6 da cui si ricava un
esagramma dei sei tratti interi o spezzati sovrapposti da interpretarsi
secondo le regole dell'I King. Gli esagrammi possibili, o Koua, sono 64.
ACUTOMANZIA
Mantica
di origine recente, forse originata nel Settecento, che si pratica
mediante spilli o aghi. Si possono gettare sette spilli chiari e uno nero,
spezzato in due, su di un tavolo e interpretare le figure che risultano.
Oppure si gettano in acqua tredici aghi asciutti: il responso è
favorevole se gli aghi galleggiando rimangono separati, sfavorevole se
tendono a unirsi. Si possono anche mettere 24 aghi in un mucchio entro un
circolo e disperderli colpendoli con una pallina: vengono interpretate le
posizioni assunte dagli aghi spinti fuori dal cerchio.
AEROMANZIA
Antica
divinazione che si praticava osservando le increspature provocate dal
vento sulla superficie dell'acqua contenuta in un bacile di rame.
AGALMATOMANZIA
(Dal
greco àgalma = statua) Mantica originaria dell'Egitto, praticata
osservando i movimenti, reali o illusori, di una statua o ascoltando le
parole da essa proferite.
AIGOMANZIA
(Dal
greco aigia = capra) Divinazione originaria di Delfo, in Grecia, si praticava
lasciando cadere sul vello o in un orecchio di una capra destinata al
sacrificio alcune gocce di acqua ed osservando le reazioni dell'animale.
ALETTRIOMANZIA
(Dal
greco alèctor = gallo) Divinazione praticata in Grecia per mezzo di un
gallo. Si tracciava per terra un cerchio dividendolo in 24 spazi nei
quali scrivevano le lettere dell'alfabeto, ponendo su ognuna un chicco di
frumento. Si metteva poi il gallo entro il circolo e si prendeva nota
delle lettere corrispondenti ai grani beccati, formando con esse, anche
mediante anagrammi, delle parole che davano risposta alle domande fatte.
ALEUROMANZIA
(Dal
greco àleuron = frumento) Divinazione praticata per mezzo di farina di
frumento. E' stata praticata da moltissimi popoli in modi diversi. Nel
Medioevo si praticava nascondendo in mucchi di farina foglietti sparsi a
caso, su cui erano scritti i responsi.
ALOMANZIA
(Dal
greco als = sale) Divinazione praticata tramite il sale. Vengono osservati i
modi con cui si scioglie nell'acqua o come crepita nel fuoco. Altre volte
se ne mette un pizzico sulla mano di un malato e, a seconda de lla
disposizione che assumono i granuli, si traggono divinazioni mediche.
AMNIOMANZIA
Divinazione
praticata esaminando l'amnio. Secondo tale divinazione se i bambini
"nascono con la camicia", ossia con la testa o il corpo coperti
dall'amnio, saranno fortunati per tutta la vita, mentre le bambine
diventeranno suore. Alcuni popoli traggono auspici anche dal colore
dell'amnio.
AMNOSCOPIA
(Dal
greco amnòs = agnello) Divinazione praticata mediante l'osservazione delle viscere
di un agnello.
ANAGRAMMATOMANZIA
Divinazione
praticata facendo l'anagramma di un nome proprio o di una parola o di una
frase che si riferiscono a qualche evento, per ricavarne presagi o
consigli. E' una divinazione moderna.
ANEMOMANZIA
(dal
greco anemos=vento) Presso i Greci e i Romani così era chiamata una forma
di divinazione che si praticava tramite osservazione del vento. Si
considerava la sua azione sulle foglie staccate da un albero, o sul
fogliame, o su campanelli che il suo soffio faceva suonare.
ANTROPOMANZIA
Sacrificio umano fatto per
divinare il futuro. La testimonanzia più antica di tale pratica è
contenuta nella Bibbia (Re, II, 23, 10), dove si legge che gli Ebrei
sacrificavano per questo motivi i loro figli a Moloch. Ma in molte altre
civiltà era praticata una divinazione del genere, presso i Romani ad
esempio, anche se raramente, si leggevano le viscere di uomini sacrificati
appositamente, così come si faceva con gli animali, sembra addirittura
che esistesse un ordine specifico di Aruspici. I Lusitani, secondo
Strabone praticavano quasta mantica, come anche, secondo Crome (Storia
della Polonia, VII), gli Sciti e i Tartari. Lo storico arabo Ibn Khaldun (XIV
secolo) parla di prigionieri fatti sventrare da alcuni tiranni che
volevano così conoscere il proprio futuro.
APANTOMANZIA
(dal
greco apante=dappertutto) Pratica di prevedere il futuro tramite l'analisi
di un qualsiasi avvenimento. Molto diffusa, secondo la tradizione popolare
bisogna considerare il primo fatto della giornata, stabilendo alcuni
schemi: per esempio, la civetta, un gatto nero, oppure una gallina bianca
sono sintomo di disgrazia, mentre un cane bianco ed un bambino biondo
indicano buoba sorte.
ARACNOMANZIA
Divinazione
che si pratica tramite l'osservazione del movimento di uno o più ragni.
Molto diffusa, in pratica un pò dappertutto, è praticata con sistemi
diversi. Uno per tutti consiste nel chiudere un ragno in una scatola
insieme a diversi foglietti su cui sono scritti numeri o parole. Il
mattino successivo i foglietti rovesciati daranno la risposta.
ARITMOMANZIA
(dal
greco arithmos) Antica forma di divinazione ottenuta tramite i numeri. Era
utilizzata dai Cinesi, dai Caldei, dagli Ebrei, dai Greci e dai Romani.
L'aritmomanzia si fonda sul
valore numerico delle lettere nell'ordine alfabetico: vale a dire A=1,
B=2, C=3 e così via. Ad esempio nel nome Cristian si ha 3 + 18 + 9 + 19 +
20 + 9 + 1 + 14 =93; 9 + 3=12; 1+2=3. Il 3 quindi è il numero di questo
nome. Quanto al significato dei numeri e alla loro interpretazione i
criteri variano a seconda delle teorie numerologiche e delle tradizioni.
ASSINOMANZIA
(dal
greco axine=scure) Forma di divinazione per mezzo di una scure. Di origine
orientale, era conosciuta e praticata anche dai Greci: si lanciava una
scure contro un tronco e se ne interpretavano le vibrazioni. Nel Medioevo
si praticava qualcosa di molto simile per cercare tesori e/o persone
scomparse: si collocava la scure in verticale sul terreno, o in bilico sul
ferro, ci si danzava intorno fin quando la scure non cadeva e il manico
indicava la direzione da seguire.
ASTRAGALOMANZIA
Divinazione
per mezzo degli astragali, ossi del tarso, in seguito sostituiti dai dadi.
Si gettavano a caso osservando poi le figure che ne risultavano. Più
tardi si scrissero su di essi le lettere dell'alfabeto traendone parole,
oppure si interpretarono i numeri dei dadi facendoli corrispondere alle
lettere dell'alfabeto.
B
BATRACOMANZIA
(dal
greco batrachos=rana) Pratica per prevedere le condizioni climatiche,
fondata sull'osservazione del comportamento di una rana o di un rospo.
BELOMANZIA
(dal
greco belos=frecce) Divinazione per mezzo di frecce. Fu molto diffusa,
praticata dai Greci, dagli Ebrei, dai Caldei, dagli Sciti, dagli Arabi,
dai Turchi, dai Persiani, dai Germani.
BIBLIOMANZIA
(dal greco biblios=libro)
Divinazione ottenuta per mezzo di un libro sacro. Praticata nel mondo
cristiano, ovviamente con la Bibbia, soprattutto nel Medioevo, anche se
costantemente avversata dalla Chiesa. Si apriva il libro a caso inserendo
fra le pagine un ago d'oro, e si leggeva il versetto che iniziava la
pagina a destra.
BOSTRICOMANZIA
(dal
greco bostrychòs) Divinazione ottenuta per mezzo dell'osservazione dei
riccioli di un bambino agitati dal vento.
BOTANOMANZIA
(dal
greco botanè=erba) Divinazione praticata per mezzo di vegetali. Si
utilizzavano, e si utilizzano tutt'oggi, metodi alquanto diversi tra loro.
BROCOMANZIA
(dal
greco brochè) Divinazione per mezzo della pioggia.
BRONTOMANZIA
(dal greco brontè=tuono)
Divinazione per mezzo del tuono. Praticata dai Greci, dagli Etruschi, dai
Romani e dai Caldei, si basava sull'interpretazione dei tuoni e fulmini, a
seconda della zona del cielo in cui cadevano o anche del fatto se
scendevano dal cielo o salissero dalla terra.
C
CAFFEOMANZIA
Divinazione ottenuta tramite
l'osservazione dei fondi di caffè. In Occidente tale mantica risale al
XVII e si basa essenzialmente sul trattato di Tomaso Tamponelli. Il caffè,
macinato e boliito, si lascia raffreddare in una tazza. Si beve senza
agitare e poi si rovescia la tazza su un piatto facendola ruotare più
volte. Le figure formate dai fondi rimasti nella tazza serviranno per
interpretare il presente. Con quelle dei fondi caduti sul piatto verrà
interpretato il futuro.
CAPNOMANZIA
(dal
greco capnòs=fumo) Divinazione praticata per mezzo dell'osservazione del
fumo. In principio si interpretava il fumo proveniente dalle vittime
bruciate. Nel Medioevo si bruciavano invece erbe o semi, in particolar
modo quelli di sesamo, papavero e verbena.
CAROMANZIA
(dal
greco càros=sonno profondo) E' così chiamata qualsiasi tipo di
divinazione ottenuta in stato di sonno, ipnosi o trance.
CARTOMANZIA
Divinazione praticata mediante le
carte da gioco. Tale mantica risale, sembrerebbe, al 1770 quando un
fabbricante di parrrucche, Alliette, pubblicò, sotto lo
pseudonimo-anagramma di Etteilla, un opuscolo sul come fare le carte con
un gioco di picchetto. Si distinguono due tipi di divinazioni: quella con
le carte comuni e quella con i Tarocchi.
La prima può essere eseguita in
tre maniere diverse: il metodo simbolico con 32 carte (asso, sette, otto,
nove, dieci, fante, donna, re, dei quattro semi); il metodo italiano
(praticato con le stesse carte); quello francese con 52 carte.
CATOPTROMANZIA
(dal greco càtoptron)
Divinazione praticata per mezzo degli specchi. Si praticava con metodi
diversi e con specchi diversi (bianchi per le donne, neri per gli uomini).
CEFALOMANZIA
(dal greco kefalè=testa)
Divinazione praticata con la testa di un asino o di un giustiziato, che
veniva arrostita per trarne dei responsi.
CEROMANZIA
Divinazione
fatta con cera fusa che viene gettata lentamente nell'acqua per ottenere
figure che dovranno poi essere interpretate.
CHELONIOMANZIA
(dal greco chelonè=tartaruga)
Antichissima divinazione cinese ottenuta osservando le screpolature
provocate dal fuoco nel guscio di una tartaruga.
CHIAMBOLIA
(dal greco kyamos=fava e bolè=lancio) Divinazione ottenuta lanciando fave
bianche e nere. Usata soprattutto dai Greci.
CHIROMANZIA
(dal
greco cheir=mano) Divinazione per mezzo dell'osservazione della mano. I
principali dati di osservazione sono i monti, le linee, le figure, i
segni.
I monti sono 7 rigonfiamenti che
si trovano alla radice delle dita e lungo il margine esterno: a cominciare
dal monte di Venere, sotto il pollice, troviamo il monte di Giove sotto
l'indice e via via, quelli di Saturno, del Sole e di Mercurio, a cui
seguono, lungo il margine, quelli di Marte e della Luna.
Le linee principali sono quattro:
la linea della vita, che ha inizio sotto il monte di Giove e contorna il
monte di Venere, essa rappresenta la durata dell'esistenza dell'individuo
e la salute; la linea del cuore, che inizia tra l'indice e il medio e
volge verso il monte di Mercurio, rappresenta gli amori e gli affetti
dell'individuo; la linea di testa, fra le prime due, rappresenta
l'intelligenza e la salute mentale; la linea di fortuna, che le taglia
perpendicolarmente scendendo dalla base del medio, rappresenta gli
accadimenti e le difficoltà che l'individuo incontrerà nella sua vita.
Vi sono poi quattro linee
secondarie: il braccialetto, attorno al polso, una o più linee; la via
lattea, dalla linea di fortuna al monte di Mercurio; la linea del Sole,
dalla linea del cuore al monte del Sole; la cintura di Venere, a
semicerchio dal monte di Saturno al monte del Sole.
Le figure derivano dall'incrocio
delle linee e sono tre: il grende triangolo, formato dalle linee di vita,
di testa e di fortuna; il piccolo triangolo, tra la via lattea, la linea
di fortuna e la linea di testa; il quadrangolo, compreso tra la linea di
cuore, di testa, di fortuna e la via lattea.
I segni sono dieci figure
geometriche irregolari che vanno sotto il nome di stelle, quadrati, punti,
isole, triangoli, croci, rami, cerchi, catene e griglie.
I criteri maggiori sono la
lunghezza, la solidità, il colore e il calore.
L'esame della mano, per risultare
efficace, deve essere fatto ad individui che abbiano superato il decimo
anno di vita.
Il principale trattato su cui si
basa tale mantica è quello di J.A. Rampalle, La chiromantie naturelle
(1653).
CHITONOMANZIA
(dal
greco chitòn=tunica) Divinazione ottenuta dall'osservazione del modo in
cui ci si veste. Nell'Antica Roma lo sbagliarsi nell'indossare un capo era
considerato cattivo presagio. Ancora oggi, nella tradizione popolare,
indossare una maglia alla rovescia indica lieta sorpresa, mentre infilarsi
i calzini alla rovescia guadagno.
CINOMANZIA
(dal
greco cyon=cane) Divinazione basata sull'osservazione del comportamento
dei cani. E' molto antiche, se ne è trovata testimonianza infatti anche
su alcune tavolette babilonesi. Secondo la tradizione popolare il cane che
ulula alla Luna è presagio di morte.
CLEDONOMANZIA
(dal greco clèdon=nome augurale)
Divinazione ottenuta traendo responsi da parole udite casualmente. Ad
esempio, se, per strada, udiamo un passante che dice
"certamente" mentre ci chiediamo se una nostra speranza si
attuerà, sarà un buon auspicio.
CLEIDOMANZIA
(dal greco clèis=chiave)
Divinazione per mezzo di una chiave. Nel Medioevo questo metodo era
utilizzato per scoprire il colpevole di un qualche delitto. Si poneva la
chiave sulla Bibbia, e se, pronunciando il nome della persona sospettata
la chiave si muoveva, allora essa era colpevole.
CLEROMANZIA
(dal greco clèros=sorte) Con
tale nome vengono indicate tutte quelle forme di divinazione che si
avvalgono di oggetti (dadi, spilli, pietre, ecc.) tirati a sorte.
COCCHIGOMANZIA
(dal
greco còccyx=cuculo) Divinazione praticata per mezzo del canto del
cuculo. Ancora oggi nelle campagne è possibile trovare qualcuno che lòa
pratica.
CODONOMANZIA
(dal greco codòn=campana)
Divinazione per mezzo dell'interpretazione del suono delle campane. Di
solito se si sente suonare più campane è di buon auspicio, udire una
campana solitaria, invece, è cattivo presagio.
CORACOMANZIA
(dal
greco còrax=corvo) Divinazione praticata per mezzo dell'osservazione del
volo o del comportamento dei corvi. Praticata soprattutto presso gli
Etruschi.
COSCINOMANZIA
(dal
greco còskinon=setaccio) Divinazione praticata per mezzo
dell'osservazione dei movimenti di un setaccio, posto in equilibrio sulla
punta di due forbici.
CRISTALLOMANZIA
Una
delle forme più diffuse di Catopromanzia, praticata con sfere di
cristallo o coppe e bicchieri pieni di acqua. Le immagini di eventi
passati, presenti e futuri appaiono sulla superficie della sfera e sono
visibili solo dall'indovino.
CUBOMANZIA
Forma di
astragalomanzia praticata con dadi a sei facce numerate. Era praticata dai
Greci e dai Romani.
D
DATTILOMANZIA
Divinazione
praticata con un anello, chiamata così perchè inventata da n indovino
frigio di nome Dattilo. Si faceva dondolare un anello appeso ad un filo su
di una bacinella intorno a cui erano scritte le lettere dell'alfabeto:
l'anello oscillando, indicava alcune lettere che venivano composte in
parole.
DATTILOSCOPIA
Divinazione esposta da Jean Belot
nel XVII secolo e basata sull'analisi delle dita, ognuna delle quali
corrisponde ad un pianeta, mentre le falangi corrispondono ad un segno
dello zodiaco. Può essere considerata un completamento della Chiromanzia.
DEMONOMANZIA
E' cosi chiamata qualsiasi
mantica che richieda l'intervento di entità soprannaturali, e in
particolare, malefiche.
DENDROMANZIA
(dal
greco dendron=albero) Divinazione praticata per mezzo dell'osservazione
degli alberi. Si considerano l'aspetto, lo stormire del fogliame, ecc.
E
EMPIROMANZIA
(dal
greco en=in e pyr=fuoco) Divinazione praticata gettando nel fuoco varie
sostanze e osservando le reazioni della fiamma. E' da distinguere dalla
piromanzia, che al contrario si basa sulla semplice osservazione del
fuoco.
EPATOSCOPIA
(dal greco èpar, èpatos=fegato)
Forma di divinazione antichissima praticata osservando attentamente il
fegato. Nacque in Mesopotamia nel 2000 a.C., ma venne praticata anche
dagli Etruschi, dai Greci e dai Romani. I Babilonesi utilizzavano modelli
di argilla, mentre gli Etruschi modelli di bronzo.
ESTISPICIO
Con tale
nome si indica qualsiasi mantica basata sull'esame delle viscere delle
vittime sacrificate agli dèi (fegato, stomaco, milza, cuore, polmoni,
intestini e reni). Nata probabilmente a Babilonia.
F
FABANOMANZIA
(dal latino faba=fava)
Divinazione praticata lanciando fave. Nel medioevo era utilizzata anche
come rituale magico per cacciare i cattivi spiriti dalla casa.
FILLOMANZIA
(dal
greco phyllon=foglia) Divinazione praticata per mezzo dell'osservazione
delle foglie. Si ascoltava il loro stormire, si osservava il fumo quando
venivano bruciate. Era utilizzata soprattutto per problemi di amore.
G
GAROSMANZIA
Divinazione praticata per mezzo
dell'osservazione di vasi pieni d'acqua in torno ai quali si collocavano
dei ceri accesi.
GASTROMANZIA
(dal
greco gaster=stomaco) Divinazione con la quale si prediva il futuro per
mezzo dello stomaco, ovvero l'indovino per mezzo della ventriloquia faceva
credere al consultante che a parlare fosse qualche spirito.
GEDUIMANZIA (o Jeduimanzia)
Mantica esclusiva degli Ebrei
che, secondo la leggenda, si praticava con le ossa di un mitico animale,
il Jedua, un mostro che si attacava alla terra con una sorta di cordone
ombelicale e distruggeva i raccolti.
GEMMOMANZIA
Divinazione praticata facendo
scivolare delle gemme in una bacinella piena d'acqua.
GENOMANZIA
(dal
greco genos=discendente) Divinazione che consentiva di conoscere in
anticipo il sesso del nascituro, semplicemente osservando il
comportamento, la nutrizione, ecc. della futura madre.
GEOMANZIA
(dal greco gè=terra) Mantica
antichissima, di origine orientale. Consisteva nel tracciare per terra
delle figure ricavate, secondo precise regole, dal lancio, ripeturo per
sedici volte, di dadi, o bastoncini.
GEOSCOPIA
Termine
coniato dal medico tedesco Kaspar Peucer (1525-1602) e che indicava l'arte
di conoscere il carattere degli abitanti di una regione dall'aspetto
geografico di quella regione stessa.
GIROMANZIA
Mantica praticata tracciando per
terra un cerchio, lungo il quale vanno scritte in ordine sparso le lettere
dell'alfabeto. Girando vorticosamente in tondo, ad un certo punto
l'indovino barcollerà verso una lettera. Ripetuta più volte l'operazion
e, sarà possibile ottenere una parola o una frase a risposta della
domanda fatta.
I
IDATOSCOPIA
(dal
greco ydor,ydatos=acqua) Mantica per prevedere il cambiamento del tempo e
avvenimenti futuri osservando degli specchi d'acqua.
IDROMANZIA
Così si
chiamano tutte quelle divinazioni effettuate per mezzo dell'acqua. Si può
guardare il futuro sulla superficie riflettente dell'acqua, così come
avviene per la cristallomanzia o l'Idatoscopia, oppure si possono lanciare
oggetti nell'acqua ed osservare le onde che essi provocano; si può ancora
versare dell'olio nell'acqua ed analizzarne le forme che assume.
IPPOMANZIA
(dal greco ìppos=cavallo)
Divinazione praticata per mezzo di cavalli. Si osservava l'andatura, con
quale piede essi uscivano dalla stalla ed altre cose. E' una mantica
alquanto antica, praticata sicuramente dai Greci, dai Celti e dai Germani.
L
LAMPADOMANZIA
Divinazione praticata per mezzo
di lampade. In Grecia la torcia, simbolo dell'amore, se bruciava con
fiamma chiara indicava felicità nell'amore, ed una amore non ricambiato
se faceva fumo.
LECANIOMANZIA
Così si
chiamano tutte le forme di divinazione che utilizzano ecipienti vuoti o
pieni d'acqua. Esempi ne sono la idromanzia e la gemmomanzia.
LIBANOMANZIA
(dal
greco libanos=incenso) Divinazione molto simile alla Capnomanzia,
praticata per mezzo di fumo, a differenza di questa, però, ad ogni
sostanza bruciata è collegato un pianeta.
LICOMANZIA
Divinazione
praticata osservando il comportamento di un lupo, in alcuni popoli anche
la sola presenza di un lupo era da considerare cattivo presagio.
LITOBOLIA
(dal
greco lìthos=pietra e bolè=lancio) Divinazione praticata tramite il
lancio di pietre. Ha origini molto antiche, era conosciuta dai Greci e dai
Romani.
LITOMANZIA
Divinazione praticata osservando
le pietre: il loro aspetto, le loro qualità; ad ogni pietra inoltre erano
associate particolari virtù.
LOGARITMOMANZIA
Forma più articolata di
Aritmomanzia, in cui ad ogni lettera dell'alfabeto viene associato un
numero detto "triangolare" indicato da una tavola apposita.
M
MELANOMANZIA
(dal
greco mèlan=nero) Divinazione recente che si pratica per mezzo di macchie
di inchiostro. Si procede nel modo seguente: su di un foglio di carta
bianco si lasciano cadere 13 macchie di inchiostro, si piega il foglio e
si interpretano poi le figure che si sono formate in modo casuale. E'
facile intravedere in questa mantica il successo e la risonanaza che ebbe
la teoria psicologica delle macchie di Rorschach.
MELOMANZIA
Mantica
utilizzata per scioglere quesiti di tipo amoroso. Per capire se la persona
amata corrisponde il nostro amore si possono utilizzare due metodi
differentiù: si può stringere tra le dita un seme di mela, se esso
schizza via la risposta è affermativa, allo stesso modo il nostro
sentimento e corrisposto se lanciamo una mela alla persona che amiamo e
questa l'afferra e ce la rilancia.
MENOMANZIA
(dal greco mèn=mese) Divinazione
alquanto recente che si basa sui cicli mestruali.
METEOROMANZIA
Antica divinazione che si basava
sull'osservazione delle comete, delle meteore e delle stelle cadenti.
MOLIBDOMANZIA
(dal greco mòlybdos=piombo)
Divinazione molto simile alla ceromanzia, unica differenza è che invece
della cera nell'acqua si versa del piombo fuso, interpretando poi le
figure che si vengono a formare.
N
NECHIOMANZIA
(dal greco nèkys) Divinazione
praticata per mezzo dell'osservazione di un cadavere, o anche di un
oggetto che abbia avuto una forte relazione con un cadavere.
NECROMANZIA
(dal greco nèkros) Divinazione
praticata per mezzo dell'evocazione dei defunti.
NEFELIMANZIA
Divinazione he si basava
sull'osservazione delle nuvole. E' di origine babilonese.
O
OCULOMANZIA
Divinazione
molto simile alla catoptromanzia in cui l'indovino ha visioni
chiaroveggenti o precognitrici guardando gli occhi del consultante.
OFIMANZIA
(dal
greco òphis=serpente) Divinazione praticata per mezzo dei serpenti, era
molto diffusa tra i Greci.
OICOMANZIA
Divinazione
di origine antichissima che si basava sull'osservazione di una casa o di
una città. Era praticata in Mesopotamia, in Cina ed anche in Grecia.
OMOMANZIA
Divinazione
praticata esaminando la scapola di un montone esposta al fuoco. Era
praticata dagli Arabi, dai Greci e in gran parte dell'Europa.
ONICOMANZIA
(dal greco ònyx=unghia)
Divinazione praticata osservando le unghie della mano,. si teneva conto in
particolare della loro forma, della lunghezza e le macchie.
ONIROMANZIA
(dal greco òneiros=sogno)
Divinazione effettuata tramite dei sogni precognitori. Nell'Antica Grecia
gli indovini erano soliti dormire nei templi dedicati ad Asclepio per
favorire le visioni oniriche.
ONOMATOMANZIA
Così si chiamano tutte quelle
mantiche che si basano sull'esame del nome, esempi sono la aritmomanzia e
la anagrammatomanzia.
OOMANZIA
Divinazione praticata per mezzo
di un uovo.
ORNITOMANZIA
Divinazione che si basava sul
comportamento degli uccelli. Se ne osservava la specie, il volo, il grido,
ecc. Era diffusissima tra gli Etruschi, i Greci, i Romani e gli Arabi.
P
PALAMOMANZIA
Divinazione praticata osservando
il palmo della mano coperto da una vernice nera brillante, con effetti di
catoptromanzia.
PALMOMANZIA
(dal greco pàlmos=scossa)
Divinazione che si basava sull'osservazione dei movimenti involontari dei
muscoli. Era originaria della Grecia.
PARTENOMANZIA
(dal
greco parthèneia=verginità) Mantica che serve per scoprire se una
fanciulla è ancora vergine o no.
PEGOMANZIA
(dal greco peghè=sorgente)
Divinazione praticata per mezzo delle sorgenti. Si gettano nei fiumi delle
pietre o altri oggetti e si interpretano le onde e le bolle che si
formano.
PIROMANZIA
(dal
greco pyr=fuoco) Divinazione basata sull'osservazione del fuoco.
R
RABDOMANZIA
(dal
greco ràbdos=bastone) Divinazione pratiicata per mezzo di un bastone (di
solito un ramo a forcella). Ha un origine antichissima ma le notizie in
nostro possesso partono dal Cinquecento, quando, in Germania, essa veniva
utilizzata nelle miniere per scoprire filoni di carbone. In seguito fu
utilizzata soprattutto per scoprire le sorgenti di acqua.
S
SAUROMANZIA
Divinazione praticata per mezzo
di una lucertola che in Grecia, patria d'origine di questa mantica, era
simbolo del potere profetico di Apollo.
SIDEROMANZIA
(dal
greco sìderos=ferro) Divinazione praticata per mezzo del ferro. Di solito
si gettava della paglia su di un ferro rovente e si osservava il tempo che
impiegava a bruciare, i suoi movimenti durante la combustione ed il fumo.
SPODOMANZIA
(dal
greco spodòs=cenere) Antichissima forma di divinazione. Si tracciavano
delle domande sulla cenere dei sacrifici e si lasciava la cenere esposta
per una notte intera, il mattino successivo si ricavava la risposta dalle
lettere che non si era cancellate.
SPONDILOMANZIA
(dal
greco spòndilos) Mantica di origine greca, si faceva girare una vertebra
su se stessa (tipo trottola) e si osservavano i movimenti.
T
TERATOMANZIA
(dal
greco tèras-tèratos=portento) Divinazione che si pratica analizzando
eventi straordinari o mostruosi, come ad esempio la nascita di animali con
due teste, di gemelli siamesi, piogge di sangue,ecc.
TRAUMATOMANZIA
Divinazione
di origine tartara, basata sull'osservazione delle ferite. Si sa che
ancora agli inizi del '900 i soldati turchi la praticavano utilizzando per
le interpretazioni un libro anonimo, Ikhtiladj Nameh (Il libro delle
ferite).
TURIFUMANZIA
(dal latino tus, turis=incenso)
Divinazione per mezzo dei fumi di incenso, utilizzata in particolar modo
da alcune sette eretiche cristiane.
V
VITROMANZIA
Divinazione
di origine moderna; si pratica spargendo della sabbia fine su di una
lastra di vetro e poi passando un archetto sul bordo della lastra stessa.
Le figure che si formano dalle vibrazioni vanno poi interpretate.
Z
ZOOMANZIA
Cosi
sono chiamate tutte quelle forme di divinazione che si basano
sull'osservazione del comportamento degli animali.
MAPPA
GLOSSARIO
DEL PARANORMALE
AGENTE
(o trasmettitore): persona in grado di indurre consciamente o
inconsciamente trasmissioni telepatiche.
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|
ALLUCINAZIONE:
impressione o percezione (ottica, acustica o altro), consciamente
vissuta, ma non riportabile ad alcuna impressione sensibile normale.
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ANIMISMO:
in opposizione allo spiritismo, è la dottrina che spiega i
parafenomeni con capacità naturali e innate nell'uomo, benchè
sconosciute, o con leggi naturali ancora ignote.
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|
APPORTO:
presenza improvvisa di oggetti che sembrano venire dal nulla; è
tipico di medium fisici.
|
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AURA:
irradiazione (ipotizzata da molti parapsicologi ma invisibile in via
normale) del corpo umano e di altri esseri viventi.
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AUTOMATICA
(scrittura, pittura...): avviene in modo apparentemente inconscio,
non controllato dalla coscienza. Esempi del cosiddetto automatismo
psichico.
|
|
AUTOMATISMO
PSICHICO: attività psichica
subconscia, suscettibile di varia espressione (es; scrittura
automatica, tavolino girante, visioni con la sfera di cristallo)
|
|
AUTOSCOPIA:
capacità di vedere i propri organi interni e di descriverne lo
stato.
|
|
BILOCAZIONE:
apparizione contemporanea di una persona in due luoghi diversi. Vedi
anche ESTERIORIZZAZIONE.
|
|
BIO-FEEDBACK:
metodo inteso a rendere visibili certe funzioni fisiologiche del
sistema vegetativo grazie a un apparecchio, per esempio un
elettrocardiografo, al fine di riuscire a dirigerle.
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|
CHIAROVEGGENZA:
ESP di processi o situazioni reali, indipendentemente dalle
categorie di spazio e tempo. La chiaroveggenza nel futuro è detta
PROFEZIA.
|
|
CONTROLLO;
personalità che si sostituirebbe alla coscienza normale del medium
durante il trance. Secondo lo SPIRITISMO, un defunto che si
annuncerebbe dall'aldilà (SPIRITO DI CONTROLLO).
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|
CORPO
ASTRALE: corpo
"impalpabile" che esisterebbe accanto a quello fisico.
Sarebbe responsabile, tra l'altro, del fenomeno del DOPPIO.
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|
CRIPTOMNESIA:
il riaffiorare, in stato di trance o di ipnosi, di contenuti obliati
di coscienza.
|
|
ECTOPLASMA:
formazione di materia ad opera del medium; vedi anche
MATERIALIZZAZIONE.
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|
ESP
(Extra Sensory Perception): percezione extrasensibile di processi
esterni o di influssi e razioni non percepibili dai cinque sensi.
Comprende TELEPATIA, CHIAROVEGGENZA e PRECOGNIZIONE.
|
|
ESTERIORIZZAZIONE:
apparizione contemporanea di una persona in due luoghi diversi.
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|
FANTASMA:
espressione popolare per psicocinesi spontanea e ripetuta,
abbracciante una serie di fenomeni fisicamente inspiegabili:
bussare, movimento di oggetti, apparizioni; vedi anche POLTERGEIST e
PSICOCINESI.
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INCONSCI
(Processi); processi spirituali che si verificano al di là della
coscienza desta.
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|
IPERESTESIA:
ultrasensibilità degli organi sensori.
|
|
IPERMNESIA:
memoria ultrasensibile del medium.
|
|
IPNOSI,
IPNOTISMO, IPNOTIZZATO: vedi
SONNAMBULO e TRANCE.
|
|
LEVITAZIONE:
la presunta e scientificamente inspiegabile capacità di una persona
(storicamente, è attribuita in prevalenza ai santi) di sollevarsi
da terra; si dice anche dell'autosollevazione di oggetti in presenza
di fantasmi o di medium fisici.
|
|
MATERIALIZZAZIONE:
presunte formazioni di parti del corpo (anche figure intere) o
apparizioni di formazioni impalpabili (ectoplasmi), in presenza di
fantasmi o medium.
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|
MEDIUM
(lett. "mediatore"): persona capace di indurre fenomeni
paranormale. Si chiama anche SENSITIVO. Originariamente, secondo gli
SPIRITISTI, mediatore (mediatrice) tra vivi e morti.
|
|
MEDIUM
FISICO: colui o colei che
induce fenomeni fisici.
|
|
MEDIUM
DA TRANCE: colui o colei che
opera in trance.
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METAGNOMO:
medium. Termine introdotto da Osty.
|
|
METAPSICHICO:
termine introdotto da Richet; antinomo: PARAPSICHICO: termine
introdotto da R.Tischener.
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|
OCCULTISMO:
a partire dal medioevo designa le forze arcane della natura e dello
spirito. Termine ormai in disuso, sostituito da PARAPSICOLOGIA.
|
|
PARA
(prefisso greco): "al di là" o "accanto".
|
|
PARAFENOMENI:
apparizioni ed eventi apparentemente in disaccordo con le leggi a
noi note. Comprendono ESP e PC.
|
|
PARAGNOSTICO:
persona dotata in ESP; in senso stretto: chiaroveggente.
|
|
PARANORMALE:
parapsichico.
|
|
PARAPSICOLOGIA:
alla frontiera della psicologia, si occupa dello studio dei fenomeni
psichici e psicofisici inspiegabili e inconcepibili secondo le leggi
naturali note. Termine coniato nel 1889 da Dessoir.
|
|
PC:
abbreviazione di PSICOCINESI.
|
|
PLETISMOGRAFO:
apparecchio per misurare le variazioni della circolazione sanguigna
periferica. Prova la presenza di reazioni emotive ESP, di contenuto
affettivo, nel subconscio (basato sul principio della macchina della
verità).
|
|
POLTERGEIST
(dal tedesco "spirito rumoroso"): termine che copre una
serie di fenomeni fisici (oggetti che fanno rumore, si muovono o si
rompono). La parapsicologia parla di psicocinesi spontanea
dipendente da persone e vincolata a luoghi; lo spiritismo parla di
"spiriti".
|
|
PRECOGNIZIONE:
preconoscenza di un evento futuro inconoscibile a chiunque per via
normale.
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PREMONIZIONE:
previsione di un evento futuro imprevedibile.
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|
PROFEZIA:
chiaroveggenza nel futuro.
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|
PSI
(e FENOMENI PSI - dalla lettera greca "psi" nella parola
"psyke" - psiche): termine usato a indicare tutti i
fenomeni paranormali.
|
|
PSICOCINESI
(abbreviazione PC): influsso psichico diretto di un essere umano,
che muove oggetti, senza intervento meccanico, o causa mutamenti
nella materia viva o morta (animali e piante). Detta anche
TELECINESI.
|
|
PSICOGRAFIA:
apparizione di scritte su lavagne, carta ecc, non prodotte
apparentemente per via normale.
|
|
PSICOMETRIA:
acquisizione paranormale di informazioni da parte del sensitivo
sulla base di un oggetto. Le informazioni possono riguardare la
storia dell'oggetto medesimo oppure riferirsi a circostanze della
vita dei proprietari.
|
|
RADIESTESIA:
presunta capacità di taluni sensitivi di scoprire, con l'ausilio di
bacchette rabdomantiche o pendoli (o anche di una semplice mappa),
corsi d'acqua sotterranei o risorse del suolo, ma anche
"radiazioni terrestri" nocive, e altre
"radiazioni" emanate da esseri viventi oppure da oggetti
(fotografie, farmaci). La radiestesia nasce probabilmente
dall'interazione tra impulsi fisici e ESP.
|
|
REGRESSIONE:
ringiovanimento durante l'ipnosi; l'ipnotizzato ritorna agli anni
dell'infanzia o dell'adolescenza.
|
|
REINCARNAZIONE:
credenza, particolarmente diffusa nelle religioni orientali, nella
rinascita di un defunto in un bambino o in un altro essere vivente.
|
|
RETROCOGNIZIONE:
immediata conoscenza paranormale di eventi passati e ignoti al
sensitivo.
|
|
SECONDA
VISTA: espressione popolare
per un asorta di esperienza paranormale frequente in certe regioni
(in Scozia, Irlanda, Germania nordoccidentale) e che si manifesta in
visioni (incontro con defunti, precognizioni, ecc.).
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|
SEDUTA
SPIRITICA: seduta nella quale
il medium, secondo gli spiritisti, prenderebbe contatto con i
defunti. Molto spesso vi avvengono fenomeni paranormali.
|
|
SENSITIVO:
persona che possiede la facoltà di ricevere impressioni
paranormali. Sinonimo di MEDIUM.
|
|
SIGNIFICANZA:
in statistica si ha significanza di un risultato, quando esso non può
essere stato ottenuto per intervento del caso.
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SONNAMBULO:
persona immersa in sonno magnetico mediante mesmerizzazione.
Sinonimo di ipnotizzato. Percezioni e fenomeni extrasensibili sono
frequenti in stato sonnambulico.
|
|
SPIRITISMO:
teoria che afferma la sopravvivenza, dopo la morte fisica dell'uomo,
di un'anima-spirito separata dal corpo e in grado di comunicare
dall'aldilà con messaggi per il tramite di medium. Molti fenomeni,
ormai dimostrati come parapsichici, vengono interpretati dagli
spiritisti, da sempre, come "messaggi di spiriti".
|
|
SPONTANEO
(Esperienza psi-spontanea): repentina comparsa di un evento o di
un'esperienza riconducibile a doti parapsichiche.
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SPR
(abbrev. per Society for Psychical Research, fondata in Inghilterra
nel 1882)
|
|
TELECINESI:
vedi PSICOCINESI.
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TELEPATIA:
trasmissione di processi
spirituali da una psiche all'altra al di fuori dei canali di senso
riconosciuti. Termine coniato nel 1883 da F.W.H.Myers.
|
|
TEORIE
ESOTERICHE: teorie segrete,
riservate a discepoli iniziati e fidati (adepti).
|
|
TRANCE
(termine francese): stato alterato di coscienza, che esclude una
volontà propria, riconducibile per autosuggestione o ipnosi, oppure
prodotto spontaneamente. In tale stato i fenomeni paranormali
possono presentarsi con maggiore evidenza.
|
|
VISIONI
CON LA SFERA DI CRISTALLO:
visioni inducibili artificialmente mediante concentrazione su una
sfera di cristallo o altri oggetti lucenti e trasparenti. Durante
tali visioni possono verificarsi fenomeni ESP.
|
MAPPA
CERCHIAMO
ORA DI ESAMINARE DA VICINO IL FENOMENO
Arriviamo qui a un
punto molto importante, quello dell’esistenza, oppure no dei fenomeni
paranormali.
Fino adesso abbiamo
esposto le possibilità teoriche e la differenza tra la vera scienza e le
pseudoscienze. Abbiamo visto quali sono le difficoltà concettuali,
abbiamo fatto un lungo elenco delle principali pseudoscenze che oggi sono
regolarmente praticate. Cercheremo ora invece di capire se effettivamente
questi fenomeni descritti e di cui tanto si parla, sono davvero osservati
oppure no, perché è ovvio che questo è il punto fondamentale.
Se il fenomeno non
c’è, non c’è neppure bisogno di cercare delle teorie. Tutto questo
potrà sorprendere qualcuno, perché di solito si da per scontato che i
fenomeni paranormali esistono, che siano ormai dimostrati, e che il
problema sia piuttosto di capire perché avvengano.
Invece la critica di
fondo che viene fatta alla parapsicologia è che questi fenomeni in realtà,
non sono osservabili, cioè non sono mai stati dimostrati, e perciò è
inutile costruire nuove teorie ( che sono in contrasto con tutto ciò che
abbiamo appreso nel corso dei secoli ) a partire da cose che, in
definitiva, non esistono, infatti il problema essenziale che è emerso in
tutti i libri e i vari articoli che ho letto, è che se esistesse anche un
solo fenomeno convincente, chiaramente provato, gran parte degli
scienziati si getterebbe a capofitto in quest’area di ricerca, poiché
ciò significherebbe che tali fenomeni esistono, e che bisogna allora
rivedere le basi non solo della fisica, ma di tutte le altre discipline
scientifiche, ricercando nuove leggi.
Invece, malgrado si
facciano ricerche da quasi un secolo nessuno finora è riuscito a mostrare
alla comunità scientifica l’esistenza dei fenomeni paranormali: nessun
fenomeno è stato mai “ omologato dalla scienza “ non solo, ma nessuna
grande università o istituto ha trovato, nei dati emersi, motivo per
dedicare uno spazio modesto a questa ricerca.
ESEMPI
:
Se
si cercasse di dimostrare che gli uomini hanno la capacità di volare, non
sarebbe necessario trovare il 52 % : basterebbe il 48 % o anche il 10 %
o 1 %.
E
cosi pure se si volesse dimostrare che i cavalli possono parlare, non ci
sarebbe bisogno di ricorrere a una media statistica. Basterebbe trovare un
solo cavallo parlante su un milione, non avrebbe importanza se gli altri
999.999 studi hanno dato esito negativo.
Alcuni
dati statistici : la lottologia.
Già ai primi
dell’ottocento, il matematico Pierre Simon De Laplace scrisse : “
Quando un numero non esce da molto tempo, i giocatori corrono a coprirlo
di danaro, essi ritengono che quel numero reticente debba uscire al primo
colpo, a preferenza di altri, ma il passato non può avere alcuna
influenza sull’avvenire.
Esempio
:
90 numeri – 5
estrazioni per ruota e per concorso, si può prevedere la frequenza di un
certo numero ? Il 33, ad esempio, sulla ruota di Roma ? – in un caso su
90 il numero esce alla prima estrazione, nei restanti 89 rimane
nell’urna, e solo in uno di questi esce alla seconda estrazione – in
totale su 5 estrazioni il 33 dovrà uscire in media ogni 18 concorsi. E se
ora ci dicessero che il numero non esce da 100 turni cambieremo la
previsione? Il ritardo modifica le probabilità? Prima di rispondere
consideriamo che, le sfere dell’urna non hanno memoria dei concorsi
precedenti e non cambiano comportamento. Il ritardo non contraddice le
premesse del calcolo, ne tanto meno il risultato. Se il ragionamento era
corretto prima lo rimane anche dopo l’informazione. Andando più a fondo
si scopre anzi che il ritardo di 100 concorsi esistono sempre e sono circa
1 su ogni 3 ruote. Ciascun ritardatario ha una grande probabilità di
essere estratto molto presto cioè come ogni altro numero entro i
successivi 18 concorsi. Meglio quindi non puntare i risparmi su numeri
ritardatari o sulle previsioni, la probabilità di fare una quaterna è la
stessa e rimane bassissima per qualunque giocata.
Il mondo del lotto e
dei giochi a pronostico in genere vanta lo sviluppo fiorente di una nuova
pseudoscienze, particolarmente in auge presso tutti i media in questi
ultimi anni: la “lottologia scientifica”. E oggi in commercio,
infatti, un’infinità di metodi pseudo statistici che, illudendo il
pubblico d’essere scientifici, non si fanno remore a garantire vincite
con certezza matematica. Tali metodi
“matematicamente certi” o “statisticamente certi” hanno
talmente impensierito lo stato italiano da spingerlo ad aumentare le
estrazioni del lotto e superenalotto da una a due volte alla settimana,
rendendo il cittadino sprovvisto di una buona conoscenza scientifica
schiavo di questi fenomeni assurdi che lo allontanano dalla vera realtà.
La diffusione di
notizie tramite giornali e televisione, relativamente a questi temi, è
quasi sempre acritica e non corretta. Viene dato per scontato che gli
eventi associati alle uscite dei 90 numeri del lotto non siano del tutto
equiprobabili, in quanto i numeri che non si presentano da molto tempo
avrebbero maggiori probabilità di uscire nel prossimo futuro rispetto ad
altri.
A
partire da questa credenza sono nati il concetto di “ numero
ritardatario “ e la maggior parte degli approcci statistico-sistematici
che promettono le cosiddette vincite sicure. Molte fra le persone che si
dedicano al gioco del lotto e del superenalotto tengono allora in gran
conto questa finta, convinte che possa servire per determinare in anticipo
i numeri che saranno estratti. Non deve stupire, quindi, che ci sia gente
disposta a spendere moltissimo pur di accaparrarsi qualcuno di questi
metodi, i quali, in realtà, non hanno assolutamente alcun valore. La
lottologia, infatti, si basa su un’errata interpretazione della legge
dei grandi numeri o su altre grossolane travisazioni delle leggi del
calcolo delle probabilità.
MAPPA
L’ASTROLOGIA
Tra le pseudoscienze,
l’astrologia è sicuramente quella che gode di maggiore diffusione e
consensi. Alla base di tale disciplina c’è l’idea che gli astri
influenzano la vita umana : un’affermazione che, se vera, sarebbe in
netto contrasto con tutto ciò che la scienza ha scoperto finora. Secondo
la fisica, infatti, le uniche influenze che i corpi celesti possono
esercitare su di noi sono di tipo gravitazionale, oppure consistono in
vari tipi di radiazioni, tra cui la luce visibile, che esse possono
emanare: niente di paranormale dunque.
STORIA
DELL’ASTROLOGIA
E’ ormai
consuetudine che durante i giorni di inizio anno, lo schermo televisivo e
le pagine di molti periodici siano invasi dalla comparsa delle previsioni
dei più noti astrologi contemporanei. E’ pur vero, però, che seppure
l’avvento di un nuovo anno sembra rappresentare l’occasione propizia
per un’intensificazione delle previsioni astrologiche, non trascorre
giorno, settimana o mese che i mezzi di informazione, insieme alla
cronaca, vorrebbero trasmetterci anche notizie circa il nostro destino così
come gli astri lo rivelerebbero. Statistiche attendibili affermano che se
la metà degli italiani consulta l’oroscopo, il 30% dichiara di
crederci.
L’astrologia,
dunque, è una credenza diffusa, di cui - prima di dare una valutazione
occorre comprendere le origini e i presupposti.
UN PO’ DI STORIA
L’astrologia è
definibile come lo studio dell’influsso che gli astri (Sole, Luna,
pianeti e stelle) dovrebbero esercitare sugli eventi che accadono sulla
Terra. Gli astrologi ritengono che la posizione occupata dagli astri nel
momento della nascita di una persona, così come i loro successivi
movimenti, determinino sia il carattere che il destino di quella persona.
Essa è una pratica che ha origini antichissime anche se non ben definite,
probabilmente si sviluppò in modo indipendente in diverse civiltà. I
Caldei, che abitavano in Babilonia (l’attuale Iraq), svilupparono una
forma originale di astrologia già nel 3000 a.C., in seguito la
propagarono in Egitto, Asia Minore, Grecia e Roma; i cinesi, invece,
cominciarono a praticare l’astrologia prima del 2000 a.C., mentre
altre forme si svilupparono nell’antica India e tra i Maya del Centro
America. Probabilmente lo spunto comune che fece nascere l’astrologia -
seppure in forme e contesti culturali e storici diversi - fu la
constatazione che il moto di alcuni corpi celesti, e in particolare del
Sole, determina il ciclo delle stagioni e il successo dei raccolti. Su
questa base si può pensare che vennero sviluppati sistemi più ampi, nei
quali si supponeva che la posizione o il movimento dei corpi celesti
potesse condizionare ulteriori aspetti della vita. Già prima del 500 a.C.
l’astrologia era diffusa in Grecia, dove filosofi come Pitagora e
Platone la incorporarono nello studio della religione e dell’astronomia,
fu in seguito ampiamente praticata in Europa nel corso del medioevo,
nonostante le condanne pronunciate da molte autorevoli figure
ecclesiastiche. Fino al XVI secolo l’astrologia e l’astronomia erano
considerate scienze complementari, ma le scoperte di astronomi quali
Niccolò Copernico (1473-1543) e Galileo Galilei (1564-1642) ne misero
fortemente in crisi i fondamenti. Da allora la quasi totalità degli
scienziati non è più disposta a considerare l’astrologia come
"scienza", e questa viene nettamente distinta dall’astronomia,
la quale invece è una scienza esatta che studia gli astri nella loro
natura, massa , moto, movimento, costituzione e trasformazione.
L’astrologia si
basa su un grosso errore: la costruzione di un qualsiasi oroscopo è
fondata sul sistema tolemaico (elaborato da Claudius Tolomeo, 100?-170?
d.C.), che vede la Terra al centro dell’universo, e tutti i cinque
pianeti assieme al Sole e alla Luna che ruotano attorno ad essa. Al
sistema tolemaico subentrò il sistema copernicano che pone non più la
Terra ma il Sole al centro dell’universo e fu elaborato, appunto, da
Copernico, le cui teorie furono convalidate nel corso dei secoli dal
progredire dell’astronomia e dalla diretta osservazione dell’universo,
prima tramite telescopi e poi anche attraverso i viaggi degli astronauti
nello spazio. Dal punto di vista scientifico, perciò, il sistema
tolemaico ha solo un valore puramente storico. Dunque, tutti i possibili
movimenti che gli astrologi considerano nelle loro congetture sono solo
apparenti, dal momento che si basano sull’ipotesi erronea che la terra
sia ferma e tutto il resto si muova ruotando intorno ad essa.
Gli astrologi
elaborano delle carte chiamate "oroscopi" (i più moderni
si avvalgono per questo anche del computer), sulle quali sono riportate le
posizioni che i corpi celesti occupavano all’istante della nascita di
una persona. Molto importante è la posizione degli astri lungo l’"eclittica",
il cammino del Sole nel suo moto apparente intorno alla Terra. Questa è
suddivisa in 12 sezioni, cui corrispondono altrettante costellazioni,
dette "segni" (Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone,
Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario e Pesci), a
ciascuna delle quali gli astrologi assegnano un simbolo cui viene
associato un particolare insieme di caratteristiche umane (questo sistema
viene chiamato "zodiaco"). Ad ogni pianeta (tra i quali
sono inclusi anche il Sole e la Luna) viene assegnato un particolare segno
che dipende da dove il pianeta appare sull’eclittica nel momento della
stesura dell’oroscopo. Ciascun pianeta rappresenta un aspetto di base
della personalità ed ogni segno ne rappresenta l’insieme delle
caratteristiche più salienti.
Quando l’astrologo
designa una persona come appartenente ad un certo segno, ad esempio al
Leone piuttosto che all’Ariete, si riferisce al segno che il Sole occupa
all’atto della nascita della persona, in rapporto allo zodiaco.
L’oroscopo inoltre è diviso in dodici "case", le quali
sono riferite al periodo delle 24 ore che la Terra impiega a compiere una
rotazione attorno al proprio asse. Queste case influenzano l’andamento
di certe aree della vita della persona, quali il matrimonio, la salute, il
lavoro, i viaggi e la morte. Gli astrologi costruiscono le loro predizioni
interpretando le posizioni degli astri rispetto ai segni e alle case
dell’oroscopo.
E’ accertato
scientificamente che gli astri determinano alcuni fenomeni naturali,
questo è il caso, ad esempio, della Luna che - data la sua particolare
vicinanza alla terra - gioca un ruolo decisivo nella determinazione del
flusso delle maree o dell’andamento delle coltivazioni. Ma
l’astrologia ha ben altre pretese: essa è una forma di divinazione
(predizione del futuro) e come tale comporta un insieme innumerevole di
credenze più o meno superstiziose; su alcune di esse sarà opportuno
soffermarsi per un’analisi.
Innanzi tutto,
bisogna notare che i segni prendono il loro nome dal disegno luminoso che
le stelle sembrano tracciare nella volta celeste durante la notte. In
realtà questo corrisponde semplicemente ad un’illusione ottica, in
quanto la volta - a differenza di come si pensava anticamente - non è
piana e le stelle che compongono i disegni a cui i segni si riferiscono
sono disposte su diversi piani, addirittura a distanza di parecchi milioni
di anni luce. Inoltre, attribuire ad un segno un determinato carattere, in
base all’oggetto o all’animale che sembra essere raffigurato sulla
volta celeste, è solo un’ipotesi fantastica, che non trova alcuna
conferma scientifica. Occorre poi dire che i pianeti considerati
nell’astrologia sono solo cinque, perché quando vennero formulati i
fondamenti e le regole dell’astrologia, non se ne conoscevano di più.
Stranamente, i pianeti che non erano visibili allora, cioè a occhio nudo,
sembrano non essere influenti sugli eventi umani, lo stesso si può dire
delle stelle che non erano ancora note.
Gli oroscopi sono poi
molto generici e contraddittori fra loro, per rendersi conto di questo
basta leggerne diversi che si riferiscono però allo stesso segno su
riviste del medesimo giorno. Determinante per l’attribuzione del segno
è il momento della nascita, ma anche questo è uno dei tanti errori
dell’astrologia, infatti il nascituro comincia il suo cammino di
sviluppo fisico e psichico già dal concepimento e non dal momento della
nascita, ed è dunque dal concepimento che egli può subire l’influenza
di fattori che determinano la sua salute, la sua personalità e quindi la
sua vita futura.
Un’altra
considerazione molto importante a sfavore degli astrologi è il terzo
movimento della terra: Ipparco ( II secolo a.C. ) ; movimento di
precessione dell’asse terrestre, in circa 26 mila anni.
L’oroscopo
è legato alla data di nascita, quindi al calendario, che dipende
esclusivamente dalle stagioni, quindi dall’angolo tra asse terrestre e
la congiungente Terra-Sole. La quantità fondamentale è l’
“angolo”.
Il segno zodiacale è
invece legato alla posizione della terra nella sua orbita attorno
al sole. La quantità fondamentale è la “ posizione “. Il terzo
movimento della Terra mette, giorno per giorno fuori fase angolo e
posizione, smantellando il presunto legame tra queste due quantità,
quindi tra oroscopo e segno zodiacale. In altre parole mentre l’oroscopo
si basa da millenni su parametri sempre uguali come se la terra fosse al
centro dell’universo e le stelle fossero fisse, la scienza invece ci ha
insegnato che tutti i corpi celesti sono in movimento.
Con la scoperta del
terzo movimento della terra possiamo stabilire che la posizione dei segni
zodiacali, oggi, è completamente errato rispetto a migliaia di anni fa,
per effetto della rotazione dell’asse terrestre in circa ventisei mila
anni.
Coloro
che volessero continuare a credere nei segni zodiacali dovrebbero almeno
pretendere di essere nel segno giusto nel senso che le elaborazioni che si
fanno per gli oroscopi oggi corrispondono a circa duemila anni fa. Adesso,
il segno giusto ha un anticipo di una unità. Per esempio, chi crede di
essere nel segno dell’ariete deve sapere che, se alzasse gli occhi al
cielo per fare ciò che ha fatto Ipparco, troverebbe che il sole sorge nel
segno dell’Acquario. Un esempio emblematico per capire il fenomeno è
quello della stella Polare, noi, nel tempo, cambieremo, come hanno
cambiato i nostri predecessori di migliaia di anni fa, la stella polare,
per effetto della rotazione dell’asse terrestre, la prima stella polare
risale agli Egizi. Cinquemila anni fa la stella polare degli Egizi si
trovava nel cerchio descritto dalle stelle polari delle diverse epoche. La
nostra è la seconda. Fra circa 5.500 anni ce ne sarà un’altra. La
quarta stella polare sarà vista dai nostri posteri nell’anno 13000.
L’astrologia appare
la decisa negazione della libertà dell’uomo. Per gli astrologi il
destino sarebbe già scritto negli astri, quindi tutto sarebbe già
predeterminato, ma questa visione esclude la possibilità di concepire
l’uomo come autentico soggetto del suo agire e come costruttore della
sua vita in funzione del suo libero arbitrio.
Per la verità c’è
un altro tipo di oroscopo che può essere considerato attendibile: ed è
quello che riguarda lo spazio, più che il tempo. In altre parole
studiando non quando uno è nato, ma dove è nato. Se un individuo nasce
in un ambiente povero oppure ricco, in un paese arretrato oppure evoluto,
in una famiglia colta oppure
ignorante, ebbene in questo caso certamente questa posizione iniziale ha
molta importanza, e influenzerà senza dubbio il destino individuale. Ciò
però non ha niente a che fare con l’astrologia, bensì con i problemi
dell’educazione, dello sviluppo ( o del sottosviluppo ) sociale ed
economico.
Molti personaggi
importanti come gli autori di molti libri che ho letto, si stanno
preoccupando dei danni educativi provocati da queste teorie ( che tra
l’altro permettono ad alcune persone di arricchirsi a spese di chi ci
crede).
L’astrologia, come tante altre pseudoscienze, infatti
predispongono ad un atteggiamento mentale che è contrario al modo
corretto di prendere delle decisioni. Cioè un individuo tende in questo
modo a non sentirsi più responsabile, e finisce per delegare certe
decisioni a qualcun altro che ha meno informazioni di lui per poterle
prendere. Anche Hitler si rivolgeva agli astrologi: è un modo di
sottrarsi alla responsabilità in caso di sbagli. Ci sono molti politici e
altre personalità importanti che si rivolgono alle pseudoscienze
come rimedio alla loro incapacità decisionale, al loro libero
arbitrio, alla incapacità culturale di capire il falso che è dentro il
determinismo rispetto al razionale non solo scientifico, ma anche etico
dell’indeterminismo, e questo è molto grave in una società dove
necessita una comprensione molto più razionale che irrazionale.
Voglio a questo punto
inserire una dichiarazione molto importante tratta da un noto libro di
Piero Angela, “ viaggio nel mondo del paranormale “, in cui 186
scienziati di fama internazionale, tra cui 18 premi Nobel che
rappresentano le più diverse discipline scientifiche, l’hanno resa
pubblica ed è apparsa su “The Humanist”, ottobre 1975.
“Coloro che
vogliono credere nell’astrologia debbono sapere che essa non ha alcuna
validità scientifica. Oggi possiamo rendere conto di quanto
infinitesimali siano gli effetti di gravitazione o di altra natura
prodotti su di noi dai pianeti e dalle stelle. È semplicemente un errore
credere che le forze esercitate dalle stelle e pianeti al momento della
nascita possano in qualche modo influenzare il nostro futuro, o possano
favorire certe compatibilità o incompatibilità tra gli individui, o
possano rendere certi giorni o periodi più favorevoli di altri. Dobbiamo
renderci conto che il futuro è in noi stessi, e non negli astri. In
un’epoca di diffusa educazione e conoscenza non dovrebbe neppure essere
necessario parlare di queste magie e superstizioni. Ma dobbiamo constatare
che attraverso giornali, settimanali e mezzi di comunicazione la credenza
nell’astrologia viene oggi largamente disseminata nelle nostre società.
Questo fatto può solo contribuire alla crescita dell’irrazionale e
dell’oscurantismo. Pensiamo che sia giunto il momento di denunciare, con
forza, le affermazioni pretenziose dei ciarlatani dell’astrologia.
Bisogna che coloro che continuano a credere in queste cose sappiano che
non vi è alcuna base scientifica per tali credenze, e che anzi c’è una
forte prova del contrario.”
Penso che sia una
dichiarazione che lascia sicuramente da pensare anche ai più scettici,
perché non lascia dubbi.
Per chi ancora avesse
dei dubbi su questi fenomeni paranormali, prendiamo in considerazione
ancora una volta l’astrologia e suggeriamo un piccolo test che può
essere eseguito da chiunque.
Un modo molto
semplice per verificare se le previsioni degli astrologi funzionano è
quello di ritagliare, all’inizio dell’anno, le previsioni che
compaiono su tutti i giornali e tenerle poi da parte in un cassetto. Alla
fine dell’anno si riapre e si controlla quante delle previsioni si sono
effettivamente verificate. Si scoprirà che il risultato si avvicina allo
zero.
Un modo ancora più
semplice e veloce è quello di mettere a confronto le previsioni per un
dato segno, e relative alla stessa settimana, fatta da giornali diversi:
si vedrà che, facilmente, le varie previsioni saranno l’una in
contrasto con l’altra.
L’astrologia come
tutte le altre forme di veggenza ( e come tutti i racconti paranormali ),
rafforza questo atteggiamento di credenza nei confronti di dimensioni
diverse dalla nostra, e di credulità ( e soggezione ) verso qualunque
Individuo o rituante che si presenti come detentore di collegamenti
privilegiati con l’extrasensoriale.
Possiamo allora
chiederci, di fronte alle dimensioni di questo fenomeno: esiste nella
natura umana un bisogno di credere in qualcosa che trascenda la nostra
realtà ? Cioè una specie di bisogno quasi fisiologico di nutrirsi di
cibo extrasensoriale ? Oppure si tratta semplicemente di un
condizionamento ambientale, dovuto a racconti, leggende, tradizioni e
informazioni che avvolgono l’uomo sin da bambino in una dimensione, alla
quale non riesce a sottrarsi, soprattutto in assenza di informazioni di
altro tipo ?
( Tratto dal libro di
Piero Angela: “ Viaggio nel mondo del paranormale “ )
“C’è un
bisogno innato di credere ?
Ma se
l’informazione è determinante nel creare tra il pubblico una
disponibilità a credere nei fenomeni paranormali, esiste anche in ogni
individuo un bisogno innato di credere in qualcosa di trascendente, in
qualcosa che superi la dimensione fisica ? Esiste cioè una specie di
irrefrenabile spinta interna che fa parte della stessa natura umana ?
Si potrebbe
rispondere facilmente di no a questa domanda con una constatazione molto
semplice: il mondo è pieno di gente che non ha assolutamente questo
bisogno di credere nel trascendente. Se fosse una necessità connaturata
all’uomo dovrebbe essere comune a tutti ( cosi come è comune a tutti
gli uomini il bisogno di aria, cibo, sonno, ecc.), invece non lo è : e
questo costituirebbe già la prova che non si tratta di una necessità
interna, ma di un bisogno creato dall’ambiente, cioè dall’educazione
( e dall’informazione ). Quindi alla domanda : “ l’uomo ha bisogno
di credere nel trascendente ? “ la risposta potrebbe essere : “ non
l’uomo, ma certi uomini “. Cioè coloro che, per una serie di ragioni,
hanno sviluppato questo bisogno personale. Altri uomini hanno invece
espresso la loro fede in altri ambienti : per esempio in un credo di tipo
filosofico, morale politico o scientifico.
Probabilmente si
potrebbe dire che ogni uomo ha soprattutto bisogno di avere un contesto
nel quale riconoscersi e nel quale credere: e partendo da questo
ecosistema mentale muoversi alla ricerca ( personale ) della libertà.”
Del resto ci sono
domande ancora più semplici alle quali gli scienziati non sanno dare
risposta, mentre invece i veggenti e i chiromanti sono in grado si farlo:
per esempio sapere se un affare andrà bene, se un amore sarà fortunato,
o se ci sarà una grave malattia in famiglia, o se un’eredità è in
vista e tante altre cose che la scienza non è in grado di sapere, ma noi,
come si diceva prima, non viviamo in un mondo deterministico dove tutto è
scritto, viviamo in un mondo indeterministico dove siamo noi con la nostra
volontà a cambiare le cose.
Ma evidentemente
l’informazione non è sufficientemente efficace per cambiare questa
società. Poco importa se le risposte sono giuste o sbagliate, vere o
inventate: l’importante è che l’individuo abbia delle risposte. E che
siano confortanti. Per questo molta gente vuole credere ai medium, ai
veggenti, ai fenomeni paranormali: il loro obbiettivo non è di verificare
se si tratta di cose vere oppure no, se sono fenomeni genuini o soltanto
illusioni, ma piuttosto di avere una speranza per l’avvenire, di
ascoltare storie meravigliose, tralasciando una realtà che invece avrebbe
bisogno di un aiuto collettivo, razionale, etico, per risolvere alcuni dei
problemi reali che assillano l’uomo dall’alba della nostra civiltà.
Voglio a questo punto
raccontare un piccolo episodio che si è verificato durante la scelta dei
libri per poter continuare questa ricerca: nelle molte librerie che sono
stato la scelta non è stata cosi facile, il motivo è molto semplice,
nella sezione relativa alle scienze del paranormale o pseudoscienze ho
trovato montagne di libri che si occupano di queste discipline
irrazionali, ma pochissimi libri che trattavano dello smascheramento e
delle falsità di queste discipline. Lo stesso fenomeno lo vediamo ogni
giorno nei mass media, ci sono decine e decine di trasmissioni televisive
e articoli sui giornali che invogliano la gente a partecipare a questa
cultura
dell’irrazionale.
Questo piccolo episodio non è cosi banale come può sembrare, ma penso
sia l’essenza del problema che sta alla base di una falsa cultura.
Sognare è molto bello, da all’uomo quella speranza che serve a superare
grandi ostacoli che sono sempre presenti giorno dopo giorno, ma penso che
ci siano anche altri modi per sognare nel nostro mondo reale. Queste
speranze le possiamo ricercare nella vera cultura, nella conoscenza del
nostro mondo reale attraverso la nostra sensibilità, attraverso
un’analisi di un pianeta che ha bisogno di persone che hanno voglia di
costruire una società unita, leale, basata su un’etica giusta per
tutti. L’astrologia come tante altre discipline Pseudo scientifiche sono
pura illusione, è la parte egoistica dell’uomo che viene soddisfatta,
non c’è niente di costruttivo in questo modo di pensare, il vero scopo
della nostra vita è quello di conoscere e di riconoscere le cose vere da
quelle false. Dare un senso logico alla nostra vita non significa non
sognare, ma sognare in maniera diversa. Considerare che vivere in pace ed
avere rispetto e tolleranza per tutti i popoli del nostro mondo potrebbe
essere un’autentica risoluzione, è forse questo il più grande sogno e
la più grande speranza del nostro futuro.
MAPPA
LA
SUPERSTIZIONE
Se noi chiediamo agli
studiosi delle tradizioni popolari e ad alcuni antropologi se le
superstizioni sono utili, la loro risposta è sicuramente positiva, dal
punto di vista delle discipline sociali, a cui interessa soprattutto il
perché di certe credenze, la superstizione si configura come una presenza
che giustifica molti dei nostri atteggiamenti irrazionali e, forse
paradossalmente, offre l’opportunità per farci sentire meno fragili
davanti ai numerosi misteri dell’esistenza.
Il grande studioso di
pratiche magico – religiose contemporanee, Alfonso Maria di Nola, ha
osservato: “ se le superstizioni non esistessero bisognerebbe
inventarle, per la loro utilità nelle crisi esistenziali “.
È nota una famosa
frase di Totò: “ non è vero, ma ci credo “. In questa frase, che
apparentemente può sembrare banale, si nasconde un significato profondo
di come gli uomini o almeno molti popoli non possono fare a meno delle
pratiche superstiziose anche se consapevoli delle loro falsità.
MA COS’E’ LA SUPERSTIZIONE ?
In genere oggi si
indica come superstizione un insieme di stravaganti pratiche magiche –
simboliche, spesso in contrasto con le religioni; ma possono anche essere
considerate superstiziose delle false idee sulle pratiche religiose, alle
quali si dedica eccessiva attenzione con la consapevolezza che il loro
corretto svolgimento - o di contro l’infrazione - possano influire
pesantemente sulla realtà.
Se qualcuno volesse
mettere in fila tutte le superstizioni presenti nelle differenti culture
umane, l’elenco sarebbe lunghissimo. Ogni cosa, essere, o evento, per
l’irrazionale della nostra mente, può portare fortuna, sfortuna oppure
addirittura avere più specifici, positivi o negativi effetti. Il canto
della civetta, il gatto nero che attraversa la strada, lo specchio rotto,
passare sotto una scala, ecc., e si tratta fin qui di superstizioni
tradizionali, semplici e circoscritte. La superstizione, però, può
divenire addirittura uno stile di vita perché, per certe persone , può
influenzare ogni scelta, ogni comportamento, inoltre può proliferare,
ciascuno può spontaneamente crearne delle nuove e personali da aggiungere
alle superstizioni antiche e tradizionali.
La superstizione
intende indagare la realtà, trasformandola all’interno della propria
pratica simbolica, che si ritiene in grado di condizionare gli eventi
naturali.
“Perché l’uomo
è condannato a patire ?” Si chiede l’uomo, in preda al dolore. La
superstizione risponde: “ perché qualcuno o qualcosa malignamente ha
gettato il malocchio sul sofferente. La risposta è certamente inadeguata,
ma è pur sempre una risposta, quanti sono disposti ad accettare una
risposta più razionale ?
Dal punto di vista
razionale, si può considerare la superstizione come un’insieme di
esperienze che si basano sull’effetto delle emozioni all’interno del
sentire umano. In realtà, mentre le teorie della conoscenza sono dettate
dalla logica, quelle della superstizione risentono esclusivamente di idee
in contrasto tra loro.
Generalizzando,
appare evidente che i procedimenti connessi alla superstizione riescono ad
affermarsi maggiormente in quelle realtà dove l’esistenza quotidiana è
trafitta da incertezza e calamità non risolvibili con le ragioni della
scienza e della religione. La superstizione rappresenta il tentativo di
contrastare l’imprevisto e
giustificare gli ostacoli che impediscono all’uomo di raggiungere uno
specifico risultato.
Molte superstizioni
esistono perché le nostre conoscenze su alcuni argomenti sono alquanto
errate, o addirittura limitatissime. Di conseguenza non conoscendo le
cause effettive di un certo fenomeno fa si che lo si collochi nella sfera
del soprannaturale. Dal passato, naturalmente, molte cose sono cambiate,
poiché l’acquisizione di nuove conoscenze scientifiche hanno sfatato
credenze e antiche paure. Il problema, quindi è di natura informativa,
culturale scientifica. Più l’uomo si accosta con razionalità alla
nuova cultura scientifica più ne esce consapevole che alcune pratiche
superstiziose sono state tramandate dal lontanissimo passato, quando
regnava l’ignoranza e la paura, quindi modelli culturali falsi e
obsoleti.
MAPPA
L’UOMO E LA RAGIONE
Lo scontro tra
credenza e ragione ebbe a partire dall’Illuminismo la prerogativa di
porre in rilievo quanto fossero diffuse certe pratiche superstiziose e
come in esse si vedessero tra le righe le ombre di irrazionalità
considerata quasi patologica. Uno dei personaggi di maggior rilievo nella
lotta a questa falsa cultura è stato Voltaire ( 1694 – 1778 ), è
d’obbligo, quindi, descrivere brevemente il suo pensiero.
Voltaire
fu il simbolo dell'illuminismo francese.
La lotta contro l'intolleranza
L'impegno
filosofico di Voltaire è più che mai lotta contro il fanatismo e
l'intolleranza, contro la superstizione che
prende le sembianze della Chiesa cattolica, arrogante istituzione
temporale che limita la libertà di pensiero dell'uomo.
Voltaire sa che nella storia è la discordia e l'intolleranza che hanno
prevalso, ma afferma che la tolleranza è l'unico rimedio all'ingiustizia
e ai fanatismi, all'errore del fanatismo religioso cristiano che non
ammette opinioni che non siano concordi ai suoi precetti.
"Siamo tutti impastati di debolezze ed errori; perdoniamoci
reciprocamente le nostre sciocchezze, ecco la prima legge della natura..."
(dal Dizionario filosofico).
Voltaire si domanda
perché è proprio la Chiesa cattolica, il cui precetto fondamentale è il
perdono, sia stata storicamente dilaniata al suo stesso interno da
divergenze che sfociarono persino nel sangue.
Perché la Chiesa aveva istituito il Santo Uffizio, l'Inquisizione,
strumento tremendissimo in difesa dei suoi dogmi, per cui non esitò a
bruciare coloro che si allontanarono dai suoi precetti con la morte sul
rogo?
Perché
un'istituzione che ha come insegnamento la carità e l'amore verso il
prossimo ha commesso così gravi ingiustizie? Perché gli atti della
Chiesa si discostano così enormemente dall'insegnamento originario di Gesù?
E' in questa mancanza di tolleranza, di un'etica guidata non dall'idea
universale del bene ma dalla difesa a priori del dogma che Voltaire vede
una contraddizione insanabile tra ragione e fanatismo.
Esiste un rimedio al fanatismo?
Il
fanatismo non può essere combattuto con la ragione perché si alimenta
nella passione irrazionale.
Inutile allora cercare di convincere un fanatico a desistere dai suoi
errori con l'aiuto della sola razionalità, egli non starà ad ascoltare,
anzi, la controversia lo ecciterà ancora di più.
Quale rimedio al fanatismo allora? Il fanatismo non può essere combattuto
direttamente, esso potrà essere tutt'al più anticipato e prevenuto
mediante un corretto insegnamento culturale, sempre che la controparte
riesca a recepirla.
Deismo e nuova interpretazione storica
Voltaire
nega la validità della Chiesa cattolica ma non l'esistenza di Dio.
Voltaire vede un Dio disinteressato ai destini del mondo, Dio si limita
solamente a garantire il funzionamento del mondo fisico, la morale non è
quindi derivazione divina ma ambito esclusivamente umano.
L'esistenza divina è spiegabile quindi attraverso l'esperienza del mondo
e la ragione umana, non occorre quindi una rivelazione storica di Dio
per esserne consapevoli, per ammettere l'esistenza di Dio è sufficiente
la ragione, escludendo tutto ciò che vi è di irrazionale (i
miracoli, i misteri dogmatici).
Per ciò che riguarda la storia essa diventa interpretazione dei fatti
umani e non solo resoconto, la storia si dovrà occupare dello studio
dell'evoluzione dello spirito umano nel suo tentativo di affrancarsi dai
pregiudizi e dalla superstizione.
MAPPA
LA
SFORTUNA E IL DESTINO
Dal punto di vista
scientifico il destino, e quindi la fortuna e la sfortuna, sono fatti che
rientrano nel concetto di probabilità; in pratica tutto sarebbe
riconducibile a un insieme casuale di coincidenze che determinano un certo
effetto. Spesso non considerando che è l’uomo, con la sua razionalità
o irrazionalità e la sua emotività, a essere l’evento esterno; in
pratica a risultare l’artefice dalla modifica dell’ideale andamento
causa – effetto.
Ma
c’è di più
La
superstizione sarebbe un rimedio necessario, una sorta di effetto placebo
per portare sul piano della realtà un’angoscia che tormenta la nostra
mente. Da alcuni dati statistici è emerso che il 78 % degli europei
afferma che non ci sono metodi per combattere la sfortuna; il 19 % si
avvale di amuleti, talismani, riti collettivi e personali e solo il 3 %
ignora il problema. Non sono dello stesso parare i matematici e i fisici.
Ci sarebbero fattori esterni ben precisi alla base di questi nostri drammi
quali la sfortuna. Un complicato insieme di equazioni regola la nostra
vita, ma in alcuni casi pare impazzito perché un piccolo, insignificante
fatto può mutare drammaticamente un sistema a lungo termine. Un battito
d’ali di una farfalla ( effetto farfalla ) a New York può
provocare una tempesta a Pechino; è la teoria del caos o complessità che
rientra negli studi della fisica della materia, elaborata dai matematici e
considerata una delle grandi rivoluzioni scientifiche del XX secolo, pari
alla fisica quantistica. I matematici la chiamano anche teoria delle
catastrofi; noi la sperimentiamo ogni giorno e la chiamiamo sfortuna, ma
nella sostanza le cose non cambiano.
Siamo giunti cosi nel
mondo dell’indeterminazione, almeno per quanto riguarda soprattutto gli
eventi naturali, pioggia, uragani, terremoti, ecc. mentre alcuni dei
fattori della nostra vita quotidiana possono essere cambiati dalla nostra
volontà, dal nostro libero arbitrio, indipendentemente da fattori
puramente deterministici, che scaturiscono da una cultura arcaica erronea
e non più supportata da leggi e discipline scientifiche nuove.
Nella simbologia mondiale,
per quanto riguarda il significato superstizioso verso un animale, un
oggetto, una cosa, assistiamo ad un fenomeno da prendere seriamente in
considerazione, infatti, non tutti i popoli del mondo danno lo stesso
significato superstizioso allo stesso animale e alle stesse cose, ma
ognuno, in funzione delle proprie credenze popolari da il suo. Quello che
in Europa ha un certo credo superstizioso per l’oriente ed altri popoli
ha un significato completamente diverso, da ciò si può desumere
l’inconsistenza del fenomeno come mezzo per predire il futuro o avere
degli effetti cosi potenti da influenzare la vita di una persona.
Un Dio cosi grande nella
creazione dell’universo non può dettare delle cose cosi stupide come la
superstizione. Gli studi antropologici, etnologici e i reperti
archeologici ci dicono inequivocabilmente che tutta questa fantomatica
costruzione culturale deriva dall’ignoranza, dalle paure,
dall’angoscia che l’uomo ha sempre avuto. Oggi abbiamo gli elementi
necessari per sconfiggere questi modelli culturali, queste vecchie
credenze inutili, che si sono tramandate fino a noi attraverso una cultura
oscurantista. Adesso c’è la scienza moderna con le sue dimostrazioni
inequivocabili a farci aprire gli occhi su una realtà diversa, non quella
basata sull’irrazionale, ma su quella razionale. Certo è molto
difficile sconfiggere una cultura che dura da millenni, ma c’è sempre
un inizio.
MAPPA
IL
MITO – IL RITO – IL SACRO
COS’E’ IL
MITO ?
La parola deriva da un
termine greco che significa “ racconto “, ma non si tratta di un
racconto qualunque. Il mito infatti è una storia che ha come scopo quello
di spiegare i misteri del mondo, le sue origini, i suoi valori, il suo
senso, di definire le relazioni tra gli dei e gli uomini. In altre parole,
è un tentativo di dare risposte ai quesiti fondamentali che l’uomo si
è posto e si continua a porre.
Anche quando il racconto
appare poco credibile, ha un significato profondo, perché
esprime la rappresentazione
che una società fa di se stessa e della sua collocazione nell’universo.
Numerosi miti tracciano la
storia della creazione dell’universo e dell’umanità :
quello di interrogarsi
sulle proprie origini è infatti uno dei primi bisogni dell’uomo, che si
trova in ogni epoca e in ogni luogo del nostro mondo.
La
trasformazione dei miti
I grandi miti della
mitologia greca ed anche di altri popoli del passato, oggi, si stanno
trasformando in piccoli miti, mentre
nel mito classico il rapporto era più fra l’uomo e gli dei, oggi e fra
l’uomo e l’uomo, cioè si ricerca un mito nell’altro uomo come
ispirazione. Infatti nel mito classico c’era la presenza del divino, che
era legata alla religione dove non c’erano dogmi, non esistevano libri
sacri, mito e religione spesso coincidevano, nel senso che il mito era
racconto di imprese, di dei o di eroi. Il più delle volte, però, oltre
che rapporto tra l’uomo e uomo assistiamo ad un cambiamento del mito,
quindi il rapporto nella nostra epoca è anche tra uomo e cose. La
pubblicità è un grande sistema di creazioni di miti, nel senso che in un
mondo, che se non consuma non produce, se non produce crea disastro, dal
punto di vista economico, bisogna quindi creare dei miti.
I miti nel tempo si
trasformano, ma l’uomo ha sempre bisogno dei miti, molti miti sono
scomparsi o speriamo che siano scomparsi.
Pensiamo al mito
della razza nel periodo nazista: c'era l'idea che questo era il mito del
XX secolo contrapposto al mito della classe, che sarebbe stato il mito del
XIX secolo. Prima è scomparso, in maniera tragica, il mito della razza
con i campi di concentramento, con l'olocausto. E quindi questo grande
mito, a cui milioni e milioni di uomini, hanno creduto - non si sa se con
buona o con cattiva coscienza, ma molti sicuramente ne erano convinti -,
questo mito è tramontato. Questo mito traeva il suo significato dal fatto
che c'era una sorta di lotta fra i popoli, in cui il più adatto sarebbe
sopravvissuto, e stillava questo odio perché era diverso. Poi è
sopravissuto più a lungo il mito della società senza classi, che oggi ci
sembra, per così dire, quasi strano che gli uomini abbiano pensato che
alla fine la storia si sarebbe risolta con la fine dei conflitti, però
miliardi, questa volta , di uomini, hanno in buona fede, pensato e con
alcune buone ragioni, che se si eliminano i conflitti all'interno di una
società, è poi possibile trovare delle forme di convivenza in cui
l'ingiustizia possa finire.
I miti
moderni
Il mito moderno
– questa è la differenza con i miti antichi – è fabbricato, cioè
non è spontaneo, è costruito a tavolino e la risposta più immediata
l’abbiamo dai miti che sorgono e tramontano dalle grandi comunicazioni
di massa, televisione, giornali e altro che costruiscono un mito e dopo
pochi mesi se non funziona viene distrutto e se ne costruisce un altro,
come asserisce Umberto Galimberti in uno dei suoi libri, “noi
continuiamo a pensare la tecnica come uno strumento a nostra disposizione,
mentre la tecnica è diventata l’ambiente che ci circonda “. Tutto si
basa sul consumismo, se una cosa prodotta dalla tecnica fa guadagnare fior
di soldi al produttore vuol dire che è una cosa che funziona,
indipendentemente dal male che questa cosa produce alla società,
l’importante è che funzioni.
Anche se
l’uomo ha sempre avuto bisogno dei miti ci troviamo in una situazione
paradossale, questa forma di
pensiero postmoderno è stato dettato con forza da un capitalismo
esasperato, che ha a tutti i costi deve produrre per guadagnare, e se si
produce bisogna consumare, anche se non se ne ha bisogno, perché la
pubblicità esasperante te lo impone, con forme psicologiche a dir poco
distruttive. Insomma oggi è finita
l’epoca dei grandi miti. L’uomo continua a sognare con i propri miti,
ma deve rendersi conto che c’è un’altra realtà da affrontare non
quella dei sogni, ma quella in cui è molto importante discriminare i veri
miti da quelli falsi. Un esempio emblematico è l’operato di Madre
Teresa di Calcutta, è tra le figure più rappresentative dell’età
postmoderna, una donna che è diventata il mito del XX secolo per il suo
instancabile altruismo verso i popoli più deboli e più bisognosi.
Forse è il
caso di dirlo, il mito per l’uomo è molto importante per il suo modo di
essere, ma dobbiamo con forza e consapevolezza ricercare quei miti che ci
possono far uscire da questa società logorata da tanti mali e tante
falsità. Se si persegue solamente la filosofia edonistica non ci potrà
mai dare quella speranza di costruire una società più sana.
MAPPA
IL RITO IL
SACRO (
dibattito )
Voglio a questo punto
inserire parte di un dibattito tra Marcello Massenzio, che è professore
ordinario di storia delle religioni all’università di Roma e gli
studenti del liceo Socrate di Roma, tratto da uno dei temi di Rai
Educational, per evidenziare più chiaramente il concetto di sacro.
INTRODUZIONE:
"Ogni cosa sacra deve essere al suo posto", ne parla con molta
profondità un pensatore indigeno. Si potrebbe arrivare a dire che proprio
questo la rende sacra, poiché se la sopprimesse, sia pure con il
pensiero, tutto l'ordine dell'universo, crollerebbe. Essa contribuisce
dunque a mantenerlo, occupando il posto che le spetta. In questi termini
l'antropologo Claude Lévi-Strauss definisce il sacro: "E' sacro ciò
che attiene all'ordine dei mondi, ciò che garantisce questo ordine. Ma il
sacro concerne anche l'uomo e non solo il cosmo fisico. Il sacro è in tal
senso un valore una produzione culturale". E' ciò che ha
sottolineato con particolare forza l'antropologo Ernesto De Martino, che
ha indagato la sfera del sacro a partire dalla esperienza di rischio e di
angoscia dell'esistenza. Il dominio del sacro in tal senso è l'insieme
dei valori, delle pratiche e delle convinzioni che l'uomo utilizza per
conferire senso e valore all'esperienza. Il sacro è dunque ciò che
garantisce un ordine: l'ordine del mondo e l'ordine dell'uomo. Sacro è ciò
che difende dal rischio del caos, dall'angoscia del nulla e perpetua un
ordine antico e inviolabile.
DOMANDA:
Il concetto di sacro deve rimanere assoluto oppure può cambiare a seconda
dei diversi contesti, storico-politici, in cui viene a trovarsi?
RISPOSTA:
Il sacro è un prodotto culturale, e quindi, se è un prodotto culturale,
varia da contesto a contesto. Ogni civiltà ha la sua idea di sacro, ha le
sue cose sacre, per dirla con Lévi-Strauss. Quindi, noi abbiamo una
categoria concettuale, che ci permette di avere una visione unitaria del
sacro, ma in realtà esistono tanti prodotti sacri quante sono le culture.
Ogni cultura cambia, ogni cultura ha una storia e quindi con il variare
della storia, con il divenire storico muta anche la nozione di sacro
all'interno di ogni cultura. Quindi il sacro è una variabile storica.
DOMANDA:
La ricerca del sacro da parte dell'uomo si può considerare in un certo
senso mediata dall'istituzionalizzazione stessa del sacro, come, ad
esempio, è avvenuto per il Cristianesimo con la Chiesa.
RISPOSTA:
Ma non sempre. Si può impostare in questi termini una riflessione sul
sacro. Partiamo proprio da quello che diceva Lévi-Strauss: "Le cose
sacre devono stare al loro posto e ciò che le rende sacre è il fatto che
stiano al loro posto". Quindi non c'è un sacro innato. Sacro è quel
qualcosa che fa sì che l'ordine dell'universo possa essere garantito.
Perché è importante questo tipo di riflessione? Perché si inquadra in
un discorso più ampio. Ed è la contrapposizione cultura/ natura. L'uomo
appartiene alla natura, ma si distacca dalla natura per creare cultura.
Ecco, e quando crea cultura crea ordine. E, per significare il distacco
dalla natura e la creazione di un ordine, appunto crea cose sacre, che
stanno a dire:" Io mi sono staccato dal piano puramente animale e ho
creato qualcosa di più, ho creato dei valori". In natura non
esistono valori. Allora questi valori li faccio diventare sacri, cioè li
pongo al riparo da ogni possibilità di cambiamento, perché senza quei
valori l'ordine culturale non ha senso. Pensate al sacro come a un
qualcosa che può essere immaginato come un deposito di valori, che danno
senso alla esistenza collettiva.
DOMANDA:
Il sesso può essere considerato sia sacro che profano, nel senso, cioè,
diciamo l'accezione di sacro, ad esempio nella nostra cultura, gliel'ha
data la chiesa, considerandolo soltanto, così, profano in fondo - no,
dico: il senso di profano, volevo dire - però, ad esempio, in altre
culture magari è considerato sacro. Non so, volevo chiedere: cosa ne
pensa Lei?
RISPOSTA:
E' una bella domanda questa, che mi fa venire in mente ancora una volta Lévi-Strauss.
Abbiamo detto il contrasto tra natura e cultura. L'uomo è un animale, però
non si accontenta di essere animale, sporge oltre l'umanità. E che
significa sporgere oltre l'umanità? Come fa a sporgere? Si dà delle
regole. Anche per Lévi-Strauss la prima regola che l'uomo si dà è
proprio nel campo della sessualità. E' il tabù dell'incesto, che appunto
ci rimanda alla sfera del sacro. Che cos'è il tabù dell'incesto. E'
quella norma, sacra, intangibile, che vieta matrimoni e rapporti sessuali
tra consanguinei. Quindi, se c'è questa regola, la sessualità è
culturalmente disciplinata. Se questa regola non c'è, appunto la
sessualità non è disciplinata, è bestiale, è animale, è naturale.
Quindi proprio nel campo della sessualità, c'è la formazione di una
regola sacra, il tabù dell'incesto, che è sacra anche per noi. Il più
grande peccato della nostra cultura è andare contro questa regola. E
questa regola garantisce però il fatto che l'uomo appartiene al piano
della cultura, quindi è quella famosa cosa
sacra, che non può essere assolutamente cancellata, neppure col pensiero.
DOMANDA:
Lei parte dal presupposto che c'è quindi un sacro che è appunto natura,
ordine, e quindi poi una specificazione di questo sacro, che è, diciamo
nella cultura, nelle varie culture, da quanto mi sembra di aver capito.
RISPOSTA :
No il sacro non è nella natura, il sacro è cultura.
DOMANDA:
Il mio problema era proprio questo. Lei quindi ha detto mito, rito e
simbolo. Quindi, dietro a un mito, a un rito e a un simbolo c'è sempre
una verità, dietro a questi, e questo significato profondo è un
significato profondo comune a tutti, a tutte le manifestazioni del sacro,
e come tale può essere conosciuto dall'uomo, oppure si differenzia
proprio alla base in tutte le religioni e in tutte le manifestazioni?
RISPOSTA:
Io ho detto: il sacro è un prodotto storico. Allora, ogni civiltà ha la
propria dimensione del sacro, perché ogni civiltà ha i propri valori,
che sono valori solo per quella civiltà. Quindi c'è un piano generale,
nel senso che ogni civiltà umana ha bisogno di valori. Questo è il piano
universale, però i valori concreti, variano poi da cultura a cultura e
variano anche nella storia di ogni cultura, per cui ciò che era sacro
mille anni fa nella mia cultura non lo è oggi e viceversa.
DOMANDA:
Volevo sapere se il sacro e il progresso procedono insieme o se il
progresso può annullare, in un certo senso, il sacro per l'uomo.
RISPOSTA:
E' sempre una domanda bella, è sempre una variazione sul tema della prima
domanda. Il sacro è un prodotto storico e quindi il sacro non è contro
il progresso. Il sacro è qualcosa che accompagna il progresso, perché
progredire significa creare nuovi valori e quindi aver bisogno di nuove
cose sacre, che devono stare al loro posto. Quindi non dovete immaginare
il sacro come qualcosa che è sempre uguale a se stesso e quindi mobile e
come tale è contrario al progresso. Dovete immaginare il sacro come un
prodotto storico, che dà certezza, perché presenta quei valori come
valori solidi, che ci stanno,
che sono
assicurati. E quindi il divenire è anche divenire di valori, il divenire
è anche nascita di nuovi valori, E questi nuovi valori devono essere
sanciti, devono essere considerati validi per tutti e quindi resi sacri in
questo senso.
DOMANDA:
E’ possibile per un uomo vivere
bene senza avere qualcosa di sacro o comunque qualcosa in cui credere.
RISPOSTA :
E'' impossibile, a mio avviso, vivere culturalmente senza avere dei
valori, socialmente condivisi, che danno senso all'esistere. L'esistere di
per sé non ha senso. L'esistere acquista senso in rapporto ai valori che
vengono conferiti all'esistere. Ora questi valori, quando sono fissati in
miti, in riti, in simboli di carattere religioso, appunto appartengono
alla sfera del sacro, che, in questo modo, dà ai valori la possibilità
non solo di durare, ma appunto di costituire un linguaggio valido per
tutti. Il sacro è una dimensione collettiva. E quindi valori resi sacri
non solo acquistano qualcosa che li mette al riparo dal potersi dileguare
all'improvviso, ma
diventano, in quanto sacri, un valore per tutti. E' la dimensione,
collettiva, sociale del sacro, che è fondamentalmente importante.
Comunque alla sua domanda: "Si può vivere senza valori?",
rispondo in maniera categorica: "No".
DOMANDA:
Ma se il sacro è nato anche come un'esigenza dell'uomo, per rispondere
all'ignoto, per cui è nato proprio come, come per dare sicurezza
all'uomo, oggi, che la scienza dà sempre nuove risposte, che funzione può
avere in questo senso, il sacro?
RISPOSTA:
Ci sono due livelli. La scienza certamente aiuta a vivere, è un
contributo assolutamente imprescindibile nella nostra cultura, ma c'è un
piano che non è della scienza, che è quello appunto al quale accennava
De Martino: la presenza umana nel mondo, la possibilità di vivere secondo
valori collettivi, la possibilità di assumere il prossimo come un altro
con il quale mettersi in rapporto e con il quale, con il quale dialogare
in modo costruttivo. Tutto questo non ha a che fare con il piano della
scienza, sono due dimensioni diverse. E' utile, insopprimibile il piano
della scienza, ma è utile, insopprimibile il piano dei valori, attraverso
i quali l'altro da me diventa un valore appunto fondamentale al quale
rapportarmi.
DOMANDA:
Quanto i valori collettivi hanno poi soddisfatto il bisogno dell'uomo
verso il sacro, cioè l'esigenza dell'uomo nella ricerca di un sacro,
quando l'uomo si è trovato davanti una collettività, che però ha
sbagliato, proprio in risposta a un sacro. Faccio un esempio: i campi di
sterminio.. Così, volevo chiedere questo.
RISPOSTA:
Anche questa è una domanda di grandissimo respiro e sono molto contento
del fatto che questo tema susciti argomenti così complessi. Certo c'è
una dimensione tutta interiore del sacro, per cui appunto più che verso
valori collettivi il sacro rientra verso una ricerca all'interno di se
stessi. E questa è la via mistica al sacro. Ora la sua domanda mi stimola
ad ampliare un po' la mia, la mia parte introduttiva, chiamiamola così.
C' è un sacro fatto di valori collettivi, che appunto fanno sì che una
civiltà abbia certi pilastri sui quali essere edificata, poi c'è
un'altra dimensione del sacro, che è la dimensione mistica, che non è
tanto intesa quindi verso valori collettivi, ma verso valori appunto
individuali, verso i valori che in qualche misura staccano l'individuo
dalla collettività, perché il mistico non tende tanto al colloquio
uomo-uomo, ma tende soprattutto al colloquio uomo e mondo, mondo
sovrumano. Il mistico non riconosce valore al mondo, proprio perché nel
mondo vede orrori, tipo il campo di sterminio, e allora vuole fuggire da
un mondo che produce quello. E allora si stacca e vuole una salvezza dal
mondo. Il sacro è sia sistema di valori, che ti fa esistere nel mondo, ma
anche salvezza dal mondo, quando il mondo non ha niente di positivo,
quando il mondo appunto è capace di produrre realtà assolutamente
nefande, come quelle dei campi di sterminio. Allora si fugge dal mondo.
Allora sacro significa via mistica, verso la salvezza dal mondo, e non più
via che porta a vivere nel mondo. E quindi il sacro è anche via mistica,
oltre che linguaggio collettivo. E' molo bello che lei mi abbia ricordato
questo, questo elemento.
DOMANDA:
Abbiamo visto che il sacro è cultura. Ma, per esempio sappiamo, per
esempio, che in altre culture il sacro si lega molto profondamente al
concetto, alla natura, infatti c'è un rispetto inviolabile e sacrale per
la natura. Allora, quando avviene un incontro tra la nostra sacralità e
magari una sacralità che può essere quella degli indigni d'America o
degli indios del Centro America, Lei pensa che ci possa essere un rapporto
dialogico, quindi un incontro o deve essere uno scontro, che porterà poi
a un predominio e a una sudditanza di uno dei due concetti di sacro?
RISPOSTA:
Anche questa è una domanda splendida. Veramente senza retorica:
e’ stato uno scontro, è stato un terribile scontro. L'Occidente,
quando si è rapportato all'altro, è stato sempre mosso da intenti di
sopraffazione. Basti ripensare ai secoli di colonizzazione, con tutto
quello che ha comportato: schiavitù,. Sono pagine, così, ancora
grondanti di orrore, che è inutile appunto soffermarsi molto. Basta il
termine "colonialismo" per evocare tutto un percorso all'insegna
della sopraffazione dell'altro. Oggi, soltanto oggi, è nato ed è appunto
un modo per considerarci autori di un cultura diversa, soltanto oggi c'è
una nuova sensibilità per l'altro. E' il tentativo di porci su un piano
dialogico, un piano che è molto difficile, proprio perché i nostri
valori non coincidono con i valori degli altri. E allora trovare la
possibilità di essere noi stessi e rispettare contemporaneamente gli
altri, è possibile, certo che è possibile, ma richiede una tensione
etica e culturale enorme, veramente enorme.
MAPPA
APPUNTI SUL SACRO
La
religione costituisce la sfida massima per la sociobiologia e tutte le
discipline a carattere riduzionistico.
Senza
dubbio la religione è apparsa come fenomeno nuovo nel corso
dell’evoluzione. Gli scimpanzé, con tutta la loro vicinanza genetica
all’uomo, non hanno né arte né religione.
Da
qui si può avanzare quindi l’ipotesi, di cui ne abbiamo parlato nel
capitolo “cos’è la vita”, che è la cultura a separare l’uomo
dall’evoluzione biologica, e dall’evoluzionismo darwiniano, perché
come giustamente diceva Marcello Massenzio, il sacro e il profano sono un
prodotto culturale storico non biologico.
Un
po’ di storia, il linguaggio
I
riti, la concezione religiosa, quindi il sacro, sono apparsi con
l’autocoscienza nell’uomo,
molto prima che potesse comunicare con il linguaggio.
La
comunicazione gestuale e rituale, come la sepoltura dei defunti, ne è una
prova,
ci
sono dei reperti archeologici che risalgono a circa 90.000 anni fa, quando
ancora
l’uomo
non aveva sviluppato una comunicazione verbale vera e propria.
L’uomo
di Neanderthal si estinse lasciando posto ad un’altra ramificazione,
Homo Sapiens, ma per circa 50.000 coesiste con l’uomo moderno. Non si
hanno comunque prove precise su l’uomo ed il suo evolversi del
linguaggio.
Si
sa comunque che il rito e i processi del sacro sono apparsi prima del
linguaggio.
Da
questa ricostruzione si potrebbe intuire che l’uomo primitivo non ancora
dotato di linguaggio avendo paura degli eventi naturali come: pioggia,
tuoni, raccolti, buio, ecc. ha sentito il bisogno di credere in qualcosa
di straordinario per placare queste insicurezze, dare quindi aiuto e
speranza alla loro esistenza.
Il
rito e il sacro nascono quindi con l’autocoscienza dell’uomo in ogni
parte della nostra terra e indipendentemente dai propri credo religiosi,
la credenza nel sacro è un fenomeno universale utile alla propria
esistenza e con il linguaggio questo fenomeno si intensifica costruendo il
mondo dello straordinario, quel mondo che attraverso la creazione degli Dei, specialmente nei popoli greci, e di entità trascendenti, da
all’uomo quello che nel mondo dell’ordinario non ha.
I
rituali si moltiplicano, la credenza nel sacro diventa motivo di vita
senza il quale l’uomo cade nell’angoscia più profonda. Facendo
un’attenta analisi dei popoli primitivi possiamo dire che il terrore non
sviluppa capacità razionali, ma lascia i suoi segni, cosi l’uomo si
accosta alla serietà
della
religione dall’esperienza della paura. Ma ansia, paura, terrore, non
sono solo emozioni incontrollabili suscitate da fantasie psicologiche,
hanno chiare funzioni biologiche nel proteggere la vita, ecco come la
cultura domina l’aspetto naturale, biologico nell’uomo.
Nel
contempo l’uomo creando il mondo dello straordinario, quindi il mondo
degli Dei, crea una gerarchia, il divino, e solo il divino ha il grande
potere di intervenire con
i suoi aiuti o i suoi castighi sulla vita dell’uomo.
Nasce
cosi la paura del divino con varie ritualizzazioni in ogni epoca e in ogni
luogo.
I
rituali.
Se
dovessimo elencare i rituali di tutti i popoli nel tempo come: doni,
sacrifici, invocazioni, preghiere, offerte, ecc. non basterebbe un libro
intero.
Basta
pensare alla cultura mitologica degli antichi greci che ha segnato nel
tempo
un’epoca
indelebile per la storia dell’uomo, anche se oggi il tempo dei grandi
miti si è trasformato dal punto di vista storico, fondamentalmente è
rimasto quello che è l’essenza del fenomeno, e cioè il mondo dello
straordinario, un mondo in cui non possiamo fare a meno, anche se la
scienza ci ha regalato tante risposte essenziali per poter sfatare un tipo
di cultura che era basata sull’ignoranza di fenomeni fisici, chimici,
biologici, ecc. l’uomo ha ancora bisogno di risposte che la scienza non
può dare, e che probabilmente non darà mai, ma questo non significa che
tutto il mondo dello straordinario può essere accettato, adesso vediamo
alcuni dei rituali antichi per circoscrivere il fenomeno.
Tratto
dal libro di Walter Burkert, “ la creazione del sacro”
Seneca,
nelle Naturales Quaestiones, scrive:
“
Non mi trattengo dal rivelare tutte le assurdità dei nostri pensatori.
Dicono
che certe persone, esperte nell’osservare le nuvole, sanno predire
quando verrà la grandine… Cosa incredibile, a Kleonai c’erano, per
avvistare la grandine, dei guardiani ufficiali ( chalazophylakes ). Quando
costoro dicevano che sarebbe venuta la grandine, cosa pensi facesse la
gente?… Ognuno sacrificava qualcosa: chi un agnello, chi un pollastro; e
subito le nuvole, assaporato un po’ di sangue, si spostavano da qualche
altra parte. Ridi? Ascolta e riderai più di gusto. Chi non aveva agnelli
né polli, sacrificava quel che poteva: poneva mano a se stesso.
Ma
non credere che le nubi siano ingorde o crudeli: costui si pungeva solo un
dito con una penna aguzza, e con questo sangue compiva il sacrificio
propizio.
La
grandine risparmiava il suo podere come i luoghi dove le nuvole erano
state
implorate
con sacrifici maggiori”.
Una
usanza che è stata praticata in quasi tutto il mondo, secondo indagini
archeologiche, antropologiche e etnologiche, è stata quella del taglio
del dito o di un arto, per scongiurare malattie, pericoli, o in previsione
di un danno, la mutilazione veniva
considerata il giusto prezzo per la salvezza, gli esempi provengono da
civiltà diversissime, di America, India, Oceania ed anche nella
tradizione greca.
Tutto
fa pensare che si tratti di una usanza non solo diffusa, ma antichissima.
In
alcune grotte paleolitiche si trovano le impronte delle mani di gente che
probabilmente voleva entrare in contatto col sacro o lasciare un segno
della propria presenza. Il sacrificio del dito sarebbe un rituale
paleolitico sopravvissuto fino al XX secolo, per più di ventimila anni.
Uno
degli esempi più rappresentativi nella storia dell’uomo è il
sacrificio: la reciprocità del dare. Donare significava, e significa
ancora adesso per molte persone, ricevere.
Gli
antichi usavano il dono non solo come omaggio, ma si aspettavano un
corrispettivo. Tuttavia il principio della reciprocità, per quanto
universale e primordiale, non è innato: deve essere imparato di nuovo da
ciascun individuo,
non
ha cambiato i nostri geni grazie ad una evoluzione culturale.
E’
giusto dare doni agli dei? E’ una domanda che si posero già molti
uomini in diverse ere. Se i doni contano, il ricco avrà possibilità
assai migliori nei suoi rapporti con gli dei. Proteste contro questa
sfacciata richiesta di reciprocità non mancano.
In
primo luogo da parte di Gesù: “ Dare è più benedetto che ricevere
“. Ma questo è un problema puramente etico che fortunatamente con
l’evoluzione della cultura morale si è giunti a capire che non è
possibile commercializzare il sacro.
Si
è visto nel tempo una lenta presa di coscienza di questo fenomeno dei
doni e del sacrificio. L’uomo incomincia a domandarsi se il dono è
veramente efficace come reciprocità, anche perché molti uomini sono
morti, molte catastrofi sono avvenute, anche se sono state offerti doni e
fatti sacrifici. E’ dunque necessaria questa forma di ritualizzazione
per l’incolumità dell’uomo?
MAPPA