Come afferma Marcello Massenzio,
professore di Storia delle religioni all'Università di Roma, a Tor
Vergata, il sacro, il rito, il mito, il simbolismo sono dei prodotti
culturali, quindi niente di ereditario, niente di biologico, la
cultura si acquisisce nell’ambiente in cui si vive, più l’ambiente è
sano, culturalmente, più si ha possibilità di acquisire nuove ed
importanti nozioni, viceversa se un individuo nasce in un ambiente
dove non ci sono scuole o strutture culturali, come ad esempio nelle
terre poverissime dell’Africa o di altri Paesi poveri, non si avrà
quella possibilità di un’evoluzione culturale come invece si ha in
Occidente. Oggi, come d'altronde anche nei tempi passati, ogni
popolo ha la propria cultura, la propria tradizione, la propria
etica, la propria religione. Ciò ci dimostra che l’ambiente ha una
notevole capacità nel plasmare le nostre menti. Ciò dimostra anche
come siamo fortemente influenzati nella scelta della religione, in
effetti non si tratta di una vera e propria scelta ma di un
adattamento all’ambiente in cui viviamo.
Questo fenomeno ci viene
confermato anche da un noto etologo, Konrad Lorenz, che attraverso i
suoi studi sul comportamento degli animali e poi confrontati con
quelli dell’uomo, ci ha fornito dei dati inconfutabili
sull’imprinting. Ma cos’è l’imprinting? L’imprinting è la forma di
apprendimento di base, che si verifica in un periodo della vita
detto periodo critico quando si è predisposti biologicamente a quel
tipo di apprendimento, ad esempio quando un bambino di pochi anni
incomincia ad acquisire le prime nozioni di base, queste nozioni
hanno un’importanza fondamentale nella crescita. Da ciò possiamo
dedurre che la religione viene acquisita sin da piccoli, attraverso
il fenomeno dell’imprinting e attraverso i condizionamenti
ambientali, ad esempio: se un bambino nasce in India la sua
religione sarà probabilmente induista, se nasce nel Medio Oriente
sarà islamica, se nasce in Italia sarà cattolica, e così via.
Questo fenomeno ci suggerisce che il proprio credo è condizionato
fortemente dall’ambiente in cui si vive e non ha niente a che fare
con la libera scelta, questo naturalmente riferito ai bambini.
Quando si diventa adulti, attraverso l’evoluzione culturale, la
libertà di scelta (libero arbitrio) potrà cambiare le cose, ma
intanto nella mente di un bambino si crea un altro fenomeno
altrettanto importante, la creazione degli archetipi, (le forme
primitive alla base delle espressioni mitico-religiose dell'uomo).
Questi archetipi, in effetti, sono dei modelli culturali che
interagiscono sulle nostre scelte e ci possono condizionare anche da
adulti. Se un bambino sin da piccolo ha avuto una educazione
cristiana, il suo archetipo sarà la figura di Gesù, se ha avuto
un’educazione buddista avrà altri archetipi, e così via.
Dopo questa breve illustrazione
dei fenomeni di condizionamento, possiamo affermare che la scelta di
una o di un’altra religione è semplicemente una circostanza casuale
e non ha niente a che fare con una specifica Fede. In poche parole,
una religione vale l’altra, anche perché in tutto ciò che abbiamo
detto, sorge una domanda legittima: visto che ogni religione ha una
verità assoluta, visto che ogni religione riconosce il suo credo
come unico e assoluto, e visto che nel mondo, le religioni
riconosciute, si sono oggi ulteriormente ramificate fino ad arrivare
ad un numero di otre 4200. Quale sarà quella giusta? Ma è poi vero
che le religioni hanno delle verità assolute? Perché se ciò fosse
vero dovremmo avere un numero altissimo di verità assolute!!! O è
tutto derivato dai processi ritualistici degli uomini primitivi?
Insomma, una sorta di necessità culturale-biologica di cui ancora
non si conoscono i veri motivi, c’è qualcuno che addirittura ha
avanzato l’ipotesi che ci sia un’area nel nostro cervello che
soddisfa questa necessità. Si potrebbe avanzare l’idea che non sia
solo una necessità culturale ma anche biologica, visto che siamo
figli dell’evoluzione per selezione naturale.
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Sempre molto interessanti gli argomenti che tratti. Sì, in effetti ognuno crede di avere in mano la verità assoluta, ma esistono tante verità e allora, qual'è quella vera?
Ti ringrazio per il commento Grazia, per quel che mi riguarda non esistono verità assolute, se vogliamo capirci veramente qualcosa nella sfera del razionale ci dobbiamo affidare alla scienza. Solo la scienza, attraverso la riproducibilità dei fenomeni, secondo il modello Galileano, ci potranno essere delle verità. La fisica, la matematica e la nuova biologia sono le scienze che hanno contribuito in modo tangibile a darci delle spiegazioni inconfutabili sulle origini dell’universo e le origini della vita, che sono in nettissimo contrasto con tutte le fantomatiche ideologie e “leggende” religiose. A questo punto ti chiederai: bisogna credere nella realtà dei fatti (la scienza), oppure nella mitologia o leggenda che porta avanti la religione? Come hai confermato nella tua domanda, su 4200 religioni qual è quella giusta? Non esiste risposta a questa domanda perché non ci sono gli elementi storici, antropologici, paleontologici, chimiche, biologiche e ideologiche per credere nelle religioni. Un caro saluto, Piero
Grazie a te della risposta. Hai perfettamente ragione, solo la scienza ci può dire come sono iniziate le cose, le religioni e le leggende non danno delle spiegazioni inconfutabili alle nostre domande. Un caro saluto a te.
Da adulti ci si forma le proprie idee, che comunque si attingono e si variano da ciò che ci hanno insegnato. Una cosa che mi fa riflettere sono i dieci comandamenti, che bene o male equivalgono per tutte le religioni esistenti. Sono semplicemente dieci a cui l'essere umano si deve attenere, e non sono soggette ad interpretazioni di nessun tipo, eppure le nostre leggi sono quasi infinite, con varianti e possibili interpretazioni, rendendo la giustizia nebulosa. In questo caso la religione è anche un organo giudiziario, diventa sanitario quando impone digiuni , e alimenti che vanno bene in certi paesi e non in altri.la religione è costruita per aver una sua utilità anche sociale dove mancano altre fonti di regole del vivere civile. che poi se ne faccia un cattivo uso, come tutto dipende da noi. Per quello che mi riguarda avendone l'età, mi sono fatta le mie idee, per cui credo nell'anima. E mi spingo anche oltre, scusa se mi permetto, ma credo che l'anima è il corpo siano due organismi diversi, che entrano in simbiosi, in un universo grande e sconosciuto per molti aspetti, ciò dovrebbe entrare nell'ottica di facile comprensione. La lunghezza della vita dei due organismi non è simile, la vita umana continua tramite la trasmissione del dna...quella dell'anima continua per un tempo più lungo. Questa è la mia idea, dopo aver letto, guardato, osservato ciò che mi circonda...scusa se sono stata prolissa. I tuoi post sono sempre decisamente interessanti. ciao Giò
Ti ringrazio Giò per il commento, ma devo cercare di risponderti su dei punti molto importanti, perché non è esatto ciò che affermi. Primo punto, nel mio post ho affermato: “Quando si diventa adulti, attraverso l’evoluzione culturale, la libertà di scelta (libero arbitrio) potrà cambiare le cose, ma intanto nella mente di un bambino si crea un altro fenomeno altrettanto importante, la creazione degli archetipi, (le forme primitive alla base delle espressioni mitico-religiose dell'uomo). Questi archetipi, in effetti, sono dei modelli culturali che interagiscono sulle nostre scelte e ci possono condizionare anche da adulti. Se un bambino sin da piccolo ha avuto una educazione cristiana, il suo archetipo sarà la figura di Gesù, se ha avuto un’educazione buddista avrà altri archetipi, e così via.” In questo caso gli archetipi che si formano da bambini sono difficili da estirpare se non con una forza culturale non indifferente. Quello che in effetti è importante sottolineare non è tanto la religione, e quale, ma l’ambiente in cui si vive. E’ l’ambiente che ci porta verso una religione o un’altra, quindi si può parlare di condizionamento ambientale e non di libera scelta. Secondo punto, non è assolutamente vero che i dieci comandamenti siano uguali per tutte le religioni. Intanto quando parlo di religioni non intendo le religioni monoteiste, sarebbe troppo semplice riferirsi solo al Dio di Abramo. Purtroppo le religioni oggi sono oltre 4200, ed alcune di esse non si possono considerare vere e proprie religioni, ma dottrine o filosofie trascendentali e di meditazione, come il buddismo, ci sono poi religioni molto complesse come l’Induismo dove coesiste sia il teismo che il deismo, non solo ma ci sono ancora le caste, “gli intoccabili” appartengono alla casta più povera e vivono in una condizione disumana, altro che dieci comandamenti o utilità sociale!!! Ma non divaghiamo, vorrei rispondere alla tua affermazione sui dieci comandamenti con un articolo che ho già pubblicato, in effetti si tratta della netta distinzione tra la Bibbia cristiana e la Bibbia ebraica. Ecco com’è nata la Bibbia ebraica: Dalle tavole di Mosè (TORA’), gli ebrei hanno elaborato prima la MISHNA’, scritta in ebraico (2000 a.c.). Comprende, senza distinzioni tra diritto sacro (religioso) e diritto civile (profano), 63 trattati raggruppati in 6 sezioni principali (ordini) per lo più tematiche: “festività” “origini” “donne” “danni” “cose sacre” (sacrifici, giuramenti, prescrizioni alimentari, purificazioni cultuali). Solo un trattato (padri) è di contenuto non legale, edificante. Seconda fase TALMUD Nei tre secoli seguenti – si tratta dell’enorme lavoro di molte generazioni – anche la MISHNA’ viene a sua volta commentata – e precisamente in due centri di studi: in Palestina, ma soprattutto in Babilonia. Ciò avvenne mediante la GHEMARA’ (ebraico “complemento”) composta in numerosi dialetti aramaici. GHEMARA’ e MISHNA’ poi formano insieme il TALMUD ( studio, dottrina) . Il TALMUD è dunque , al di là di tutti gli ampliamenti edificanti, semplicemente un gigantesco commento alla MISHNA’, nella misura in cui i trattati di questa sono ancora rilevanti dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme. Esso si è imposto universalmente nell’ebraismo . Nel TALMUD si contano 613 precetti, di cui 365 divieti. Se Dio ha dato solo i DIECI COMANDAMENTI , come può un popolo convivere nell’età postmoderna con 365 divieti? Terzo punto: le religioni, da sempre, hanno legittimato guerre sanguinarie e atroci genocidi, ( vedi post precedenti, Olocausto americano) (vedi santa inquisizione, crociate, condanne per eresie, speculazioni terrificanti di potere tra Stato e Chiesa, ecc). quindi non è assolutamente vero che la religione è costruita per aver una sua utilità anche sociale dove mancano altre fonti di regole del vivere civile. La teocrazia nel Medio Oriente dimostra l’esatto contrario, le varie guerre di religione nel mondo sono state, e lo sono ancora adesso, la causa principale della instabilità sociale. Quarto ed ultimo punto: il dualismo mente cervello o anima e cervello, come vuoi chiamarli, sono pure congetture filosofiche delle tre religioni monoteiste, in moltissime altre religioni come il buddismo, l’induismo, il sikhismo, lo scintoismo, e le cosiddette religioni naturali, la filosofia, l’ideologia e l’etica sono completamente diverse dalle tre religioni monoteiste. Per quanto riguarda l’etica e il convivere non è detto che senza religione non si possa vivere, al contrario. L’etica laica, di cui ho trattato ampiamente in un post diviso in sette parti, è l’etica che consente l’evoluzione culturale e scientifica senza nessun divieto assurdo (DOGMI) per il benessere dell’umanità. Un caro saluto, Piero
Sei molto preparato sugli argomenti che tratti, e questo è un indiscusso merito. Non difendo la religione, qualsiasi essa sia, ma il concetto per cui è nata...la conoscenza dell'imponderabile, dell'immateriale, se si arrivasse a chiarire questo concetto con la scienza, con l'etica laica andrebbe bene lo stesso, ma per il momento sono due ideologie in contrasto fra loro.Ti saluto cordialmente e ti ringrazio della tua esauriente e paziente risposta. ciao Giovanna
Sei stata molto gentile Giovanna a rispondermi, in effetti ciò che affermi è vero. Ci sono due correnti di pensiero, che tra breve tratterò: il Creazionismo e l’Evoluzionismo, non sto adesso a dilungarmi su questi due concetti, quello che ti posso dire, dopo aver letto parecchi libri di paleoantropologia e biologia evolutiva, pare che già 90.000 anni fa, con l’Homo di Neandertal, si professava il culto dei defunti, da ciò possiamo dedurre che sia la cultura sia l’evoluzione biologica hanno un ruolo molto importante nel tramandarci queste usanze. Ma giustamente, come affermi, com’è nata la necessità del sacro, del rito, del mito, del trascendente? Per adesso è una domanda a cui non so risponderti, e nei libri che ho letto non c’è la minima traccia di una risposta plausibile. Pare, comunque, che ci sia un’area del cervello dell’essere umano che autonomamente, possiamo dire in maniera innata, agisca su questi processi. In ogni modo l’evoluzione biologica per selezione naturale, il darwinismo, per intenderci, ha avuto un ruolo determinante nell’evoluzione del cervello, quindi c’è da considerare anche la trasmissione genetica con il DNA, che non si può assolutamente trascurare. Cercheremo di ritornare su questo straordinario interrogativo quando posterò: “Creazionismo ed Evoluzionismo”. Un caro saluto e buona giornata, Piero.
Ciao mi chiamo Emanuele ,permettimi di darti del tu' come del resto faccio con tutti, ho letto velocemente alcuni dei tuoi post e non posso che complimentami per la serieta' e la competenza. Ti aggiungo fra i blog amici in modo da poter leggere in seguito con piu calma i temi trattati visto che escludo di poterti mai trovare nella classifica dei migliori blog. D' altronde sai benissimo anche tu' che con piu e' maggiore il numero dei mediocri con piu' e' difficile raggiungere il successo e la visibilita'.Ciao
Ti ringrazio Insorgente, la seconda parte la posterò tra breve, prima vorrei sviluppare questa prima parte che ritengo determinante, un caro saluto
credo che e la parola stessa che e sbagliata .. LA RELIGIONE.. quello che nasce nel cuore e che scaturisce nell'anima nn ha bisogno di dogmi ne precetti nn ha bisogno ri regole imposte o di uomini che decidano quel che e giusto ed e sbagliato .... quello che e importante e quel che sentiamo noi .... la fede e liberta mai costrizione mai prigione ... dio ci ha resi liberi di scegliere il nostro cammino ci ha donato il libero arbritrio affinche noi scegliessimo la nostra strada ... gli uomini con il loro fanatismo anno deciso ed interpretato quello che era piu confacente alle loro esigenze giustificando con esso tutti i grimini peggiori al mondo ..... l'amore nn s'insegna si ha la fede nn si crea nasce spontanea nel cuore come un fiore spunta nel deserto ..... questa e la mia modesta opinione ....
Il senso del mio messaggio in questo post è molto chiaro Cucciola 71l. Affermo, in sintesi: quale è la religione giusta su 4200 religioni diverse? Rispetto le tue idee, rispetto ciò che hai scritto, ma voglio farti una domanda, visto che ognuno ha il suo credo, il suo Dio, la sua etica: a quale Dio ti riferisci? Quando affermi: “dio ci ha resi liberi di scegliere il nostro cammino ci ha donato il libero arbitrio affinché noi scegliessimo la nostra strada”. Quale Dio è quello giusto in questa “giungla” di religioni?
“Ama il prossimo tuo come te stesso”. Perché serve di più?. Perché serve una religione per seguire questa regola?. Perché deve esistere una religione che è meglio di un’altra?. Perché qualcuno pensa di essere nel giusto ed è disposto alla guerra per la sua religione?.Dio non ha religione. Buona giornata e un saluto..
Se Dio non ha religione, l’uomo non ha bisogno né di Dio né delle religioni, ma di un’etica giusta, uguale per tutti, non sono le religioni del mondo a cambiare le cose, ma un’etica laica che sia lontano da influssi politici e religiosi, l’etica laica ha la grande caratteristica di essere razionale nel mondo dell’immanente, fino adesso nessun Dio si è preoccupato dei problemi terreni. Solo la scienza potrà spiegare i fenomeni dell’universo. Senza le scoperte scientifiche saremmo ancora in una situazione culturale arcaica dove prevarrebbe la filosofia del fissismo e del finalismo. Senza un’etica laica non ci potrà mai essere una evoluzione culturale e scientifica che oggi è preclusa dalle religioni mondiali.
Le religioni sono nate, come scrivi tu, dalle culture. Per me sono un pò come la politica, che divide gli uomini. Buon sabato. Laura
Ti ringrazio Laura, in effetti sia la politica che le religioni del mondo non hanno più niente da insegnarci. Dobbiamo essere noi, e solo noi a cambiare il nostro Mondo, con la nostra razionalità e la nostra consapevolezza, e non aspettare facili fatalismi trascendentali che sono originate da leggende, mitologie, e credenze di ogni genere. E’ ora di agire e sconfiggere i mali del mondo secondo un modello culturale basato sulla razionalità e non sulla trascendenza, che fino adesso ha prodotto più mali che benefici.
La religione giusta? Quella che ti fastar bene con te stesso, che ti riempie il cuore. Tutte vanno bene, eprchè per quanto possiamo sforzarci di fare,urlare, combattere, Dio è uno solo. Per me si chiama Gesù, per lui si chiama Allah, per altri pinco pallino ... non importa. L'è sempar vun. Fede e scienza? Non sono inconciliabili, si vogliono inconciliare. Galileo era cattolico ed il più grande scienziato. Ciao.
Non è vero che fede e scienza sono conciliabili!!! Il Creazionismo e l’evoluzionismo di Darwin sono in forte contrasto tra loro, per il semplice fatto che la teoria evoluzionistica di Darwin ha dimostrato che le scritture sono concetti falsi ed errati. Lo studio scientifico si basa sulla riproducibilità dei fenomeni, i reperti paleoantropologici hanno dimostrato che la teoria evoluzionistica è inconfutabile, ciò pone il creazionismo in una posizione poco credibile. Ma avrò modo di affrontare questo delicato problema più dettagliatamente nel prossimo post. Per quanto riguarda la credenza in Dio, cerca di leggere bene il post. In effetti in questo post non mi riferisco alle sole religioni monoteiste, ma alle 4200 religioni che si sono ramificate fino ai nostri giorni, dove il problema non è solo teistico, ma deistico, totemistico, simbolistico, filosofico-dottrinale, meditativo, come nel Buddismo e la New Age. Quindi il problema non va affrontato solo dal punto di vista delle tre religioni monoteiste, ma anche dalla miriade di altre religioni mondiali, tutte diverse fra loro. Per quanto riguarda Galileo Galilei, so perfettamente che era cattolico, so anche che i cattolici, però, l’hanno condannato per eresia perché le sue scoperte avevano sconvolto il pensiero antropocentrico che era radicato nelle menti ottuse dei cattolici. Anche Darwin era cattolico, ma attraverso i suoi studi di biologia (Teoria Evoluzionistica) è stato costretto ad ammettere che tutto ciò che vi era scritto nella Bibbia era pura e semplice fantasia, in netto contrasto con l’evoluzione e la selezione naturale.
Non so se avere una religione sia una necessita' biologica, ma tendo ad escluderlo. Credo piuttosto che tutto nasca dalle nostre incertezze, e dal fatto di non poter comprendere tutto lo scibile dell'universo; dal mistero alla religione il passo e' miseramente breve.
Da bambini si ha una necessita' impellente di avere certezze, poi si cresce ed e' possibile intraprendere un percorso di consapevolezza della realta' che permette di camminare sulle proprie "gambe", liberi da qualsiasi religione. Difficile, perche' siamo fragili. Ma possibile.
Ti saluto con affetto! Francesca.
Ti ringrazio Francesca per il gentile commento, sei sempre molto attenta. Il tema, però, richiede parecchi interventi e chiarimenti, che cercherò di approfondirli nei post che seguiranno, anche perché tra creazionismo ed evoluzionismo ci sono tantissime controversie. Queste controversie sono di natura ideologico-scientifica, nel senso che le teorie tracciate tendono a riflettere il pensiero dell’autore, in questo caso può essere un creazionista oppure un evoluzionista. Ma c’è una considerazione da fare, quando si tratta di teorie bisogna stare molto attenti perché ci sono teorie false e teorie vere. Le teorie false non sono riproducibili, secondo il modello galileano, le teorie vere sono riproducibili. Nel campo della fisica le teorie vere sono dimostrate dalla matematica e dalla riproducibilità del fenomeno, nel campo della biologia, ad esempio la teoria evoluzionistica o l’evoluzione dell’uomo, le teorie sono dimostrabili dai reperti paleoantropologiche, attraverso processi molto complessi, per la datazione dei fossili, ricorrendo al metodo del (carbonio-14), o del radiocarbonio, che è un metodo di datazione radiometrica basato sulla misura delle abbondanze relative degli isotopi del carbonio. Nello studio della paleoantropologia e della biologia evolutiva ci sono pareri contrastanti per quanto riguarda la cultura e le religioni. Walter Burkert, nel suo bellissimo libro: “La creazione del sacro”, asserisce che il mito, il sacro e il rito, quindi anche le religioni, sono nate, proprio come asserisci tu, dalle incertezze: la paura del buio, la paura dell’ignoto, le intemperie, i cataclismi, la morte, ecc. Tutto ciò ha portato l’uomo primitivo verso la ricerca del trascendente come rimedio alle sue paure. Ciò viene confermato anche da un altro paleoantropologo, Fiorenzo Facchini, nel suo libro: “Origini dell’uomo ed evoluzione culturale”. Ma se l’uomo è il prodotto di una lunghissima evoluzione biologica, che è basata sulla trasmissione genetica in particolare del DNA, la nostra struttura cerebrale non è costituita dal solo psichismo ma anche da una struttura biologica evolutasi nel tempo, quindi il processo evolutivo culturale non può essere separato dalla biologia, ma è parte integrante di esso, come affermano: Richard Dawkins, Stephen Jay Gould, Niles Eldredge e Daniel Dennett. 90.000 anni fa, con l’Homo di Neandertal, assistiamo ai primi processi ritualistici della sepoltura dei defunti. Ma ciò si verifica, in maniera un po’ diversa, ma altrettanto incisiva, anche in alcune specie di animali. Ci sono specie che accudiscono i propri cari fino all'ultimo momento. Ci sono specie, come gli elefanti, che vanno a morire in un luogo segreto. L’evoluzione della specie per selezione naturale è un processo meramente biologico, l’evoluzione della cultura, come ho già affermato, non può essere separato dalla biologia evolutiva. Da qui possiamo affermare che la cultura dell’uomo non può trascendere la biologia. Nel tuo commento affermi che: “Da bambini si ha una necessità impellente di avere certezze, poi si cresce ed è possibile intraprendere un percorso di consapevolezza della realtà che permette di camminare sulle proprie "gambe", liberi da qualsiasi religione. Difficile, perché siamo fragili. Ma possibile”. Nel mio post affermo che gli archetipi che si formano nella mente dei bambini, possono condizionare il futuro da adulti. Questo è un fenomeno che racchiude il significato più importante di questo post, cioè il condizionamento culturale sia cosciente sia inconscio. La religione si acquisisce nella maggior parte dei casi, si acquisisce nell’ambiente in cui si vive, sono molto pochi i casi in cui un indiano diventa cattolico, un birmano diventa musulmano, e così via. In effetti, ormai, le religioni fanno parte della nostra cultura, ed anche se non riteniamo sia utile è molto difficile sradicarla dalle nostre menti. Solo attraverso uno studio comparato e interdisciplinare riusciamo a capire (anche attraverso la storia) l’inutilità delle religioni, ma questo è un processo molto complesso che preferisco affrontare in un post dedicato.
Per quanto riguarda i genocidi che hanno prodotto le religioni sono d’accordo con te Skylab64, ne ho già parlato abbastanza nei miei precedenti post. Il fatto più triste è che le religioni stanno ingannando miliardi di persone con ideologie diverse l’una dall’altra, è questo il vero senso di questo post: qual è quella giusta?
Ognuno è libero di scegliere la propria via Elly. Per quanto mi riguarda la religione è solo un’esigenza psicologica, per placare le nostre paure arcaiche. La storia ci insegna che ogni religione deriva da migliaia di processi ritualistici, il sacro, il mito, il rito, non sono altro che un prodotto culturale dell’uomo, non sono verità rivelate e trascendenti come ci vogliono far credere, ma semplici leggende e mitologie. Dobbiamo aprire bene gli occhi per capire ciò che è vero da ciò che è falso. Un caro saluto, Piero
Il tuo post, pur non essendo professore di storia della religione ricalca quel che esattamente ho sempre pensato. Aggiungerei un altro aspetto all'argomento e cioè che crescendo non arrivi mai a porti interrogativi così sconvolgenti se l'esistenza si è protratta nell'ambito di una certa serenità familiare. Laddove, invece, la mancanza del rispetto, del dialogo, l'ipocrisia, l'incompatibilità con la dottrina cristiana è presente..., ci si comincia a porsi importanti quesiti. Caro Piero, io credo che la tranquillità con il quale tu esponi le tue convinzioni vorrei che si contrapponesse alla tranquillità di chi ha veramente la luce di Dio nel suo animo. Come dici, anche io sono cresciuto in un contesto che mi ha "condizionato" a scegliere una strada anziché l'altra ed il rifiuto della chiesa cattolica ad accettare alcuni risvolti dell'epopea moderna (vds separazioni, unioni di fatto etc...) fanno si che medito..., medito con i miei dubbi, i sensi di colpa infusi da paure, mentre la religione dovrebbe essere gioia. Un'altra cosa che fa pensare è il monito, il diktat, quel dito puntato... solo chi crederà in me si salverà..., e se son nato nel contesto sbagliato che colpa ho io? Bel post..., come sempre del resto
Rispetto profondamente ciò che hai scritto Retni, conosco il tuo problema, ne abbiamo già discusso in altre occasioni. Questo è uno dei motivi per cui la religione cattolica e altre religioni ci dimostrano che di etica non hanno più niente da insegnarci. Il tuo problema, come quello di tanti altri, è in completo contrasto con la libera scelta, ed in questo caso anche la libera scelta viene negata da dogmi assurdi. Questo è uno dei motivi per cui mi son messo a studiare le religioni, per cercare di capire i meccanismi che si celano dietro. Dalle mie letture ho scoperto tantissime cose che i mass media non dicono una sola parola, una sorta di censura a 360° e che ci portano ad ideologie fuorvianti che danneggiano irrimediabilmente la nostra norma comportamentale, la nostra etica, la nostra libertà di scelta. La mia tranquillità di esporre queste tematiche deriva, appunto, da attente letture di autorevoli scrittori, dove mettono a nudo tutto ciò che le religioni mondiali stanno cercando, attraverso un processo coercitivo, di dimostrare l’indimostrabile. Le religioni sono una truffa culturale, e su questo, attraverso i miei prossimi post, avrò modo di dimostrare. Un caro saluto, Piero
Buongiorno, noi di solito professiamo la religione che ci inculcano da bambini, cominciano da noi con il battesimo, senza neanche sapere se vogliamo essere battezzati e questa è la prima cosa ingiusta che trovo, poi giorno dopo giorno seguitano a farci una specie di lavaggio del cervello, finche grandi decidiamo da soli...scusami ma penso che gli ignoranti rimangano fermamente ancorati alla loro religione, ignoranti nel senso che ignorano, forse perchè non hanno avuto la curiosità o l'opportunità di leggere....comunque vedo con piacere che nelle scuole le cose stanno cambiando. quando mio figlio mi disse di nn voler seguire l'ora di religione, andai a parlare con il preside della scuola che mi rispose che si era aperto propio quell'anno un corso di teologia, e mio figlio lo frequentò per tutti gli anni a venire, perchè il professore sapeva fare evidentemente il suo lavoro.... alla fine tutte le religioni credono in un dio...che dovrebbe essere uguale per tutti,io preferisco definirmi atea...perchè seguendo una qualsiasi religione, non troverei giusto un dio che fà morire molti innocenti. per cui è meglio credere che proveniamo da qualche mutazione del cosmo...un dolce sorriso Adri
Ti ringrazio per questa preziosa testimonianza Adri. In effetti ciò che dici è in parte vero, dico in parte perché ultimamente ho letto un libro interessantissimo di Daniel Dennett, “Rompere l’incantesimo” dove appunto l’autore descrive di questo fenomeno del condizionamento ambientale. Il capitolo è: “Credere nella credenza”. E’ vero che da grandi, attraverso la consapevolezza, si può decidere se seguire una religione o non seguirne nessuna, ma ci sono due fenomeni abbastanza importanti che trascendono le nostre decisioni (naturalmente, come dici tu, non nel senso assoluto del termine, ma molto “potenti”), il primo è relativo alla costruzione fin da piccoli di alcuni archetipi che ci portiamo dietro per tutta la vita, come la figura di Gesù per i cristiani, la figura di Maometto per il musulmani, e così via. Questo è un ostacolo da superare attraverso la lettura, attraverso lo studio comparato delle religioni, attraverso un’attenta analisi dell’utilità o meno delle religioni. Diciamo che uscirne fuori da questo condizionamento è molto difficile, ma non impossibile, come dici tu, solo gli “ignoranti” rimangono ancorati alla loro religione. Il secondo fenomeno, quello descritto da Daniel Dennett, è ancora più incisivo: “credere nella credenza”. E’ un concetto assai complesso che rientra nel sistema di condizionamento collettivo relativo ad una religione in un contesto sociale ben preciso. Cerco di spiegarmi meglio. Gli italiani credono in Gesù perché sono nati in Italia, i Musulmani crededono in Maometto perché sono nati nei Paesi del Medio Oriente, gli indiani credono nell’induismo perché sono nati in India, i buddisti credono in Budda perché sono nati in Birmania e in altri Paesi asiatici, e così via. Insomma si crede perché credono gli altri, è una sorta di contagio collettivo che alla fine crea dei movimenti mondiali di proporzioni enormi. Questo fenomeno si manifesta, a volte, anche negli agnostici perché indotti da alcuni principi etico-morali che sono corroborati dalla routine della vita quotidiana, quindi anche chi non professa nessuna religione o non crede in nessun dio “crede nella credenza”. Come vedi è un fenomeno complesso, ma che purtroppo si manifesta inconsciamente nella mente della collettività sociale. Per quanto riguarda ciò che affermi: che tutti credono in un dio vorrei puntualizzare che non è proprio così. Le persone che credono in un solo dio sono solo il 54% cioè le religioni monoteiste. Tutte le altre religioni credono in una religione deistica, cioè con più dei, come l’induismo, oppure in particolari forme di meditazione trascendentale ma senza nessun dio, come il buddismo, la new age e le religioni naturali. In ogni modo le religioni si sono notevolmente ramificate in questi ultimi decenni fino ad arrivare alla bella cifra di 4200 religioni diverse. E a questo punto è nata l’idea di scrivere questo post. A quale di queste religioni credere? Ma è poi necessaria la religione? O si può avere comunque un’etica senza dio, come afferma Eugenio Lecaldano, ordinario di Filosofia morale presso la facoltà di filosofia dell’Università La Sapienza di Roma, nel suo ultimo libro: “Un’etica senza dio”. Vorrei concludere che la situazione nelle scuole americane, per quanto riguarda l’insegnamento della religione, è drammatica in quanto c’è l’eterna disputa tra creazionismo ed evoluzionismo, l’insegnamento della religione secondo il modello dell’ID (Intelligent Design) ha letteralmente messo fuori combattimento la teoria evoluzionistica di Darwin, ciò vuol dire negare la vera scienza pur di abbracciare una indimostrabile ideologia (scientismo) del disegno intelligente. Ma questo è un discorso molto complesso che avrò modo di affrontare nei prossimi post. Se avrai delle domande da farmi sarò molto lieto di risponderti. Un caro saluto, Piero
Ciao Piero, mi piace molto quello che scrivi e come lo scrivi, condividiamo credo alcuni interessi e per quel po’ che ho letto anche molte letture, sarà ben poco quello che posso aggiungere, forse aspetterò tuoi nuovi interventi per apprendere più che altro. Credo che la nascita della religione nasca da fattori ambientali ed evoluzionistici, ogni luogo ha infatti una serie di credenze e precetti religiosi molto legati all’ambiente, se pensiamo a molti divieti di cibarsi di alcune cose, come crostacei, questo è certamente legato alla facilità con cui in quei luoghi caldi avevano di deteriorarsi e quindi fare male, o altre necessità di convivenza , di darsi delle regole, e di stabilire una appartenenza per una maggiore coesione sociale. Dal lato evoluzionistico in realtà non riesco a trovare un vantaggio evolutivo, possono essere tanti e nessuno, vedo che hai tra le letture anche Dawkins, che cerca diverse spiegazioni in L’illusione di Dio, a me la più sensata mi pare essere quella che questa credenza nasce da sottoprodotti di normali connessioni neurali (forse è un po‘ la tesi di Dennett? Il suo Rompere l‘incantesimo non l‘ho ancora letto, lo farò certamente appena finisco il suo Coscienza) sorte per altre ragioni e che ha assunto nuove funzioni, e nel corso dell’evoluzione non ha incontrato importanti fattori di selezione, oltre che come spiega Dennett in Coscienza il meme per fede ha una forte resistenza alle opposizioni razionali, e inoltre dimostra di prosperare meglio se in minoranza in un ambiente in cui i memi razionali sono la maggioranza. A me pare che oggi proprio la globalizzazione mettendo in minoranza ogni religione le rafforza, e produce i fondamentalismi, ma attendo comunque altri tuoi nuovi interventi per avere nuove occasioni di scambio.
Ho letto con molto interesse ciò che hai scritto e mi trovi in perfetta sintonia. Cercherò di fare una piccola sintesi sui temi da te toccati. Per quanto riguarda la nascita delle della religioni ci sono varie teorie, forse le più importanti sono state scritte fa Fiorenzo Facchini (Paleoantropologo) nel suo libro: “ Origini dell’uomo ed evoluzione culturale” e da Julien Ries (Paleoantropologo) in diversi libri sulla ricerca delle origini delle religioni. Tutte e due partono dal presupposto che già con la sepoltura dei defunti, circa 90.000 anni fa, con l’Homo di Neandertal, si ha il primo fenomeno di ricerca del sacro e del trascendente. Questa è una teoria che abbraccia anche Walter Burkert, nel suo bellissimo libro: “La creazione del sacro”. In effetti questo fenomeno della ricerca del mito, del sacro e del rito, si incomincia a manifestare quando l’uomo primitivo (90.000 anni fa) incomincia ad avere consapevolezza di sé e la manifesta con le paure dell’ignoto: la morte, i cataclismi naturali, il buio, l’angoscia, la paura, ecc. tutto ciò ha portato l’uomo primitivo verso la ricerca di un qualcosa che potesse placare questa paura. Ciò non è un’opinione di questi autori, ma fa parte di lunghissime e rigorose ricerche paleoantropologiche, soprattutto con la scoperta di tantissimi reperti fossili, come ad esempio, uomini sepolti con ciottoli, fiori, ocra rossa, e tanti altri oggetti che osservavano un simbolismo molto evidente verso una vita dopo la morte. Da qui possiamo affermare che la concezione di una forma di religiosità o della ricerca del trascendente era già presente nell’uomo. Ma c’è da fare una considerazione molto importante: l’evoluzionismo di Darwin per selezione naturale, (nota dolente), nota dolente perché quando si parla di evoluzionismo automaticamente si entra nel campo della biologia pura. La selezione naturale, difatti, non implica nessun disegno intelligente: ID (Intelligent Design) o creazionismo, come lo vuoi chiamare, ma l’evoluzione secondo Darwin e per ultimo il suo più vicino sostenitore: Richard Dawkins, è “CIECA”, cioè, l’evoluzione della specie non ha bisogno di nessun creatore, tutto è frutto della necessità, dell’adattamento, della selezione naturale degli esseri viventi. Ma questo è un argomento molto complesso che tratterò in un post dedicato. Dopo questa breve digressione, dobbiamo mettere in conto anche la biologia oltre all’evoluzione culturale, perché l’uomo con la sua cultura non trascende la biologia, come afferma Fiorenzo Facchini, ma la biologia è parte integrante dell’uomo, in quanto prodotto dell’evoluzione. Ciò è quanto afferma anche Richard Dawkins, Daniel Dennett, Telmo Pievani e Stephen J. Gould, quindi oltre al fattore puramente culturale ci sarà una componente bioevolutiva. In effetti, nel sul libro “Rompere l’incantesimo” Daniel Dennett, scrive addirittura di un’area del cervello che dovrebbe controllare il fenomeno della credenza, una sorta di predisposizione neuronale alla religione, ma sono modelli da prendere con le pinze, anche se nell’ultimo libro di Telmo Pievani “Nati per credere (perché il nostro cervello sembra predisposto a fraintendere la teoria di Darwin)” si presuppone che il cervello umano sia predisposto ad accettare l’idea del trascendente. Per quanto riguarda il “meme” termine coniato da Dawkins, anche qui si tratta solo di una teoria, mentre il gene trasmette per via genetica l’informazione, il meme dovrebbe trasmettere l’informazione culturale, ma siamo ancora ben lontani da realtà oggettive, anche Francis Crick, autore assieme a James Waston per la scoperta del DNA, nel suo libro: “La scienza e l’anima (un’ipotesi sulla coscienza)”, avanza l’ipotesi di poter spiegare la coscienza con metodi neuro scientifiche, ma bisogna stare attenti a non cadere nello scientismo riduzionistico, è ancora tutto da dimostrare, ma la biologia oggi ha fatto passi enormi, soprattutto nel campo della medicina, quindi non sono da escludere a priori queste ultime ipotesi. Per quanto riguarda le religioni non aggiungo altro perché ho già scritto abbastanza nei miei commenti, in ogni modo se vuoi ne possiamo ancora parlare, anzi se hai delle domande da farmi su questa breve sintesi sono lieto di risponderti. Purtroppo la tematica è molto complessa e un solo commento non può bastare. Questo è uno dei motivi per cui sto scrivendo più post pur con lo stesso tema: “Le religioni”. Un caro saluto, Piero
Come immaginavo, ho molto più da imparare qui che da aggiungere. Hai fatto bene a precisare che di teorie si tratta e non di dati certi e assodati, non l’ho specificato abbastanza bene, se ne esistono tante è proprio perché ancora non esiste un dato certo che stabilisca, fino a prova contraria quale delle tesi sia da ritenere vera. Tenendo presente che anche la parola vero in scienza è da prendere sempre con le pinze.