Gordiana  
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  Folata folata assetata
esangue e secche le labbra
fischi sottile a infastidirmi
i fianchi che attraversano
questa sera fredda e scheggiata
Non più lampioni
luce calpestata
mi frigge le suole
e mi sale su nelle ossa
mi cuce un brivido
con l’ago delle domande
senza risposte

Non so mai esattamente perché
il mio pensare uggioso
è un camminare violento
nella notte o nel freddo
Nella costruzione di questa immagine
di tormento mi sbudello da dentro
come un rovello con un coltello

E non ho più uno spazio
nemmeno un bidone pietoso
dove gettare questi miei occhi
insopportabili detriti
del furore senza più nome
e così cerco un angolo caldo
come un cane senza padrone
senza guinzaglio
una radice d’albero dove inciampare
E mi aggiro e mi aggiro
Ormai solo nodo
Alito d’aria del mio nulla sbandato