EUTANASIA

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Cos’è l’eutanasia?

Eutanasia in greco antico significa, " buona morte ", oggi con questo termine si definisce correntemente l’intervento medico volto ad abbreviare l’agonia di un malato terminale.

 

Si parla di " eutanasia passiva " quando  il medico si astiene dal praticare cure volte a tenere ancora in vita il malato, di " eutanasia attiva " quando il medico causa direttamente, la morte del malato, di " eutanasia attiva volontaria " quando il medico agisce su richiesta esplicita del malato.

 

Un po’ di storia

Nella Grecia antica il suicidio riscuoteva un’alta considerazione : si supponeva che ognuno fosse libero di disporre come meglio credesse della propria vita. L’assistenza al suicidio nel mondo classico non è stata proibita fino all’avvento al potere del cristianesimo.

 

Oggi il problema dell’eutanasia viene riproposto sulla base di riconoscere il diritto di ogni individuo di disporre liberamente della propria esistenza, in particolare nel caso di malati terminali, quando ormai le cure non hanno più effetto e il malato è in una fase molto critica della sua esistenza, dovuta soprattutto alla grande sofferenza fisica.

 

Il problema dell’eutanasia non è cosi semplice, ci sono in bioetica varie correnti pensiero, quindi ci sono i pro e i contro, noi in questo conteso, come abbiamo fatto finora, cerchiamo di osservare il problema dal punto di vista laico ponendo l’uomo al centro delle sue decisioni ultime. E’ molto importante entrare nell’ottica laica perché fondamentalmente l’uomo consapevole dello stadio terminale della sua esistenza "può e deve decidere sulla sua vita", non si può ricorrere all’accanimento terapeutico contro la volontà del malato solo perché ci sono delle regole arcaiche che ne impediscono questa libertà di scelta.

 

Legislazione italiana

L’eutanasia attiva non è assolutamente "normata" dai codici del nostro paese: ragione per cui essa è paragonabile all’omicidio volontario ( art. 575 del codice penale ), nel caso si riesca a dimostrare il consenso del malato, le pene sono previste dall’articolo 579 – ( omicidio consenziente ), e vanno comunque dai sei ai quindici anni.

 

Anche il suicidio assistito è considerato un reato, ai sensi  dell’articolo 580.

 

Nel caso di eutanasia passiva, pur essendo anch’essa proibita, la difficoltà nel dimostrare la colpevolezza la rende più sfuggente ad eventuali denunce.

 

La differenza sostanziale che viene prospettata da queste leggi è sempre dovuta alla falsa interpretazione del fenomeno eutanasia, e cioè , la distinzione che c’è tra l’uccidere e il lasciar morire, è una differenza dovuta tra la cultura religiosa  e quella laica più liberale, dare spazio alle proprie decisioni non è uccidere.

 

La posizione cattolica

Secondo la chiesa cattolica, la vita è stata donata da Dio , e solo Lui  può disporre: ragion per cui l’eutanasia è un omicidio. L’uomo quindi nella sua fase terminale è destinato a soffrire senza che la sua decisione e la sua libertà venga riconosciuta.

 

E’ chiaro che una posizione del genere si pone esclusivamente dal punto di vista del medico, e mai dal punto di vista del paziente sofferente. In passato, anzi, talvolta questa sofferenza era ritenuta un modo di  "partecipare"  alla passione di Cristo: e ancora oggi l’Italia è clamorosamente indietro nella somministrazione di morfina per alleviare le sofferenze dei malati terminali.

 

Comunque non tutte le chiese cristiane la pensano cosi: diverse chiese protestanti hanno assunto posizioni più liberali, e alcune chiese minori riconoscono apertamente il diritto dell’individuo di disporre della propria vita. Per i valdesi l’eutanasia "è un diritto che va riconosciuto".

 

La posizione di alcuni paesi all’estero

 

AUSTRALIA: In alcuni stati le direttive per quanto riguarda l’essere d’accordo per l’eutanasia hanno valore legale. I territori del nord avevano legalizzato nel 1996 l’eutanasia attiva volontaria, provvedimento annullato dieci anni dopo dal parlamento federale.

 

BELGIO: Il 25 ottobre 2001 il senato ha approvato, con 44 voti favorevoli contro 23, un progetto di legge volto a disciplinare l’eutanasia. Il 16 maggio2002 anche la camera ha dato il suo consenso.

 

CANADA: Negli stati di Manitoba e Ontario ci sono già le leggi a favore dell’eutanasia che vengono applicate regolarmente ai malati terminali.

 

CINA: Una legge del 1998 autorizza gli ospedali a praticare l’eutanasia ai malati terminali.

 

COLOMBIA: La pratica è consentita in seguito al pronunciamento della corte costituzionale, ma una legge non è stata mai varata.

 

DANIMARCA: L’eutanasia ha valore legale. I parenti del malato possono autorizzare l’interruzione delle cure.

 

GERMANIA: Il suicidio assistito non è reato, purché il malato sia consapevole delle proprie azioni.

 

PAESI BASSI: Dopo varie lotte l’eutanasia è stata depenalizzata, il 28 novembre del 2000 il parlamento ha approvato la legalizzazione vera e propria dell’eutanasia. A partire dall’1

Aprile 2002 la legge è entrata effettivamente in vigore.

 

SVIZZERA: Su richiesta del paziente è ammessa l’eutanasia, il medico deve limitarsi a fornire i farmaci al malato.

 

STATI UNITI: L’eutanasia è stata accettata da quasi tutti gli stati – nello stato dell’Oregon il malato può richiedere i farmaci letali, ma la legge è bloccata per l’opposizione di un tribunale federale.

 

SVEZIA: L’eutanasia è depenalizzata.