CELIBATO

 

Perché i Preti non si possono sposare?

 

Come è stata manipolata la Bibbia

 

 

Nella Lettera a Tito, in una sezione intitolata «condizioni dei vescovi», san Paolo scrisse la seguente istruzione: «Per questo ti ho lasciato a Creta perché regolassi ciò che rimane da fare e per­ché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato: il candidato deve essere irreprensibile, sposato una so­la volta, con figli credenti e che non possano essere accusati di dissolutezza o siano insubordinati. Il vescovo infatti, come am­ministratore di Dio, dev'essere irreprensibile: non arrogante, i non iracondo, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagno disonesto» (27 1, 5-7).

 

Imporre ai membri del primo clero la condizione - certa­mente ispirata da Dio - di essere «mariti di una sola donna» non poteva significare, come oggi comanda la Chiesa cattolica, che dovevano essere celibi, ma piuttosto, che fossero sessualmente fedeli a una sola donna, cioè, a quella con la quale si fossero spo­sati. Una norma morale che, come documenta la storia ecclesia­stica del primo millennio, non è stata granché rispettata dal cle­ro cattolico: da papi, vescovi e sacerdoti, che sono stati sposati e nemmeno da coloro che sono rimasti formalmente celibi.

Per di più, il presunto e inappellabile magistero divino del­l'Antico Testamento, espresso nel capitolo intitolato «leggi circa la purezza abituale dei sacerdoti» della Legge proclamata nel Levitico - la cui validità è stata ratificata da Gesti in Mt 5, 17-18 - prescrive: «Sposerà una vergine. Non potrà sposare né una vedova, né una divorziata, né una disonorata, né una prostitu­ta; ma prenderà in moglie una vergine della sua gente. Cosi non disonorerà la sua discendenza in mezzo al suo popolo; poiché io sono il Signore che lo santifico» (Lv 21, 13-15). Sembra, dunque, che Dio si sia preoccupato persino di legiferare sulle caratteristiche che dovevano avere le spose dei sacerdoti.

 

Come ho già segnalato in un libro precedente occupandomi del tema del celibato, questa norma, priva di ogni fondamento evangelico, e imposta soltanto nel XVI secolo, ha costituito una delle principali preoccupazioni della Chiesa nel periodo che va dall'ultimo Concilio celebrato fino al giorno d'oggi. Nel Conci­lio Vaticano II, Paolo VI - il quale non ha avuto il coraggio di rimettere in discussione la questione del celibato come avevano chiesto molti partecipanti, che difendevano la possibilità d'op­zione, sentenziò - in PO (16) - «Il Sacro Sinodo esorta inoltre tutti i Presbiteri, i quali hanno liberamente abbracciato il sacro celibato seguendo l'esempio di Cristo e confidando nella grazia di Dio, ad aderirvi con decisione e con tutta l'anima e a perse­verare fedelmente in questo stato sapendo apprezzare questo dono meraviglioso che il Padre ha loro concesso e che il Signo­re ha così esplicitamente esaltato (cfr Mt 19, 11), e avendo an­che presenti i grandi misteri che in esso sono rappresentati e realizzati».

 

In primo luogo, salta agli occhi come la stessa redazione di questo testo sia in sé contraddittoria. Se il celibato è ciò che qui si afferma, cioè uno stato o una condizione legale nella quale si trova un soggetto, lo sarà ugualmente il matrimonio, ed en­trambi, in quanto stati, possono e devono essere scelti libera­mente da ogni individuo.

In secondo luogo, il celibato non può essere un dono o cari­sma, in quanto, da un punto di vista teologico, un carisma è sempre dato non per dare un profitto a chi lo riceve ma alla co­munità di appartenenza. Cosi i doni biblici di guarigioni o pro­fezie, per esempio, erano dati per curare o per guidare gli altri e non per trarre benefici propri. Se il celibato fosse un dono o ca­risma, lo sarebbe per essere dato in beneficio a tutta la comu­nità di credenti e non solo ad alcuni privilegiati. Dunque, tutti i fedeli, e non solo il clero, dovrebbero essere celibi. È una fal­lacia argomentale ormai consolidata sostenere che il celibe sia più disponibile ad aiutare gli altri. Del matrimonio, invece, si può dire che ha una funzione nel contribuire al mutuo benefi­co della comunità.

 

Ad ogni modo, in nessuno degli elenchi del Nuovo Testa­mento –Rm12, 6-7; I Cor 12, 8-10 o Ef4, 7-11 - si menzio­na il celibato. È perciò evidente che non si tratta di un dono o carisma anche se così lo vorrebbe la Chiesa. Per qualsiasi stu­dioso obiettivo delle Scritture è palese che, come afferma il teo­logo cattolico Julio Lois, «nel Nuovo Testamento non esiste alcun vincolo diretto ed essenziale tra il ministero [sacerdotale] e il dono (carisma) del celibato».

D'altra parte, la presunta esaltazione del celibato attribuita a Gesù, secondo i versetti di Mt 19, 10-11, è dovuta a un'esegesi errata, prodotto di una traduzione scorretta del testo greco -Bibbia dei Settanta - nel riportarlo alla versione latina (Vulgata).

 

Il Gesù che appare in Mt 19, 10 risponde a un gruppo di fa­risei che l'interroga a proposito del divorzio. Gesù afferma l'in­dissolubilità del matrimonio, intesa, però, come una meta da raggiungere, come la perfezione alla quale si tende, non come una mera legge da imporre. I farisei gli contestano che la Legge mosaica permette il divorzio ed egli, a sua volta, risponde: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubi­nato, e ne sposa un'altra commette adulterio» (Mt 19, 8-9).

 

Dato che i versetti che seguono sono stati mal tradotti nella versione della Bibbia Cei, verranno qui trascritti secondo il sen­so corretto delle versioni più autorizzate dei Vangeli: «Gli disse­ro i discepoli: Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi. Egli rispose loro: Non tutti pos­sono arrivare a questo estremo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati cosi dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi possa arrivare cosi lontano lo faccia»5 (Mt 19, 10-12).

 

Nel testo, che presenta sfumature fondamentali che non compaiono nella classica Vulgata, e nemmeno nelle traduzioni cattoliche della Bibbia, quando Gesù afferma che «Non tutti possono arrivare a questo estremo» o, «non tutti possono con ciò» secondo altre versioni, e «Chi possa arrivare cosi lontano lo faccia», fa un chiaro riferimento al matrimonio, non al celibato (che è l'interpretazione della Chiesa cattolica). Le parole ton lo­gon toùton si riferiscono, in greco, a ciò che precede (la rigidità del matrimonio indissolubile, che provoca il commento dei di­scepoli: «non conviene sposarsi»), e non a ciò che viene dopo. (Perciò quello che si afferma come un dono è il matrimonio, non il celibato e, conseguentemente, contro la posizione eccle­siale ufficiale, non si esalta il secondo al di sopra del primo, bensì il contrario .

 

La famosa frase «altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli» (Mt 19, 12) usata dalla Chiesa cattolica come prova della raccomandazione o consiglio evangelico del celibato, non può mai essere tale per due ragioni: il tempo verbale di un con­siglio di questa natura, e in quel contesto sociale, dev'essere il futuro, non il passato o il presente. Infine, poiché tutta la frase riferita agli eunuchi si dà nello stesso contesto e tempo verbale, dovrebbe essere considerata un consiglio evangelico anche la castrazione forzata - «ve ne sono alcuni che sono stati resi eu­nuchi dagli uomini» - cosa che, evidentemente, sarebbe una sciocchezza.

 

Non vi è perciò la benché minima base evangelica per im­porre il celibato obbligatorio al clero. Le prime normative che riguardano la sessualità - e sussidiariamente il matrimonio/celi­bato dei clerici - si producono quando la Chiesa, grazie all'a­zione dell'imperatore Costantino, comincia a organizzarsi co­me un potere socio-politico terreno. Più i secoli passano e più vengono manipolati i Vangeli originali, e più forza acquista il celibato obbligatorio, uno strumento chiave per dominare la massa clericale.

 

Fino al Concilio di Nicea (325) non vi era alcun decreto le­gale in materia di celibato. Nel canone 3 è stato stipulato che «il Concilio proibisce, con severità, che vescovi, sacerdoti e diaconi, cioè tutti i membri del clero, abbiano con sé una persona dell'altro sesso, eccezione fatta per madre, sorella, zia o donne al di sopra di ogni sospetto»; ma in questo stesso concilio non si è proibito ai sacerdoti già sposati di continuare nella loro nor­male vita sessuale.

 

Decreti simili si sono susseguiti lungo i secoli - senza ottene­re che una buona parte del clero lasciasse le concubine - fino a che arrivò l'onda repressiva dei concili Lateranensi del secolo XII, destinati a strutturare e a rinvigorire definitivamente il po­tere temporale della Chiesa. Nel I Concilio dì Laterano (1123), papa Callisto II condannò nuovamente la vita di coppia dei sa­cerdoti e ratificò il primo decreto che obbliga esplicitamente al celibato. Poco dopo, papa Innocenzo II, nei canoni 6 e 7 del Concilio di Laterano (1139), continuava sulla stessa linea - così come il suo successore Alessandro III nel Concilio III di Latera­no (1179) - lasciando fissata la norma che avrebbe dato luogo all'attuale legge canonica sul celibato obbligatorio... che la mag­gioranza del clero continua a ignorare.

 

Era cosi frequente che i clerici avessero concubine, che i ve­scovi hanno stabilito la cosiddetta “renta di putane”, ossia una somma di denaro che i sacerdoti dovevano pagare al vescovo ogni volta che trasgredivano la legge sul celibato. Avere amanti era cosi frequente, che molti vescovi hanno preteso la renta di putane da tutti i sacerdoti della loro diocesi senza eccezione. I Chi difendeva la propria purezza era comunque obbligato a pa­gare perché il vescovo sosteneva che era impossibile non avere rapporti sessuali di alcun tipo.

 

A questo stato di cose ha cercato di porre rimedio il tumul­tuoso Concilio di Basilea (1431-1435), che prescrisse la perdita delle entrate ecclesiastiche a chi non abbandonasse la concubi­na dopo essere stato avvertito e aver subito un ritiro momenta­neo dei benefici.

Con la celebrazione del Concilio di Trento (1545-1563), pa­pa Paolo III - protagonista di una vita dissoluta, che ha favori­to il nepotismo all'interno del suo pontificato, e padre di diver­si figli naturali - fece applicare in modo definitivo le disposi­zioni disciplinari di Laterano e proibì, inoltre, l'ordinazione di maschi sposati.

 

Al di là dei pettegolezzi, dall'epoca dei concili di Laterano a oggi, niente di sostanziale è cambiato nei riguardi di una legge così ingiusta e carente di fondamento evangelico - e perciò ere­tica - com'è quella che stabilisce il celibato obbligatorio per il clèro.

 

Papa Paolo VI, nell'enciclica Sacerdotalis coelibatus (1967), non ha lasciato alcun margine di dubbio quando ha stabilito dottrine di questo tenore: «Il sacerdozio cristiano, che è nuovo, può essere compreso soltanto alla luce della novità di Cristo, pontefice sommo ed eterno sacerdote, il quale ha istituito il sa­cerdozio ministeriale come reale partecipazione al suo unico sa­cerdozio» (n. 19). «Il celibato è anche una manifestazione d'a­more verso la Chiesa» (n. 26). «Il suo particolare impegno nella propria santificazione trova infatti nuovi incentivi nel ministe­ro della grazia, e nel ministero dell'eucarestia» (n. 29). «Troverà la gloria di una vita in Cristo» (n. 30). «Fonte di fecondità apo­stolica» (n. 31 e 32). I dati della ricerca che riporta il mio libro “La vida sexual del clero” dimostrano che queste considerazioni di Paolo VI non si riferiscono alla realtà in cui vive la stragrande maggioranza del clero cattolico.

«Il motivo vero e profondo del celibato consacrato - stabili Paolo VI sempre nella Sacerdotalis coelibatus - è l'elezione di una relazione personale più intima e più completa con il miste­ro di Cristo e della Chiesa, per il bene di tutta l'umanità; in quest'elezione, i più elevati valori umani possono certamente incontrare la più alta espressione.» E l'articolo 599 del Codice di Diritto canonico, con linguaggio sibilino, stabilisce che «il consiglio evangelico della castità assunto per il Regno dei cieli, che è segno della vita futura e fonte di una più ricca fecondità nel cuore indiviso, comporta l'obbligo della perfetta continenza nel celibato».

 

Tuttavia, la Chiesa cattolica, trasformando un inesistente «consiglio evangelico» in legge canonica obbligatoria, è rimasta lontana anni luce dal potenziare ciò che Paolo VI riassume co­me «una relazione personale più intima e più completa con il mistero di Cristo e della Chiesa, per il bene di tutta l'umanità». Anzi, al contrario, ciò che si ha ottenuto la Chiesa con l'impo­sizione della legge del celibato obbligatorio è uno strumento di controllo che gli permette di esercitare un potere abusivo e dit­tatoriale sui propri lavoratori. Una strategia fondamentalmente economicistica per abbassare i costi di mantenimento della sua squadra sacro-lavorativa e incrementare il proprio patrimonio  istituzionale. Evidentemente, l'unica «umanità» che trae profit­to da questo stato di cose è la stessa Chiesa cattolica.

 

Il carattere obbligatorio del celibato nel clero lo converte in una gran massa di mano d'opera a basso prezzo e ad alto rendi­mento, che favorisce una mobilità geografica e una sottomis­sione e dipendenza gerarchica assolute.

Un sacerdote celibe è molto più economico di un altro che avesse il diritto di mettere su famiglia, in quanto, in quest'ulti­ma ipotesi, l'istituzione dovrebbe almeno triplicare lo stipendio attuale del sacerdote per fare in modo che questi possa condur­re un tenore di vita materiale sufficiente a mantenere un nucleo familiare. Dunque, quando si sente parlare del rifiuto della ge­rarchia cattolica alla possibilità di matrimonio dei sacerdoti, in realtà ciò che si vuole negare è un incremento delle spese di personale.

 

Ad ogni modo, il matrimonio dei sacerdoti potrebbe essere possibile anche senza incrementare il bilancio della Chiesa. Ba­sterebbe che i preti, o gran parte di loro, come si fa in altri cre­di cristiani, si guadagnassero da vivere attraverso una qualsiasi professione civile ed esercitassero anche il ministero sacerdota­le. In pratica, ciò che fanno da anni, e con la piena approvazione delle comunità dei fedeli, delle loro famiglie e di loro stessi, le migliaia di preti cattolici sposati che operano come tali in tutto il mondo. Ma la Chiesa cattolica respinge questa possibi­lità in modo tanto egoista quanto sbagliato sostenendo che il sacerdote che lavora nel mondo civile frutterà di meno alla sua istituzione.

 

All'interno del contesto cattolico, l'accettazione del celibato significa anche che il sacerdote passerà tutta la vita a dipendere dall'istituzione e, perciò, essa non si preoccuperà della sua for­mazione nelle materie civili. Ciò si ripercuote sulle sue possibi­lità d'indipendenza e sottomette ancora di più il prete alla vo­lontà del suo unico ed esclusivo padrone. E così che si genera­no troppi e notevoli drammi umani mentre, al tempo stesso, cresce l'ignoranza e la mancanza di preparazione del clero.

 

Un altro vantaggio economico che la legge del celibato por­ta alla Chiesa cattolica è che la frustrazione vitale che subisce il sacerdote, per via delle carenze affettivo-sessuali e di altre cause

di carattere emozionale, si traduce molte volte in una spinta verso l'accumulazione di ricchezze come parte di un meccani­smo psicologico di compensazione. Inoltre, restando i sacerdoti obbligatoriamente scapoli, tutti o gran parte di questi beni andranno a ingrossare il patrimonio della Chiesa. Stessa sorte se­guiranno i beni che ricevono in eredità dalle loro famiglie.

Se i sacerdoti fossero sposati, la Chiesa cattolica non po­trebbe disporre della loro eredità, in quanto i loro beni fini­rebbero, logicamente, nelle mani della moglie e dei figli. Per questo, e non per motivi morali, dal Medioevo a oggi la Chie­sa ha deciso di dichiarare illegittimi i figli dei clerici, impeden­do cosi loro qualsiasi possibilità di ricevere in eredità il patri­monio del padre.

 

In concili come quello di Pavia (1020) si arrivò a legiferare, nel canone 3, la servitù [schiavitù] alla Chiesa, in vita e beni, di tutti i figli di clerici. «Gli ecclesiastici non dovranno avere con­cubine - ordinava il canone 34 del Concilio di Oxford (1222) - altrimenti saranno puniti con la perdita del loro ufficio. Non potranno nominarle eredi, né i loro figli e, se cosi fosse, il ve­scovo userà queste donazioni a beneficio della Chiesa secondo la sua volontà.» L'elenco di disposizioni di questo tenore è esteso e accurato ed è stato fatto dalla Chiesa per assicurarsi i beni dei figli bastardi dei suoi sacerdoti. Così, dunque, anche se migliaia di preti abbandonano la Chiesa cattolica - circa centomila nell'ultimo quarto di secolo - la legge del celibato obbligatorio continua a essere molto red­ditizia per l'istituzione, in quanto continua a permettere un migliore sfruttamento di coloro che restano sotto l'autorità ecclesiale.

 

Il celibato obbligatorio è un meccanismo di controllo essenziale alla struttura clericale cattolica e, insieme con il culto del­la personalità del Papa e con il dovere d'ubbidienza, conforma la dinamica funzionale che rende possibile a un piccolo gruppo di 4.159 membri dell'episcopato - cioè, 149 cardinali, 10 pa­triarchi, 754 arcivescovi e 3.246 vescovi - controllare le vite private e il lavoro di 1.366.669 persone.

 

In una Chiesa cattolica come quella attuale, nella quale il li­vello di secolarizzazione e di decessi è di molto superiore a quel­lo delle nuove ordinazioni e nella quale, per fare l'esempio spa­gnolo, l'età media del clero diocesano è di 61-62 anni e soltan­to il 48% delle parrocchie esistenti ha un sacerdote residente, sembra ragionevole pensare che il papa che succederà a Wojtyla dovrà porsi urgentemente il problema dell'annullamento del decreto arbitrario e lesivo di Trento per stabilire il celibato op­zionale, come chiedono, secondo le inchieste, i tre quarti del clero cattolico.

 

Tratto dal libro: “Verità e menzogne della Chiesa cattolica” di Pepe Rodrìguez

 

 

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Commenti al Post:
poetella il 16/02/09 alle 19:20 via WEB
l'unico commento possibile è....

il silenzio!!!!!!!

 
 
Piero_Calzona il 16/02/09 alle 20:09 via WEB
Con il silenzio si può accettare o non accettare il celibato. Invece vorrei conoscere il tuo pensiero Poetella!!! Ti ringrazio comunque, Ciao, Piero
 
occhi_curiosi il 17/02/09 alle 12:53 via WEB
sapevo che a seconda del periodo storico i preti si sposavano oppure no, proprio nel periodo di Gregorio (non mi ricordo che numero)i preti si sposavano! dirò di più, avevano il "permesso" di sposarsi proprio per salvaguardare l'immagine. visto che si sapeva che comunque i preti sfogavano i loro bisogni sessuale (si può dire così?) tanto valeva dargli una moglie di conseguenza un'imagine più pulita piuttosto che pensarli a zonzo con donnine allegre ^__^ io ho sempre pensato che gli insegniamenti di DIO vanno oltre le manipolazioni della chiesa, del resto la chiesa è fatta di uomini e come tali posso cadere in tutti gli sbagli umani. Dio è di più, non si ferma di fronte certe cazza! Complimenti, interessante il tuo blog, tornerò al più presto ^__^
 
 
Piero_Calzona il 17/02/09 alle 18:55 via WEB
Ti ringrazio per aver espresso il tuo pensiero molto chiaramente Occhi_curiosi. In effetti questo post, oltre a mettere in evidenza una verità che non è mai stata mai raccontata dalla Chiesa cattolica romana, vuole essere anche critico e provocatorio. Per quanto riguarda ciò che hai affermato sulle pulsioni sessuali, è uno degli argomenti basilari del celibato. I preti, in quanto Uomini, devono avere una vita come tutti gli altri (sessualmente), indipendentemente dalle religioni, tutte le regole che sono state imposte fanno parte di un complesso sistema teologico che non ha niente a che fare con la vera realtà delle scritture. Le prime normative che riguardano la sessualità e sussidiariamente il matrimonio/celibato dei clerici, si producono quando la Chiesa, grazie all'azione dell'imperatore Costantino, comincia a organizzarsi come un potere socio-politico terreno. Più i secoli passano e più vengono manipolati i Vangeli originali, e più forza acquista il celibato obbligatorio, uno strumento chiave per dominare la massa clericale. Fino al Concilio di Nicea (325) non vi era alcun decreto legale in materia di celibato. Nel canone 3 è stato stipulato che «il Concilio proibisce, con severità, che vescovi, sacerdoti e diaconi, cioè tutti i membri del clero, abbiano con sé una persona dell'altro sesso, eccezione fatta per madre, sorella, zia o donne al di sopra di ogni sospetto»; ma in questo stesso concilio non si è proibito ai sacerdoti già sposati di continuare nella loro normale vita sessuale. La Chiesa anglicana e molte altre Chiese protestanti accettano o addirittura incoraggiano il matrimonio per i loro ministri del culto. I pastori anglicani convertitisi alla confessione cattolica possono continuare ad esercitare il sacerdozio (con il permesso della Santa Sede) restando sposati, coloro che invece non lo erano prima della conversione o che in seguito sono diventati vedovi non possono sposarsi o risposarsi.
 
Hiram.sc il 17/02/09 alle 14:20 via WEB
chi scrive la storia? chi detiene le tv...chi detta le regole...chi esegue gli ordini...?? la strada è lunga ... lunghissima...
 
 
Piero_Calzona il 17/02/09 alle 19:06 via WEB
Non riesco a trovare la connessione tra ciò che hai commentato e ciò che c'è scritto nel post Hiram.sc. Potresti essere un po' più chiaro? Grazie
 
oltreleparole_2008 il 17/02/09 alle 14:43 via WEB
ciao fratelli io penso che parliamo piu`o meno tutti la solita lingua in quanto tutti siamo alla ricerca perenne della giustizia che in un qualche modo ci viene a mancare ogni giorno.fino ad ora ce la siamo rifatta l`un con l`altro ammzzandoci in ogni modo.per fortuna da ora possiamo comprendere quanto tutto cio`e`stato paradossale,percio`il passato va ringraziato col cuore e lasciato andare,innanzitutto!!!penso questo,un abbraccio leedo,ps ho postato dei siti sul blog che penso possono esser d`aiuto. siamo tutti uno,a presto
 
oltreleparole_2008 il 17/02/09 alle 14:46 via WEB
ah scusami avevo iniziato a scrivere per fare i complimenti al sito e alla tua ricerca,che e`molto importante per poter spedire luce la`dove non ce ne e`.ciao
 
 
Piero_Calzona il 17/02/09 alle 19:10 via WEB
Ti ringrazio molto Oltreleparole.
 
forse_una_rondine il 17/02/09 alle 17:32 via WEB
e' un problema di legittimita' della discendenza. lo si capisce bene se si vuole vivere in una comune libertaria oggi, qui in italia. sei soggetto cmq ad una legge che si fonda sulla proprieta' con la quale devi venire a patti. ni confronti della quale comunque devi trovare una forma per rapportarti devi impedire cioe' che escano fuori parenti di una qualche comunarda magari morta a reclamare parti del posto dove lavori e vivi coi tuoi compagni da 20 anni, magari per farne un agriturismo. i beni che dona la chiesa sono della chiesa e tornano alla chiesa. e se i preti figliano.... devono fare la cresta per mantenerli e assicurargli un futuro. immagino ci siano altri motivi all'imposizione del celibato, che' le cose non succedono mai per un motivo solo. ma scommetto che li tirerai fuori tu.
 
 
Piero_Calzona il 17/02/09 alle 18:59 via WEB
Come hai potuto leggere nel post, il celibato è una manovra speculativa della chiesa cattolica, difatti come ho scritto prima nel commento di Occhi curiosi, nel Protestantesimo e soprattutto nell’Anglicanesimo non solo i preti si possono sposare, ma anche le donne possono essere ordinate sacerdote. Nel 1400 era cosi frequente che i clerici avessero concubine, che i vescovi hanno stabilito la cosiddetta “renta di putane”, ossia una somma di denaro che i sacerdoti dovevano pagare al vescovo ogni volta che trasgredivano la legge sul celibato. Avere amanti era così frequente, che molti vescovi hanno preteso la renta di putane da tutti i sacerdoti della loro diocesi senza eccezione. Chi difendeva la propria purezza era comunque obbligato a pagare perché il vescovo sosteneva che era impossibile non avere rapporti sessuali di alcun tipo. A questo stato di cose ha cercato di porre rimedio il tumultuoso Concilio di Basilea (1431-1435), che prescrisse la perdita delle entrate ecclesiastiche a chi non abbandonasse la concubina dopo essere stato avvertito e aver subito un ritiro momentaneo dei benefici. Con la celebrazione del Concilio di Trento (1545-1563), Papa Paolo III, protagonista di una vita dissoluta, che ha favorito il nepotismo all'interno del suo pontificato, e padre di diversi figli naturali, fece applicare in modo definitivo le disposizioni disciplinari di Laterano e proibì, inoltre, l'ordinazione di maschi sposati. Tuttavia, la Chiesa cattolica, trasformando un inesistente «consiglio evangelico» in legge canonica obbligatoria, è rimasta lontana anni luce dal potenziare ciò che Paolo VI riassume come «una relazione personale più intima e più completa con il mistero di Cristo e della Chiesa, per il bene di tutta l'umanità». Anzi, al contrario, ciò che si ha ottenuto la Chiesa con l'imposizione della legge del celibato obbligatorio è uno strumento di controllo che gli permette di esercitare un potere abusivo e dittatoriale sui propri lavoratori. Una strategia fondamentalmente economicistica per abbassare i costi di mantenimento della sua squadra sacro-lavorativa e incrementare il proprio patrimonio istituzionale. Evidentemente, l'unica «umanità» che trae profitto da questo stato di cose è la stessa Chiesa cattolica. Il carattere obbligatorio del celibato nel clero lo converte in una gran massa di mano d'opera a basso prezzo e ad alto rendimento, che favorisce una mobilità geografica e una sottomissione e dipendenza gerarchica assolute. Un sacerdote celibe è molto più economico di un altro che avesse il diritto di mettere su famiglia, in quanto, in quest'ultima ipotesi, l'istituzione dovrebbe almeno triplicare lo stipendio attuale del sacerdote per fare in modo che questi possa condurre un tenore di vita materiale sufficiente a mantenere un nucleo familiare. Dunque, quando si sente parlare del rifiuto della gerarchia cattolica alla possibilità di matrimonio dei sacerdoti, in realtà ciò che si vuole negare è un incremento delle spese di personale.
 
salamandraf il 17/02/09 alle 21:42 via WEB
Ma questa proprio non la sapevo. Ma sai che io ho sempre pensato che i preti non potessero sposarsi per via della pensione? Ti immagini quante epensioni di reversibilita' avrebbero dovuto elargire? Gia' sono pieni di debiti, sarebbero in rovina adesso.
 
 
Piero_Calzona il 17/02/09 alle 23:06 via WEB
La storia del Cristianesimo è tra le più complesse e controverse di tutte le religioni, pensa che nella sola religione cristiana ci sono centinaia di ramificazioni, senza contare le varie sette. La storia del celibato è una farsa, come d’altronde tutta la struttura portante di questa religione, che si è manifestata al tempo di Costantino, con il concilio di Nicea. In effetti Costantino per guadagnare la fiducia dei cristiani ha fatto della religione cristiana religione di Stato, ciò gli ha consentito di modificare a suo piacimento delle regole dogmatiche che erano contenute nelle scritture. In poche parole, ha “comprato” i cristiani per costituire uno Stato più forte e influente nel mondo dell’Impero romano. Il concilio di Nicea, nel 325 d.C, è stata la più grande truffa che la religione cattolica, con il consapevole consenso dei papi, abbia mai fatto. Ma come avrai visto nei precedenti post, non è stata l’unica truffa, pian piano, vediamo di far emergere le mostruosità soprattutto in riferimento alle donne, che il cristianesimo ha sempre considerato una “sottospecie del genere umano”, ma questo è un altro discorso, che cercherò di sviluppare più in là.
 
   
salamandraf il 18/02/09 alle 09:15 via WEB
Su Wikipedia si parla di un Papa donna, ti risulta?
 
     
Piero_Calzona il 18/02/09 alle 10:40 via WEB
Sinceramente le notizie riportate su internet, andrebbero prese con le molle, nei libri che ho letto, tra cui uno molto affidabile, (Cristianesimo – essenza e storia, di circa 1000 pagine – Autore Hans Kung, uno dei più prestigiosi teologi del nostro tempo), non si parla di nessun Papa donna, ciò dovrebbe essere implicito, in quanto la posizione della donna nel cristianesimo, o meglio nella religione cattolica cristiana, è sempre stata di secondo ordine, in effetti non veniva considerata affatto nelle mansioni ecclesiastiche, soprattutto dopo il concilio di Nicea, con Costantino (325 d.C). Mi risulta invece una cosa curiosa, che è avvenuta tra il XII e XIII sec. con la scissione tra Oriente e Occidente della chiesa cristiana. In questo periodo ci sono stati due Papi, uno a Roma e uno ad Avignone, poi nel 1409 i cardinali delle due parti tennero a Pisa un Concilio generale, deposero i due papi e ne elessero uno nuovo a Pisa (Alessandro V). La Chiesa si trovò con tre Papi.
 
     
forse_una_rondine il 19/02/09 alle 11:45 via WEB
...quando si dice "riproduzione asessuata per scissione"...
 
Le_cento_botte il 18/02/09 alle 11:05 via WEB
Beh , se potrà sposare solo una vergine e non potrà sposare né una vedova, né una divorziata, né una disonorata, né una prostitu­ta; ma potrà prenderà in moglie solo una vergine della sua gente , allora è proprio meglio che non si sposino . Sarei d'accordo che i preti si sposassero , solo a patto che possano sposare chiunque !
 
 
Piero_Calzona il 18/02/09 alle 12:53 via WEB
Sono perfettamente d’accordo con te, tant’è che la storia della scissione della Chiesa cristiana cattolica romana, creando una nuova ramificazione: il Protestantesimo, ammette il matrimonio ai preti, non solo, ma, come avrai letto nei commenti precedenti, l’Anglicanesimo, incita i preti a sposarsi e la condizione della donna in queste religioni sono nettamente più logiche della Chiesa cattolica, in quanto sono inserite nella gerarchia ecclesiastica alla stregua degli uomini, quindi non esiste il patriarcato, che ha annullato ogni possibilità decisionale alla donna. Ancora oggi, nel XXI secolo la donna (nella religione cattolica romana) è fortemente discriminata dalle speculazioni di concili e di papi che hanno arbitrariamente preso delle decisioni errate dal punto di vista etico-sociale e sono completamente in opposizione con i Vangeli di Gesù.
 
CoMizia il 18/02/09 alle 11:08 via WEB
Gesù non istituì nè il sacerdozio nè il papato,perciò tutto quello che ne è seguito è dovuto alla chiesa.La Chiesa è la sposa di Gesù pertanto si è regolamentata in modo da essere il più possibile conforme al suo pensiero.I sacerdoti non si sposano per dedicarsi meglio al servizio ed è proprio questo servizio che li avvicina a Cristo!
 
 
Piero_Calzona il 18/02/09 alle 12:54 via WEB
Gesù nei suoi Vangeli non ha parlato né di sacerdoti, né di Papi, né di Chiesa, anzi se ai letto bene i commenti precedenti, fino al 325 a.C, i rappresentanti delle comunità cristiane erano sposati, gli stessi apostoli erano sposati. La storia racconta che c’è stata una manipolazione arbitraria dei Vangeli, attraverso i Concili ed anche attraverso delle complesse lotte interne tra papato ed impero, da ciò possiamo dedurre che tutto ciò che oggi ci viene insegnato dal Vaticano è in forte contraddizione con la parola di Gesù.
 
   
occhi_curiosi il 19/02/09 alle 10:45 via WEB
non capisco perchè uno per servire "bene DIO" nn dovrebbe sposarsi, allora tutti facciamo male il nostro lavoro?!?!?! posso capire un tempo, ma oggi, tutta questa ottusità mi nausea.
 
     
Piero_Calzona il 19/02/09 alle 11:41 via WEB
Vedi Occhi_curiosi, l’osservazione che hai fatto sembra essere scontata, ma in effetti non lo è. La religione cattolica romana, si fermata nel III Paradigma, cioè nel Medioevo, il perché è molto semplice. Mentre l’evoluzione del pensiero scientifico sta, pian piano, subendo un processo di evoluzione, i dogmi, o leggi eterne, della religione cattolica rimangono sempre ferme. Basta pensare che la scienza ha dimostrato delle scoperte inconfutabili, ancora oggi la Chiesa rifiuta categoricamente alcuni dei principi scientifici determinanti per una sana evoluzione della società. Questa per me non è religione costruttiva, ma “ottusità smisurata”. Ciò dimostra che la tua affermazione, anche se giustificata dalla razionalità, è purtroppo ostacolata da questa mentalità chiusa e “medievale”, che persiste ancora nella maggior parte dei cristiani. Questo è uno dei motivi per cui sto cercando di mettere in evidenza, attraverso dei post, delle verità che ci vengono consapevolmente nascoste, soprattutto dai mass media.
 
Manfredi_Alter il 18/02/09 alle 15:24 via WEB
Ciao, Piero. Complimenti per il tuo blog davvero interessante. In merito all'argomento del post, sapevo che su sessismo e sessofobia della chiesa c'entra qualcosa anche il pensiero di Sant'Agostino, o sbaglio?
 
 
Piero_Calzona il 18/02/09 alle 18:50 via WEB
Si, in effetti Sant’Agostino era un uomo come tutti gli altri, anzi nella sua giovinezza aveva addirittura respinto la cristianità. Ma chi era Agostino prima di diventare Santo? Agostino nasce nel 354 d. C. nell'Africa romana. Crescerà come ogni bambino e una volta diventato ragazzo preferirà fare baldoria con i suoi coetanei, non mostrando alcun interesse per la religione. La madre, Monica, fedele cristiana, però continuerà ad influenzare la sua formazione. All'età di 19 anni il giovane Agostino si trasferisce a Cartagine dove comincia ad insegnare retorica. Si innamorerà di una giovane (ma non si sposa) e avrà un figlio, Adeodato. Negli anni che seguirono conoscerà il vescovo milanese Ambrogio, che riuscirà (una volta e per tutte) ad avvicinarlo al Cristianesimo. Agostino che tipo era? “Un monomaniaco, un uomo ossessionato dal sesso, che però vuole liberarsene perché ritiene sia un male, tutto il mondo sensibile, il cibo, i fiori, sono un male per lui, e per questo vuole annullare ogni piacere”. Ma è con la donna che il conflitto si fa drammatico, anzi, tragico. Perché da quel sistema di pensiero (rigida separazione fra cielo e terra, fra anima e corpo), scaturisce inevitabilmente la condanna della donna, creatura inferiore, ricettacolo del male, colpevole dei peccati dell'uomo. Con Agostino assistiamo ad un cambiamento radicale della sessualità, (la dottrina del peccato ereditario) questa dottrina si era imposta come una valutazione negativa della sessualità: attraverso il piacere sessuale dell’atto matrimoniale viene trasmesso il peccato ereditario. Come vedi, e come ci racconta la vera storia del Cristianesimo, Agostino è stato uno dei promotori del celibato. Ormai è risaputo che il Nuovo Testamento ha subito una vera e propria manipolazione, non solo da papi e imperatori, ma anche e soprattutto dai cosiddetti Padri della Chiesa. Purtroppo ancora oggi, dopo vari Concili, la situazione non è assolutamente cambiata e la posizione della donna, dei preti e della struttura teologica, persiste, negando ogni possibile verità.
 
solonelcielo il 19/02/09 alle 10:35 via WEB
Notevole il tuo blog, senza contare il tuo sito, e ammirabile soprattutto il tuo intento, e lo sforzo di realizzarlo. Complimenti. Un saluto
 
 
Piero_Calzona il 19/02/09 alle 11:43 via WEB
Grazie Solonelcielo, sei veramente gentile. Un caro saluto.
 
RosaDelDeserto1dgl il 20/02/09 alle 11:31 via WEB
Mi associo a tutti coloro che si sono complimentati per il notevole contenuto di questo blog. Ripasserò presto a Leggerti... Complimenti davvero... Un sorriso... Ciao
 
 
Piero_Calzona il 20/02/09 alle 15:37 via WEB
Ti ringrazio di cuore RosaDelDeserto. Un saluto. Piero
 
SolounGattoMatto il 20/02/09 alle 11:59 via WEB
Mi spiace ora di non avere il tempo nè i riferimenti a portata di mano.La figura della donna è stata volutamente, con abili falsificazioni, messa in secondo ordine rispetto a quella dell'uomo per evidenziare la figura "divina" (e quindi asessuata) di gesu' che altri non era che un uomo realmente vissuto e storicamente inserito nella realtà dei suoi tempi. Principalmente a Paolo si deve l'abile lavoro di marketing relativo alla divinizzazione. A partire dalla famosa "costola" di Adamo, che costola non era, un abile fraseggio ha permesso una realizzazione duratura nei secoli. Va da sè che secondo tale interpretazione, persino i preti, secondo la chiesa, hanno dovuto adeguae la loro figura, "ascetizzandosi". Ma se non fossero state tagliate o modificate le parti relative ad esempio alla Maddalena o ad altre figure nei testi biblici accettati od esclusi altri testi altrettanto autoritari, come avremmo potuto adorare una figura umana e condurre guerre sante ed eccidi nel suo nome?
 
 
Piero_Calzona il 20/02/09 alle 15:44 via WEB
Diciamo che è vero ciò che affermi. Aggiungerei ancora qualcosa per completare il quadro. Se parliamo della Bibbia, ci sono delle controversie enormi sulla veridicità di questa scrittura. Intanto la Bibbia ebraica è completamente diversa dalla Bibbia cristiana, se leggi il post: “ gli orrori della Chiesa cattolica” ne ho spiegato i motivi. Non solo, ma tutte le “sacre scritture” sono state scritte, riscritte e manipolate da scribi, dove ognuno a suo modo e piacimento “aggiungeva o toglieva” in funzione della credenza del tempo. Pensa che attraverso lo studio delle religioni del mondo, ci sono dei casi perfettamente analoghi, sia alla storia della Bibbia, quindi Vecchio testamento, sia per il Nuovo testamento. Un caso emblematico è il Mitraismo, che racconta, con una analogia spaventosa, la storia di un messia nato da una vergine e poi condannato e resuscitato, ciò accadeva duecento anni prima di Cristo. Anche la storia raccontata dalla Bibbia sulla creazione dell’uomo, è una storia da prendere con le molle, anche perché nella stragrande varietà di Bibbie che si sono avute, ci sono delle contraddizioni delle falsificazioni e delle incomprensioni spaventose. Se noi dovessimo credere nelle scritture, a quale delle Bibbie bisogna fare riferimento? Inoltre c’è una testimonianza inconfutabile che ci offre la scienza, non solo attraverso la Fisica con tutte le sue ramificazioni, ma soprattutto attraverso la biologia, con la Teoria Evoluzionistica di Darwin. Attraverso questa teoria, che ha letteralmente annientato le sacre scritture, è possibile, con prove inconfutabili, annientare tutto ciò che ci è stato propinato fino adesso come “Verità Assolute”. E’ implicito che in tutto questo “minestrone” ben preparato, ci sono dei fatti che ancora adesso ne subiamo le conseguenze, come la donna nella società, che è sempre stata considerata una “sottospecie del genere umano”, non perché lo è veramente, ma perché le religioni del mondo, soprattutto quella cristiana cattolica romana, hanno creato l’ideologia de Patriarcato per avere il potere assoluto, annientando così la figura femminile per soddisfare le varie scritture, le ideologie, le filosofie che derivano il più delle volte da leggende o mitologie di migliaia di anni prima di Cristo. Per quanto riguarda il celibato, per concludere, ti posso dire che è una farsa mostruosa, che è stata costruita subito dopo il concilio di Nicea (325 d.C) con Costantino, ed alimentata dai cosiddetti Padri della Chiesa: Paolo di Tarso, Origene, Agostino, Tommaso D’Aquino, Martin Lutero, Friedrich Schleiermacher, Karl Bart. Uno di loro, Agostino, nonostante da giovane abbia avuto una storia abbastanza “movimentata” per quanto riguarda le donne, ad un certo punto ha cambiato idea, introducendo la dottrina del peccato ereditario, questa dottrina si era imposta come una valutazione negativa della sessualità: attraverso il piacere sessuale dell’atto matrimoniale viene trasmesso il peccato ereditario. Da qui, come saprai, i nostri ultimi Papi, invece di prendere in considerazione questo paradosso culturale, hanno alimentato il fenomeno del celibato facendo ricadere la società nel vecchio paradigma del XXII – XXVI secolo, il periodo più buio (culturalmente) dei nostri tempi. Insomma, siamo ancora nel pieno del Medioevo.
 
   
SolounGattoMatto il 23/02/09 alle 14:00 via WEB
Concordo. Infatti il concilio di Nicea sancì principalmente se dare credito alle correnti che sostenevano la figura "divina" di gesù o quella "semplicemente" umana come in moltissimi sostenevano. Da qui ne consegue principalmente la presa di posizne contro le donne. Per quanto riguarda i testi della bibbia, ho un atteggiamento diverso. Tralasciamo per un momento il discorso sui testi apocrifi o scartati e consideriamo solo quelli ritenuti canonici. Per secoli (omissioni volute a parte) i testi sono stati lasciati inalterati in quanto modificandoli si sarebbe andati contro l'idea che la bibbia è scritta direttamente da dio. Certo, per mano di scrittori ed evangelisti ma sotto la sua diretta influenza. E quindi l'attenzione filologica è stata massima. Questo ci ha permesso di mantenere e vedere nei testi delle incongruenze che altrimenti sarebbero state fatte sparire. Credo che forse la bibbia dei settanta sia la versione rimasta piu' fedele agli originali. E ho qualche dubbio che i testi piu' antichi siano "da prendere con le molle". Certo, vanno valutati molto attentamente e non come ce li "passa" la chiesa. Riconosco a quei testi un'enorme fedeltà e validità storica. Mi piacciono moltissimo (e sono convinto che un fondo di verità di sia) le prime teorie di Sitchin. Poi credo si sia un pò troppo innamorato delle sue idee e perso un pò per strada, ma credo che inizialmente avesse avuto uno studio ed un'attenzione enorme. Purtroppo, per quello che riguarda i periodi bui, credo che il peggio debba ancora venire.
 
     
SolounGattoMatto il 23/02/09 alle 14:03 via WEB
ps: scusa. dimenticavo. non sono così convinto che Darwin avesse ragione. La teoria evoluzionistica fa acqua da tutte le parti piu' di un colabrodo e troppe sono le sue incongruenze. Credo che la verità sia ancora ben lungi dall'essersi rivelata.
 
     
Piero_Calzona il 23/02/09 alle 16:07 via WEB
Dunque vediamo di fare qualche piccola considerazione. Intanto ti dirò che la teoria evoluzionistica non è un colabrodo. Attraverso questa straordinaria teoria, associata alla paleontologia, gli scienziati, non solo nell’era di Darwin, ma soprattutto in quella post-moderna, hanno messo in evidenza delle prove inconfutabili per quanto riguarda l’evoluzione per selezione naturale sugli esseri viventi. E’ solo, e unicamente, attraverso questa teoria che oggi possiamo con estremo rigore fare una ricostruzione paleontologica sull’evoluzione dell’Homo Sapiens e dell’Homo Sapiens Sapiens. Questa è una delle ragioni per cui la Bibbia nella sua descrizione sulla creazione è semplicemente ridicola e mitologica. Il Creazionismo esiste perché c’è ancora una forma di rifiuto della mente umana che è stata plasmata per millenni da archetipi inutili. Il creazionismo esiste perché la gente ha il bisogno di credere in qualcosa. Il Creazionismo esiste per giustificare le scritture che ci hanno propinato per millenni. Questo è per me il motivo dell’esistenza del Creazionismo. In ogni modo, non considerando nessuna delle 4200 religioni diverse, non considerando neanche l’evoluzionismo, ognuno è libero di credere in una qualche possibile Entità Divina come ragione della nostra esistenza. In questo caso cadiamo inesorabilmente nell’agnosticismo, ma non nell’Ateismo.
 
     
Piero_Calzona il 23/02/09 alle 16:21 via WEB
Ti ringrazio per avermi risposto. Si, ho capito perfettamente il tuo punto di vista sulla Bibbia e sulle sue origini. Però quando affermo che le scritture, e mi riferisco in particolare al Vecchio Testamento, sono da prendere con le molle, non intendo solo che si rifanno a racconti mitologici, tant’è che molte delle cose raccontate nella Bibbia dei Settanta, che si ritiene la più affidabile come originalità, vengono raccontate anche in altre religioni, ciò fa pensare che il bisogno di credere in qualcosa abbia influito pesantemente sulla fantasia delle varie civiltà antiche. Il discorso qui si fa molto complesso perché richiama argomenti come il RITO – il SACRO – il MITO . ti posso fare un piccolo esempio per non andare oltre il dovuto. Circa 90.000 anni fa l’uomo di Neandertal osservava già il culto dei morti, eppure non aveva nessuna religione, ci sono reperti archeologici tangibili su questo processo di ritualizzazione. In quel periodo non esistevano libri sacri o altro, ma tant’è che l’uomo aveva già la tendenza a domandarsi del perché dopo la morte. Nei periodi seguenti, l’uomo ha sempre avuto bisogno del mito, del rito e del sacro. Secondo vari antropologi questo bisogno del trascendente e dello straordinario è derivato dalla paura dell’ignoto, intemperie, cataclismi, il buio, ecc. Tutto ciò, attraverso una ricerca antropologia ed archeologica ci fa pensare che la nascita di quasi tutte le religioni siano dovute a questi complessi motivi. E adesso cerchiamo, dopo questa breve digressione, di continuare il discorso sulle scritture. Il motivo per cui non credo assolutamente al Vecchio Testamento sta nel fatto che il Dio del V.T. è un Dio inaccettabile, geloso, sanguinario, vendicativo, carnefice, furibondo. Come si può accettare un’Entità Divina con questa caratteristiche??? Le cose cambiano radicalmente, anche per opera della CEI, con il Nuovo Testamento, vediamo che il Dio di Abramo si trasforma, attraverso la persona di Gesù Cristo, in amore e tolleranza. Come si spiega tutto ciò??? Per concludere, da fonti ufficiali attendibili: http://www.adherents.com/ - pare che nel Mondo ci siano circa 4200 religioni diverse. Allora io mi chiedo!? Come si può credere nella Bibbia, e già di Bibbie ne abbiamo diverse versioni, quando su circa sette miliardi di persone ognuno ha il suo credo ed ogni popolo racconta la propria storia con documentazione che non è assolutamente inconfutabile???
 
     
SolounGattoMatto il 23/02/09 alle 16:44 via WEB
Quando è l'uomo a stabilire quali testi facciano parte della bibbia e quali no, mi diventa un pò arduo credere che la bibbia sia stata scritta da dio per l'uomo. In realtà c'è pure un filo comune che "lega" tra loro varie religioni e miti. Per non dilungarmi accenno solo al diluvio. Prendo spunto dal tuo riferimento al mitraismo per ricordare che mitra lo si considerava nato il 25 dicembre. Anche nelle religioni,nulla si crea, nulla si distrugge. Semplicemente si ingloba, si tramanda, si adatta a proprio uso e consumo. Solo due cose. 1: Continuo a non ritenere inconfutabile l'evoluzionismo darwiniano ma una semplice teoria con parecchi buchi inspiegabili (beh, non solo io, ovviamente, che non conto niente, ma parecchi scienziati ed ovviamente non mi riferisco a quei "burloni" dei creazionisti). 2: Non hai accolto il mio riferimento a Sitchin. Mi piacerebbe sapere se l'hai letto e cosa ne hai tratto.
 
     
SolounGattoMatto il 23/02/09 alle 16:49 via WEB
ps: davvero complimenti per le tue foto. Mi piacciono davvero tanto. Posizioni e colori di molte trasmettono un calore e delle sensazioni davvero forti e vibranti. Bravo davvero. Anch'io adoro fotografare ma ho davvero tanto da imparare. Bellissima la foto di boccadasse (sono genovese purosangue anch'io del resto)
 
     
SolounGattoMatto il 23/02/09 alle 17:06 via WEB
ri ps: ho "rubato" la tua foto di boccadasse per postarla sul mio blog. Spero non ti dispiaccia. La trovo veramente splendida e viva. Se ti creasse fastidio, la tolgo. ciao e grazie
 
     
Piero_Calzona il 23/02/09 alle 18:07 via WEB
Non mi da assolutamente fastidio, l'unica cosa, essendo coperte da copyright dovresti mettere il nome dell'autore. Grazie, Ciao
 
     
Piero_Calzona il 23/02/09 alle 18:05 via WEB
Ti ringrazio
 
     
Piero_Calzona il 23/02/09 alle 18:04 via WEB
Vedi, quando una teoria è verificabile attraverso un processo paleontologico e archeologico, quindi quando si hanno delle prove tangibili, la teoria non è più una congettura, ma attraverso queste prove diventa certezza. La teoria evoluzionistica sta procedendo, attraverso anche la microbiologia, con passi enormi verso la sua veridicità. Purtroppo c’è uno scientismo da supermercato che ne ostacola l’evoluzione. Stiamo a vedere negli anni cosa succede. Davanti alle scoperte di Galileo Galilei anche la Chiesa cattolica romana era contraria (ERESIE DELLA CHIESA), ma poi si è dovuta piegare all’evidenza dei fatti. Per quanto riguarda Sitchin, non ho ancora letto niente, puoi darmi qualche titolo interessante?
 
     
SolounGattoMatto il 24/02/09 alle 10:37 via WEB
Leggi "il pianeta degli dei". Poi purtroppo si è un pò perso per strada e gli altri testi non sono all'altezza del primo. Ma se ti intendi un pò di storia antica, di genetica e alcune altre cosucce, troverai particolarmente interessante la sua teoria iniziale (resta comunque una persona dalla competenza e conoscenza davvero incredibili)
 
akkuaketa il 20/02/09 alle 23:28 via WEB
mica mica che preti e monache hanno capito tutto della vita? non è facile la vita di coppia.............
 
 
Piero_Calzona il 21/02/09 alle 00:01 via WEB
Ti ringrazio per essere intervenuta, ma potresti spiegare meglio il tuo concetto?
 
otello2007 il 26/02/09 alle 09:02 via WEB
Ciao Piero...è da tempo che non ci si commenta! Una mia considerazione che abbracci questo ed il post precedente! La chiesa è sempre e soltanto stata una Potenza politica...non certamente religiosa! E come tale ha gestito il potere nè meglio nè peggio di come lo abbiano fatto tutti gli uomini...perchè di uomini si parla per quanto il Concilio vaticano abbia sancito l'infallibilità del papa quale incarnazione del dio dei cristiani! L'olocausto di cui tratta il sacerdote in questione...è stato smentito ovviamente dal vaticano il quale ha ridimensionato i numeri e le percentuali...come se attuare un genocidio o un "semplice" massacro fosse un distinguo netto ed insindacabile! Di fatto...per me...e per quanti ragionino con le loro teste...di genocidio si tratta! Ma vallo ad inculcare nelle teste del pio popolo cristiano...esempio calzante ne è Etnego...il quale continua a bersi tutte le direttive clericali come direttamente impartite dal loro dio...e non da uomini che...nel corso di due millenni...si sono macchiati delle stesse nefandezze che...dai loro pulpiti grondanti ipocrisia...continuano a enfatizzare...ma solo quando commesse da altri (specie dai regimi di sinistra...per quelli di destra un occhi l'hanno sempre chiuso...leggesi desaparecidos argentini o...ebrei italiani)...Un caro saluto
 
 
Piero_Calzona il 27/02/09 alle 10:34 via WEB
Ti ringrazio molto Otello per il commento, hai fatto una radiografia molto dettagliata sulla situazione ecclesiastica, in effetti è verissimo ciò che affermi, la chiesa è stata, fin dalla sua fondazione e con il concilio di Nicea (325) sotto l’Imperatore Costantino, una istituzione unicamente politica, il Vangelo di Gesù è stato solo un alibi per accreditarsi fedeli e costituire il potere assoluto sulle altre religioni. Non voglio dilungarmi più di tanto su quello che ha fatto la chiesa in circa duemila anni di potere, è già stato commentato abbondantemente, è necessario, però, che tutte queste mostruosità vengono portate a conoscenza anche ai cosiddetti cristiani, che accettano, ancora, passivamente ciò che il Vaticano propina con naturalezza, senza minimamente osservare che la sua opera va contro ogni possibile etica, va contro il normale processo evolutivo del pensiero umano. Sto preparando altri articoli molto interessanti sulla religione cattolica romana, che ritengo sia stata, e lo è ancora, una delle peggiori religioni in tutto il pianeta.