Eminenza reverendissima cardinale Camillo Ruini,
mi rivolgo a lei anche se la so da poco in pensione, anziché al suo
successore card. Bagnasco, perché lei è un po' l'Andreotti del
Vaticano: ha accompagnato la vita politica e religiosa del nostro
paese per molti decenni. Come lei ben sa, non c'è paese d'Europa che
abbia avuto tanti capi del governo cattolici come l'Italia. Su 60
governi in 60 anni, 51 avevano come premier un cattolico e solo 9 un
laico: 2 volte Spadolini, 2 Craxi, 2 Amato, 2 D'Alema, 1 Ciampi, che
peraltro si dichiara cattolico. In 60 anni l'Italia è stata
governata per 52 anni da un cattolico e per 8 da un laico. Se la DC
e i suoi numerosi eredi avessero fatto per la famiglia tutto ciò che
avevano promesso, oggi le famiglie italiane dormirebbero tra due
guanciali. Sa invece qual è il risultato? Che l'Italia investe nella
spesa sociale il 26,4% del Pil, 5 punti in meno che nel resto
d'Europa a 15, quella infestata di massoni, mangiapreti, satanisti e
-per dirla con Tremaglia- culattoni. Se poi andiamo a vedere quanti
fondi vanno alle famiglie e all'infanzia nei paesi che non hanno
avuto la fortuna di avere in casa Dc e Vaticano, scopriamo altri
dati interessanti. L'Italia è penultima in Europa col 3,8% della
spesa sociale alle famiglie, contro il 7,7% dell'Europa, il 10,2%
della Germania, il 14,3% dell'Irlanda. Noi diamo alla famiglia
l'1,1% del Pil: meno della metà della media europea (2,4). Sarà un
caso, ma noi siamo in coda in Europa per tasso di natalità: la
Francia ha il record con 2 figli per donna, la media europea è 1,5,
quella italiana 1,3. E il resto d'Europa ha i Pacs, noi no: pare che
riconoscere i diritti alle coppie di fatto non impedisca le
politiche per la famiglia, anzi. Lei che ne dice?
Lei sa, poi, che per sposarsi e fare figli, una coppia ha bisogno di
un lavoro stabile. Sa quanto spendiamo per aiutare i disoccupati? Il
2% della spesa sociale, ultimi in Europa. La media Ue è il 6%. La
Spagna del terribile Zapatero spende il 12,5. I disoccupati che
ricevono un sussidio in Italia sono il 17%, contro il 71 della
Francia, l'80 della Germania, l'84 dell'Austria, il 92 del Belgio,
il 93 dell'Irlanda, il 95 dell'Olanda, il 100% del Regno Unito. E
per i giovani è ancora peggio: sotto 25 anni, da noi, riceve il
sussidio solo lo 0,65%; in Francia il 43, in Belgio il 51, in
Danimarca il 53, nel Regno Unito il 57. Poi c'è la casa. Anche lì
siamo penultimi: solo lo 0,06% della spesa sociale va in politiche
abitative (la media Ue è il 2%, il Regno Unito è al 5,5). Se in
Italia i figli stanno meglio che nel resto del mondo, anche perché
sono pochissimi, per i servizi alle madri siamo solo al 19° posto.
Forse, Eminenza, visto il rendimento dei politici cattolici o
sedicenti tali, avete sempre puntato sui cavalli sbagliati. O forse,
se aveste dedicato un decimo delle energie spese per combattere i
Dico e i gay a raccomandare qualche misura concreta per la famiglia,
non saremmo i fanalini di coda dell'Europa: perché i nostri politici
le promesse fatte agli elettori non le mantengono, ma quelle a voi
le mantengono eccome. Sono proprio sacre.
Ora speriamo che il Family Day faccia il miracolo. A questo
proposito, vorrei mettere una buona parola per evitare inutili
imbarazzi. Come lei sa, hanno aderito all'iniziativa moltissimi
politici così affezionati alla famiglia da averne due o tre a testa.
Come Berlusconi, che ha avuto due mogli, senza contare le giovani e
avvenenti attiviste di Forza Italia con cui prepara il Family Day
nel parco di villa Certosa. Le cito qualche altro esempio da un
bell'articolo di Barbara Romano su Libero. Vediamo la Lega, che fa
fuoco e fiamme per la sacra famiglia. Bossi 2 mogli. Calderoli 2
mogli (la seconda sposata con rito celtico) e una compagna.
Castelli, una moglie in chiesa e l'altra davanti al druido. Poi c'è
l'Udc, l'Unione democratico cristiana, dunque piena di separati e
divorziati. Divorziato Casini, che ha avuto due figlie dalla prima
moglie e ora vive con Azzurra. Divorziati l'ex segretario Follini e
il vicecapogruppo Giuseppe Drago, mentre la vicesegretaria Erminia
Mazzoni sta con un divorziato. D'Onofrio ha avuto l'annullamento
dalla Sacra Rota. Anche An è ferocissima contro i Dico. Fini ha
sposato una divorziata. L'on. Enzo Raisi ha detto: "Io vivo un pacs".
Altro "pacs" inconfessato è quello tra Alessio Butti e la sua
compagna Giovanna. Poi i due capigruppo: alla Camera, Ignazio La
Russa, avvocato divorzista e divorziato, convive; al Senato, Altero
Matteoli, è divorziato e risposato con l'ex assistente. Adolfo Urso
è separato. L'unico big in regola è Alemanno: si era separato dalla
moglie Isabella Rauti, ma poi son tornati insieme. Divorziati gli ex
ministri Baldassarri (risposato) e Martinat (convivente). La
Santanchè ha avuto le prime nozze annullate dalla Sacra Rota, poi ha
convissuto a lungo. E Forza Italia? A parte il focoso Cavaliere,
sono divorziati il capogruppo alla Camera Elio Vito e il
vicecapogruppo Antonio Leone. L'altro vice, Paolo Romani, è già al
secondo matrimonio: «e non è finita qui», minaccia. Gaetano
Pecorella ha alle spalle una moglie e "diverse convivenze".
Divorziati anche Previti, Adornato, Vegas, Boniver. Libero cita tra
gli irregolari persino Elisabetta Gardini, grande amica di Luxuria,
che ha un figlio e (dice Libero) convive con un regista. Frattini,
separato e convivente, è in pieno Pacs. Risposàti pure Malan, D'Alì
e Gabriella Carlucci, mentre la Prestigiacomo ha sposato un
divorziato. E al Family day ci sarà pure la Moratti col marito
Gianmarco, pure lui divorziato.
Ecco, Eminenza, personalmente sono convinto che ciascuno a casa sua
sia libero di fare ciò che vuole. Ma è difficile accettare l'idea
che questi signori, solo perché siedono in Parlamento, abbiano dal
‘93 l'assistenza sanitaria per i conviventi more uxorio e vogliano
negarla a chi sta fuori. E che lei Eminenza non abbia mai tuonato
contro i Pacs parlamentari. Ora però non vorrei che qualche
Onorevole Pacs disertasse il Family Day per paura di beccarsi una
scomunica. Perciò mi appello a lei: se volesse concedere una
speciale dispensa almeno per sabato, ne toglierebbe d'imbarazzo
parecchi. Potrebbe pure autorizzarli a sfilare ciascuno con tutte le
sue famiglie, magari entro e non oltre il numero di 3. Per far
numero. Ne guadagnerebbe la partecipazione. Si potrebbe ribattezzare
l'iniziativa Multifamily Day.
Marco Travaglio
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