Frammenti di un libro

 

Jahvè, Dio e Allah: false divinità. 101 motivi per credere solo nell'uomo

di Dante Svarca

 

 

I DIVIETI DELLA CHIESA

Per i cristiani l’atto sessuale non può essere disgiunto da quello procreativo. Non può avvenire solo per provare piacere. Se ottemperasse a questo ordine, nella scala evolutiva l’uomo regredirebbe di millenni: si pensi che perfino i delfi­ni e le scimmie fanno sesso solo per divertirsi! La fobia della chiesa per il sesso si può comprendere solo con il voto di castità imposto ai preti. Se ai preti è proibito, gli altri ne devono fare il meno possibile.

Ma non è stato sempre così. L’obbligo di destinare l’atto sessuale unicamen­te alla procreazione è stato imposto ai cristiani nel Concilio di Trento (1535-1563).

Come conseguenza mostruosa di questo incomprensibile divieto vi è quella dei rapporti sessuali tra coniugi, uno dei quali ammalato di AIDS. Per la chiesa neanche tale rapporto sessuale può avvenire con la protezione del preservati­vo!

 

La più antica delle religioni fondate da un uomo, da un personaggio storico, è lo zoroastrismo. È stata fondata oltre duemilasettecento anni fa da Zarathustra o Zoroastro ed è praticata ancora da circa 100.000 seguaci. È la prima religione monoteistica della storia.

 

LE CAZZATE DELLA BIBBIA

La Bibbia ci dice che dio, insoddisfatto e scontento della sua creazione decise di distruggere tutto e ricominciare da capo, come qualsiasi falegname alle prese con la costruzione di un tavolo, venuto storto: “Il Signore disse: «Sterminerò dalla Terra l’uomo che ho creato: con lui anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo perché sono pentito di averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore”. Genesi 6,7.

A dare ascolto alla Bibbia, lo fece veramente. Col diluvio universale sterminò tutti gli esseri viventi, uomini, donne, bambini e animali di ogni specie a ecce­zione di quelli contenuti nell’Arca.

Dopo molti mesi passati nell’Arca, Noè, finalmente, rimise piede a terra as­sieme a tutti gli animali che erano con lui. Subito eresse un altare al Signore e gli offrì “di ogni specie di animali puri e di ogni specie di uccelli puri” in olocausto. “E il Signore odorò quella soave fragranza, e disse in cuor suo: “Io non maledirò più la terra a causa dell’uomo... non colpirò più ogni cosa vivente come ho fatto... “ Genesi 8,20.

È bastato il profumo di un arrosto e dio si è pentito anche di aver mandato il diluvio!

 

Anche l’episodio del diluvio universale non è che la riproposizione degli in­segnamenti della religione sumero-babilonese dove si racconta di un certo Ziu­sudra che, rimasto l’unico uomo giusto sulla terra, fu salvato dal dio Enlil che gli ordinò di costruirsi un’Arca dove ripararsi con la sua famiglia. Anche Enlil mandò il diluvio universale e uccise tutte gli uomini a eccezione di Ziusudra e la sua famiglia.

La leggenda sumera, appresa dagli ebrei durante la prigionia a Babilonia, dove si narra anche di Adamo ed Eva, fu riportata quasi alla lettera nella Bibbia. Noè, come Ziusudra, per conoscere se le acque si erano ritirate mandò in avansco­perta una colomba. Solo che nella versione originale la pioggia durò sette giorni e gli ebrei l’aumentarono fino a quaranta.

 

Dio è il grande orologiaio dell’universo. Un universo concepito, nel passato, perfetto come un orologio. Ora sappiamo che l’universo è materia che si espan­de in tutte le direzioni, incontrollata, caotica, con stelle che nascono e muoiono, con corpi celesti che si scontrano con i pianeti distruggendo gran parte di ciò che vi si trova, comprese le forme di vita, e da questa distruzione nascono nuo­ve aggregazioni di materia e di vita.

Sulla Terra è accaduto con l’estinzione dei dinosauri e di altre migliaia di spe­cie e oggi l’Orologiaio non è da meno: terremoti, alluvioni, maremoti, eruzioni di vulcani, cicloni, con gli immani lutti e catastrofi che li accompagnano.

La natura non è per niente madre benigna ma è spietata e ripetitiva. È forza bruta, regolata dal caso e dalla legge di causa ed effetto. La natura è sopraffazio­ne del più debole, è priva di ideali e di regole morali, è cinica e opportunista.

L’uomo è un prodotto della natura. Nei primordi della civiltà si è sottomesso solo alla forza cieca e brutale, in seguito alla legge che, in realtà, è la stessa forza, ma mascherata.

 

È ormai accettato da tutti che la Bibbia è la trascrizione di racconti orali prei­storici, tramandatisi per secoli e le conclusioni cui giunsero i suoi redattori sono le stesse a cui giunsero gli altri popoli contigui a Israele.

Nelle immediate vicinanze dell’antico Israele sono stati scoperti, alla fine del diciottesimo secolo, dei testi babilonesi in scrittura cuneiforme, che riportano la creazione e il diluvio in modo del tutto simile a quanto narrato nella Bibbia.

Nacque in proposito la disputa, definita “Controversia su Bibbia-Babele”, cioè quale dei due testi fosse il più antico: la Bibbia o il testo babilonese dell’epopea di Enuma Elish, che tratta anch’esso della creazione. Il risultato fu l’ammissione che una dipendenza dei testi babilonesi da quelli biblici è impossibile, la dipen­denza dei testi biblici da quelli babilonesi è possibile e verosimile.

In realtà, i testi della creazione biblici traggono origine dalle primitive narra­zioni sumeriche, passate poi ai babilonesi, agli assiri e, infine, ai greci.

Vi sono anche testi egiziani, paralleli alla Bibbia, che trattano la creazione allo stesso modo, mediante la parola, come appare da un testo del santuario di Menfi.

 

Il comportamento umano è la sintesi profonda di fattori genetici e socio­culturali. L’uomo non è libero di decidere, in assoluto, quello che vuole ma è profondamente condizionato dalla struttura genetica che ha ereditato e dai mo­delli culturali che la società gli impone fin dalla nascita. E la struttura genetica richiama ancora alla mente dell’uomo comportamenti e modelli che egli aveva quando era animale.

La personalità di ogni uomo è composta dalla parte animale, arcaica e potente, in cui sono sedimentati istinti, esperienze, emozioni e desideri di un milione di anni, e da quella umana, più recente, sublime e razionale, in cui si sono sedimen­tati i desideri, le esperienze e la cultura degli ultimi centomila anni.

 

Secondo il mito del cristianesimo Gesù si sacrificò per salvare l’umanità. A parte l’assurdo di questa affermazione, se il sacrificio di Gesù fosse diventato la salvezza dell’umanità, perché l’umanità continua a soffrire più di quanto abbia mai sofferto in passato? Se fosse vero quanto sostengono i preti la morte di Gesù sarebbe stata un totale fallimento: i peccati e la sofferenza continuano più di prima.

 

IL MIRACOLO DI SAN GENNARO

La reliquia di San Gennaro consiste in due bottigliette sistemate fra i vetri della teca che maneggia il vescovo. Quella più piccola, è del tutto vuota. Quella più grande è parzialmente riempita da una sostanza ignota.

Il miracolo consisterebbe nel fatto che il sangue, da solido diventa liquido senza una causa evidente.

Naturalmente il vescovo di Napoli non permette di analizzare il miracoloso contenuto dell’ampolla. Se lo facesse, si scoprirebbe l’imbroglio e un’ingente fonte di denaro verrebbe a cessare.

In realtà, si può trattare solo di una sostanza, (composto tissotropico), di com­posizione nota anche nel medioevo, che fonde a temperatura ambiente legger­mente più alta di quella in cui si trova normalmente, e che passa dallo stato soli­do a quello liquido se contemporaneamente viene lievemente agitata. In questo caso si tratterebbe di una sospensione colloidale di idrossido di ferro in acqua con ioni di sodio e carbonato di calcio. Provata, sperimentalmente, si comporta come il così detto sangue di San Gennaro. Da notare che tre dei quattro ingre­dienti sono di uso quotidiano: il carbonato di calcio nei gusci d’uovo, il sale e l’acqua. Il quarto è il cloruro ferrino: si trova, sotto forma di minerale, proprio sul Vesuvio o su altri vulcani attivi.

Se si osservano i movimenti del rito miracoloso non si può non convenire che tali movimenti sono quelli finalizzati proprio a liquefare e mantenere liquida una sostanza tissotropica. La reliquia viene continuamente capovolta, tanto nella pri­ma fase, quando l’officiante controlla se la liquefazione sia già avvenuta, quanto nella seconda, quando la liquidità, ormai accertata, viene mostrata alla folla.

 

L’eucaristia è solo un rito magico, da stregoni di altri tempi. Esso deriva dal cannibalismo rituale praticato nell’antichità. Gli uomini primitivi credevano che mangiando alcune parti ben precise del corpo di un valoroso nemico uc­ciso, quali il cuore, il cervello o il pene, o anche di un importante membro del proprio gruppo deceduto, si potevano acquisire le virtù e i poteri dell’estinto.

 

Tutte le divinità che sono scese sulla terra per salvare l’umanità, sia nelle reli­gioni orientali che occidentali, sono nate da una donna vergine che si era accop­piata con un dio: Horo, nato da Iside; Tammuz, da Istar; Attis, da Nana; Perseo da Dafne; Mitra da una vergine fecondata da Aura Mazda.

Lao Tse fu concepito da un raggio di sole e partorito dopo ottantuno anni da un’ascella della madre vergine. Quella sinistra. Nessuna meraviglia che Gesù sia stato concepito ad opera dello Spirito santo e partorito da madre vergine. La nascita di Visnù, invece, dalla vergine Devaki, è stata completamente plagiata dall’evangelista Luca. Il Messia dei testi induisti è nato così: “La volontà di Dio si è compiuta. Vergine e madre salve! Nascerà da te un figlio che sarà il salvatore del mondo. Ma fuggi, poiché Kansa (il dio del male) ti cerca per farti morire col tenero frutto che rechi nel seno. I nostri fratelli ti guideranno dai pastori che stanno alle falde del monte Metu, è qui che metterai al mondo il figlio divino”.

 

Rimane ancor oggi più credibile la tesi del sacerdote Ario secondo la quale Gesù non era un vero dio, ma solo una sua creatura, anche se superiore a tutte le altre creature. Dio, essere unico e indivisibile, principio non generato di tutta la realtà, non può condividere con altri la propria essenza. Il Figlio, perciò, non può essere della stessa sostanza del Padre, ma può essere solo una sua creatura, generata dal nulla dal Padre. Una creatura superiore e anteriore a tutte le altre, creata fuori dal tempo, perfetta e divina, ma che ha avuto un principio ed è di­stinta dal Padre.

Anche lo Spirito Santo, terza divinità, è di natura diversa dal Padre e distinto da lui.

Secondo Ario (prete ad Alessandria, 280-336) c’era stato un tempo in cui c’era solo dio Padre mentre le altre due persone, Gesù e lo Spirito Santo, non c’erano ancora.

 

LE CAZZATE DELLA RELIGIONE

Il primo gennaio dell’anno 2008, giornata mondiale della pace, il papa Bene­detto XVI, nel parlare a tutto il mondo a favore della pace, ha detto: “Ricordatevi che la pace non si raggiunge per volere dell’uomo o per accordi tra gli Stati, la pace è un dono di Dio che l’uomo deve supplicare con la preghiera”.

I buoni cristiani che stavano in ascolto avranno tratto l’ovvia conclusione che non era necessario impegnarsi attivamente per favorire la pace nel mondo, ma che era più proficuo pregare per ottenere lo stesso risultato.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Duemila anni di preghiere non hanno portato la pace tra i popoli, anzi, le guerre di religione l’hanno allontanata ancora di più. Quanti millenni ancora vorrà aspettare il dio degli eserciti per concedere il suo dono all’umanità? Vorrà che muoiano straziati dalla guerra altre centinaia di milioni di persone, bambini compresi?

 

L’invenzione di un inferno materiale ed eterno, dove il fuoco è l’elemento principale della punizione dei peccatori, avviene gradualmente dal IV al VI se­colo. In particolare fu il Concilio di Costantinopoli, nel 543, a dettarne le linee principali. Di pari passo acquista peso il demonio, rappresentato sempre più come avversario diretto di dio. Nella Bibbia non c’è traccia di un luogo simile, né Gesù ne ha mai parlato.

 

 

Le grandi religioni sono così ricche e potenti da condizionare la vita anche a quella parte di umanità che vorrebbe vivere seguendo la ragione e non le super­stizioni, ma anche le piccole vi contribuiscono, essendo numerosissime.

Lo studioso del fenomeno religioso, Massimo Introvigne, ha calcolato che oggi esistano più di 20.000 nuove religioni alle quali si devono sommare oltre 30.000 confessioni che si definiscono cristiane.

L’umanità, invece, al suo emergere dal mondo animale era atea e non aveva alcuna idea di un qualsiasi mondo spirituale o divino.

 

LE CAZZATE DELLA RELIGIONE

Il Corano maledice i cristiani e gli ebrei e li chiama cani infedeli.

Gli indù parlano con amore dell’unità di tutti gli esseri viventi, ma trattano i loro simili da paria. I cristiani parlano d’amore, ma si trovano ovunque impe­gnati in guerre fratricide. I musulmani parlano di fraternità, ma si gloriano di sterminare gli altri credenti. Per gli ebrei la loro identità è addirittura associata alla loro religione e non s’integrano con altri.

I fedeli delle varie religioni sono pronti a ridere delle incomprensibili strava­ganze degli altri ma non riescono a guardare con spirito critico le proprie. Il cristiano, che non mangia carne il venerdì, ride del musulmano che non mangia carne di maiale; il musulmano ride dell’ebreo che non mangia crostacei; l’ebreo che dondola davanti al muro del pianto ride del cristiano che s’inginocchia e del musulmano che stende il tappeto in direzione della Mecca.

 

Ecco alcuni dei numerosi crimini commessi dalla chiesa cristiana:

- anno 782: 4.500 Sassoni vengono decapitati, su ordine di Carlo Magno, per aver rifiutato il battesimo;

- anno 1.096: 800 ebrei sono massacrati dai cattolici a Worms, in Germania;

- anno 1.096: 700 ebrei massacrati dai cattolici a Magonza, in Germania;

- anno 1.098: 4.000 ungheresi massacrati dai crociati in marcia verso la Palestina;

- 15 luglio 1.099: 40.000 ebrei e musulmani massacrati dai crociati a Geru­salemme;

- anno 1.145: 120 ebrei massacrati dai cattolici a Colonia e Spira, in Germania;

- anno 1.146: 100 ebrei massacrati dai cattolici a Sully e Ramerupt, in Francia;

- anno 1.171: 18 ebrei arsi vivi a Blois, in Francia;

- anno 1.191: 2.700 prigionieri di guerra musulmani decapitati dai crociati in Palestina;

- anno 1.191: 100 ebrei massacrati a Bray-sur-Seine, in Francia;

- anno 1.208: 20.000 catari massacrati dai crociati a Beziers, nel Sud della Francia;

- anno 1.219: 5.000 catari massacrati dai crociati a Marmande, nel Sud della Francia;

- 16 marzo 1.244: 250 catari e valdesi arsi vivi per ordine della Santa Inquisi­zione, nel Sud della Francia;

- anno 1.278: 267 ebrei impiccati a Londra a seguito di false accuse di omicidio rituale ai danni dei cattolici;

- 13 febbraio 1.278: 200 catari e valdesi arsi vivi nell’arena di Verona, per or­dine della Santa Inquisizione;

- anno 1.370: 20 ebrei arsi vivi dai cattolici a Bruxelles;

- 3 febbraio 1377: 2.500 abitanti di Cesena massacrati dai mercenari pontifici, poiché ribelli al papa;

- anno 1.391: 4.000 ebrei massacrati dai cattolici a Siviglia, in Spagna;268

- anno 1.397: 100 valdesi di Graz, in Austria, impiccati e bruciati per ordine dell’Inquisizione;

- anno 1.416: 300 donne, accusate di stregoneria, arse vive nel comasco per ordine della Santa Inquisizione;

- anno 1.485: 49 persone giustiziate per ordine della Santa Inquisizione a Gua­dalupe, in Spagna;

- anno 1.485: 41 donne, accusate di stregoneria, bruciate vive a Bormio, per ordine della Santa Inquisizione;

- anno 1.486: 31 ebrei giustiziati a Belalcazar, in Spagna, per ordine della Santa Inquisizione;

- anno 1.505: 14 donne, accusate di stregoneria, ammazzate nel Cavalese per ordine del vicario del vescovo di Trento;

- anno 1.507: 30 persone, accusate di stregoneria, bruciate a Logarno, in Spa­gna, per ordine della Santa Inquisizione;

- anno 1.514: 30 donne accusate di stregoneria bruciate a Bormio per ordine della Santa Inquisizione;

- anno 1.518: 80 donne accusate di stregoneria bruciate in Valcamonica per ordine della Santa Inquisizione;

- aprile 1545: 2.740 valdesi massacrati dai cattolici in Provenza;

- anno 1.559: 15 protestanti arsi vivi a Valladolid, in Spagna, su ordine della Santa Inquisizione;

- anno 1.559: 14 protestanti arsi vivi a Siviglia, in Spagna, su ordine della Santa Inquisizione;

- giugno 1.561: 2.000 valdesi massacrati dai cattolici in Calabria (Guardia Pie­montese, San Sisto e Montalto);

- anno 1.562: 300 persone accusate di stregoneria arse vive a Oppenau, in Germania;

- anno 1.562: 63 donne, accusate di stregoneria, bruciate vive a Wiesensteig, in Germania, su ordine della Santa Inquisizione;

- anno 1.562: 54 persone accusate di stregoneria bruciate a Obermachtal, in Germania, su ordine della Santa Inquisizione;

- anno 1.567: 17.000 protestanti delle Fiandre massacrati dai cattolici spagnoli;

- 24 agosto 1.572: 10.000 protestanti (Ugonotti) massacrati dai cattolici a Pa­rigi e nel resto della Francia (Strage di San Bartolomeo);

- nella notte fra il 23 e il 24 agosto 1572, 5.000 calvinisti vennero trucidati per ordine della cattolicissima e troppo zelante Caterina;

- anno 1.573: 5.000 servi della gleba croati in rivolta massacrati per ordine del vescovo cattolico Jurai Draskovic;

- anno 1.580: 222 ebrei arsi vivi per ordine della Santa Inquisizione in Portogallo;

- 29 luglio 1.620: 600 protestanti trucidati dai cattolici in Valtellina;

- aprile 1.655: 1.712 fedeli valdesi massacrati dai cattolici;

- anno 1680: 20 ebrei condannati al rogo a Madrid per ordine della Santa In­quisizione;

- maggio 1686: 2.000 valdesi massacrati dai cattolici nelle loro valli;269

- anno 1.691: 37 ebrei bruciati a Maiorca, in Spagna, per ordine della Santa Inquisizione;

- anno 1.697: 24 protestanti giustiziati dai cattolici a Presov, in Slovacchia;

- anno 1942: in Croazia vi erano numerosi campi di concentramento gestiti dai cattolici, dove venivano rinchiusi serbi ortodossi ed ebrei in attesa di essere uccisi. Uno era gestito dal dittatore cattolico Ante Pavelic, amico di papa Pio XII, a conoscenza dei massacri. Alcuni campi di concentramento erano riservati ai bambini. Tra i più brutti c’era il campo di Jasenovac: il suo comandante era un francescano soprannominato “sorella morte”. I condannati venivano bruciati nei forni, come nei campi nazisti, ma ancora vivi. Il dittatore Pavelic, criminale con­dannato a morte per un duplice omicidio a Marsiglia sia dalla Francia che dalla Jugoslavia, ricevuto dal Papa Pio XII prima di iniziare il massacro aveva quale massimo collaboratore il cardinale Stepinac, beatificato per meriti di guerra.

Alcuni casi particolari:

- Francesco Stabili, detto Cecco d’Ascoli, fu arso vivo per ordine del papa Clemente VI per aver detto, a proposito delle tentazioni di Gesù, che non era possibile vedere tutta la terra da una montagna per quanto alta fosse stata come, invece, veniva affermato nel vangelo;

- Beliamo Agosti, calzolaio, torturato e bruciato vivo il 5 giugno 1382 , su ordine di papa Gregorio XI, per aver bestemmiato durante una partita di carte;

- Jean Hus e Gerolamo da Praga, bruciati vivi nel 1414, su ordine di papa Gregorio XII, per aver sostenuto che la morale del vangelo proibisce ai religiosi di possedere beni materiali;

- I fratelli Missori decapitati il 22 marzo 1585, su ordine di papa Gregorio XIII, per aver espresso il diritto alla libertà di stampa. Le loro teste furono la­sciate in esposizione al pubblico.

- Il papa Sisto V assisteva gioiosamente alle esecuzioni facendosi portare da mangiare poiché “questi atti di giustizia mi accrescono l’appetito”. Dopo l’esecuzione di una sentenza disse: “Dio sia benedetto per il grande appetito con cui ho mangiato”;

- Spallaccini Domenico, impiccato e bruciato per ordine di papa Clemente XI, il 28 luglio 1711, per aver bestemmiato a causa di un colpo di alabarda ricevuto da una guardia papalina;

- Leonida Montanari, decapitato su ordine di papa Leone XII, il 23 dicembre 1825, per aver offeso pubblicamente il papa;

- Nel 1776 il Cavaliere Della Barre, di diciotto anni, venne barbaramente tor­turato, con rottura delle ossa, tanto da portarlo al rogo, al quale era stato con­dannato, su di una barella. Prima che venisse acceso il fuoco gli venne strappata la lingua. Motivo della condanna inflittagli dalla Santa Inquisizione: non si era genuflesso e non si era tolto il cappello al passaggio del Crocefisso, durante una processione.

Non sono mai stati calcolati i morti ammazzati nelle evangelizzazioni forzate, sanguinarie, al seguito degli eserciti cristiani invasori. Si ritiene che le vittime del­la così detta Evangelizzazione dell’America del Sud, tra giustiziati e resi schiavi, superino i 50 milioni.

 

I tre libri sacri, però, non si apprezzano tra di loro. Ai cristiani non piace la Torah, i musulmani non stimano il Talmud e i Vangeli, gli ebrei pensano che i Vangeli e il Corano siano delle imposture. Tutti e tre condizionano pesantemen­te la vita dei popoli che li considerano sacri.

 

LE CAZZATE DELLA RELIGIONE

Perché il Vaticano non dona le sue ricchezze terrene ai poveri, non vende i tesori d’arte che possiede per combattere la fame nel mondo? Perché i capi di tutte le religioni non si preoccupano della vita futura ma pensano solo ai lussi e agli agi di quella terrena? Perché il Papa predica la povertà, come unica via per la salvezza eterna, e vive come un re?

A Roma ci sono baraccopoli nelle varie periferie, occupate da diseredati, sen­za lavoro, senza casa, affamati. Il Vaticano possiede un terzo delle proprietà immobiliari della città, ma si guarda bene dal cederle ai poveri, lasciando anche i loro bambini nella miseria più assoluta, dimenticando le parole del fondatore del cristianesimo.

Le religioni hanno sempre avuto cura di accumulare ricchezze. Nell’antico Egitto il complesso sacro di Karnak, nei pressi di Luxor, era un cantiere per­manente, durato oltre due mila anni, più grande del complesso di San Pietro, in Vaticano. Vi si onorava la triade divina Amon, Mut e il figlio Khonsu. I sacer­doti avevano cura delle statue degli déi lavandole, vestendole e nutrendole ogni giorno. Nel solo recinto di Amon sono state ritrovate ben 800 statue in pietra e 17 mila in bronzo.

 

Il giardino che Adamo doveva coltivare e custodire, cioè il paradiso terrestre, era una piccola località dove al massimo ci potevano vivere qualche migliaio di persone. Ciò conferma che il dio della Bibbia era un dio locale, a uso e consumo dei soli ebrei, piccolo popolo nomade e senza patria, che sognava di possedere una terra fertile, dove scorrevano fiumi di latte e miele, dove crescevano tutti gli alberi da frutto conosciuti.

Infine, nella Genesi vi sono due distinti racconti che descrivono la creazione: il primo (Genesi 1,26), ricopia il mito babilonese esprimendosi in maniera teo­logica evoluta, l’altro (Genesi 2,7) è di carattere tradizionale, popolare.

Nel primo l’uomo e la sua compagna sono l’ultima opera di Jahvè, nel secon­do la divinità li plasma all’inizio del racconto e non si dice che sono fatti a sua immagine e somiglianza. Nel secondo non si parla di una separazione delle acque superiori da quelle inferiori, né della luce dalle tenebre e non si prendono affatto in considerazione Sole, Luna e stelle, ma soprattutto non c’è creazione del Cielo e della Terra. Jah­vè si limita a dare origine alla vita, a ordinare la materia esistente.

Evidentemente il secondo è il racconto tradizionale che gli ebrei avevano pri­ma dell’incontro con la cultura babilonese.

La questione non è da poco poiché nel primo si presuppone la Creazione dal nulla, nel secondo, invece, Jahvè si limita a ordinare la materia esistente.

Ancora una curiosità sulla creazione. Il primo giorno dio creò la luce, e la luce fu, ma solo il quarto giorno creò il Sole. La luce creata il primo giorno da dove veniva? Non solo, ma il terzo giorno dio creò tutte le varietà dell’erba e delle piante, che crebbero rigogliose e diedero tanti buoni frutti. Ma come fu pos­sibile se il Sole venne creato solo al quarto giorno? Evidentemente i redattori della Bibbia non conoscevano la funzione della clorofilla e non sapevano che senza il Sole non può esserci vita sulla terra. E il divino ispiratore della Bibbia si è guardato bene dal suggerire un corretto ordine nella creazione: prima il Sole e poi l’erba e le piante. Qui non si può dire che dio l’abbia fatto per farsi capi­re dagli uomini di allora, con scarse conoscenza scientifiche. Per gli uomini di allora creare prima il Sole o l’erba era del tutto indifferente, per l’uomo di oggi no. Per l’uomo d’oggi ne risulta irrimediabilmente compromessa la credibilità dell’ispirazione divina della Bibbia.

 

È stato calcolato che se vi fosse veramente la resurrezione di tutti i morti, il loro peso corporeo sarebbe superiore a quello della Terra!

 

Il concilio di Nicea stabilì che Gesù, oltre a essere uomo, era anche dio. Prima di allora egli era venerato come un profeta, dei più grandi e potenti, ma solo un profeta, un uomo. Per questo motivo furono bruciati e messi al bando i vangeli che non erano più in linea con la nuova figura di Gesù, uomo-dio.

 

Per comprendere il carattere del dio della Bibbia basterebbe riflettere sul se­guente brano del Levitico: “Il signore disse a Mosè: «Parla con Aronne (il Sommo Sacerdote) e digli: nelle generazioni future nessun uomo della tua stirpe, che abbia qualche deformità, potrà accostarsi ad offrire il pane del suo Dio: né il cieco, né lo zoppo, né chi abbia il viso deforme per difetto o per eccesso, potrà profanare con i suoi difetti i miei luoghi santi, perché sono io che li santifico»”. (Lv. 21-26). Ma come, prima dio fa nascere un bam­bino deforme e poi non lo vuole nella sua casa per non profanarla! Superfluo ogni commento.

 

Lo dice Agostino, il vescovo di Ippona, in una lettera (185). Ogni persecuzio­ne che viene dalla Chiesa è giusta, poiché viene fatta per amore; ogni persecu­zione contro la Chiesa è malvagia perché ispirata da crudeltà. Da qui la nozione di guerra giusta, la quale non produce meno morti, stragi, danni e sofferenza di una guerra ingiusta.

 

Con la guerra giusta si sono giustificate le crociate, l’inquisizione contro gli eretici, le guerre sante contro gli infedeli. San Bernardino da Chiaravalle in una lettera (363), riferendosi agli infedeli, scrive: “La soluzione migliore è ucciderli”, o ancora “la morte del pagano è una gloria per il cristiano”.

Si ritiene che le crociate, in totale, abbiano comportato l’uccisione brutale di venti milioni di infedeli, donne, vecchi e bambini compresi. Il tutto nel nome del mite Gesù che diceva: ama il tuo nemico, porgi l’altra guancia a chi ti percuote.

Il fanatismo e l’intolleranza, che ne è figlia, appartengono a ogni religione fino a che essa è forte e potente. Così è stato anche per la religione cristiana. Le perse­cuzioni degli eretici e, dopo la Riforma e la Controriforma, dei protestanti da una parte e dei cattolici dall’altra, ne sono la più eloquente e terribile testimonianza.

 

Oggi, dopo aver mandato al rogo migliaia d’innocenti, la chiesa ha dovuto am­mettere che la Bibbia non ha alcun valore scientifico, ma solo filosofico e teologi­co. Quanto tempo e quanti altri danni dovrà fare all’umanità prima di riconoscere che la Bibbia è una favola umana, scritta per gente vissuta tremila anni fa?

La Bibbia contiene le stesse verità, sulla creazione del mondo, di quelle che sono contenute negli scritti di Omero.

In realtà, il racconto della creazione, così come risulta dai testi biblici, è la ripro­duzione di miti, leggende popolari e racconti letterari esistenti in altre culture, antecedenti la redazione della Bibbia. La scoperta di importanti ritrovamenti di letteratura sumero accadica ha evidenziato analogie tra i racconti biblici e i po­emi come Enuma Elis, le cosiddette sette tavole della creazione e i miti di Gilgames in cui si parla dell’Eden, dell’albero della vita, del diluvio, etc.

Del Diluvio universale si parla in culture, antecedenti quella biblica, di Siria, Persia, India, Indonesia, Siberia, Africa, etc. Tale evento ancestrale non è ripor­tato, invece, in Cina, in Giappone e in Egitto.

 

Questo è particolarmente evidente nel capitolo “Creazione”. In essa si dice che dio creò l’uomo, Adamo, e poi, da una sua costola, Eva. Nella realtà, come tutti i sessuologi conoscono, l’embrione umano, nelle primissime fasi dello sviluppo, ha una struttura corporea di tipo femminile, e solo in un secondo tempo, nel caso che il sesso genetico che si porta dentro sia maschile, gli ormoni sessuali maschi­li prodotti dai testicoli, indirizzano il corpo verso la forma esterna di maschio. L’esatto opposto di quanto indicato nella Bibbia, decisamente maschilista. Questa bizzarria della Bibbia, Eva che nasce da Adamo, può essere spiegata col fatto che fino a 10.000 anni prima di Cristo, l’umanità era retta in forma matriar­cale. Dalla universale venerazione della maternità, testimoniata dalla “dee madri”, si passò al culto del “dio padre”, sorto con l’avvento dell’agricoltura. In natura è la donna che partorisce l’uomo, invece il patriarcato impose che fosse Adamo a gene­rare Eva, come testimonianza della superiorità dell’uomo e del suo dio.

 

Il racconto biblico colloca i patriarchi, a partire da Abramo, intono al due mila a.C.; ma il continuo ricorso nel testo biblico a carovane e cammelli, che dai dati archeologici risultano presenti solo a partire dall’anno 1.000 a.C., i rapporti coi Filistei, non esistenti prima dell’anno 1.000 a.C., e le citazioni di centri urbani non presenti prima dell’VIII secolo a.C., dicono chiaramente che si tratta di un’invenzione a scopo politico e religioso.

 

Oggi è accertato che non ci sono stati i patriarchi, né la conquista della terra promessa, né la prospera monarchia unita sotto i re David e suo figlio Salomone. Infatti, non è stata trovata traccia di architettura monumentale o di una grande città a Gerusalemme nel periodo (1005-930 a.C.) in cui avrebbero regnato i due re.

Alcuni studiosi sostengono che David e Salomone sono figure storiche non più di quanto lo sia re Artù e il mago Merlino. Si tratta della raffigurazione po­etica di un passato idealizzato, la gloriosa età dell’oro della nascita d’Israele. I racconti biblici sulla favolosa ricchezza di re Salomone (il quale fece sì “che in Gerusalemme l’argento fosse abbondante come le pietre” secondo 1 Re 10,27 e sulla sua leggendaria alcova che, secondo 1 Re 11,3 “ospitava settecento principesse per mogli e trecento concubine”), sono troppo esagerati per essere verosimili.

 

In realtà, è ormai accertato che gli ebrei non sono mai stati prigionieri in Egitto e tutta la storia dell’esodo, delle piaghe è stata inventata di sana pianta quando, al tempo di Giosuè, è stato deciso di abbandonare il politeismo, fino ad allora prati­cato, per passare alla venerazione di una sola divinità, del dio tribale Jahvè.

 

Zoroastro era nato da una vergine; Ishtar, dea Babilonese, è chiamata la Santa Vergine.

Tutti i grandi personaggi, re o sapienti, sono stati mitizzati come figli di una vergine. Buddismo, confucianesimo, taoismo e cristianesimo hanno l’impronta divina essendo il risultato dell’opera di un essere divino, nato per accesso diretto e sovrannaturale di dio al ventre di una vergine appropriata.

Fin dall’antichità alle divinità venivano attribuiti accoppiamenti con gli umani. Tutti gli dèi e le dee hanno avuto rapporti sessuali con i terrestri. Lo stesso Gio­ve, Signore dell’Olimpo, nei racconti mitologici, che sono la teologia precedente la Bibbia e il Corano, si è accoppiato con almeno quattordici dee e altrettante donne belle e vergini, spesso usando stratagemmi curiosi.

Per fare sua la bella Europa, figlia del re di Tiro, Giove si trasformò in un toro. Avvicinata la ragazza, questa gli saltò in groppa e lui la condusse di forza a Creta, dove la possedette ripetutamente.

 

L’alleanza consisteva nel salvare Noè e i suoi figli, le loro mogli, sette coppie di ogni animale puro e una sola coppia di ogni animale impuro.

Noè eseguì tutto quello che dio gli aveva comandato. Anche le dimensioni della barca (circa 125 metri per 25 per 15) furono date da dio stesso, compresi numerosi altri dettagli di calafataggio.

Quando iniziò a piovere tutti i prescelti, disciplinatamente, entrarono nell’Ar­ca. Come tutti sanno piovve quaranta giorni e quaranta notti e per i successivi sette mesi l’Arca galleggiò senza toccare terra. Una strage immane di milioni e milioni di persone: uomini, donne, bambini, vecchi, bambini ancora nel ventre della madre. Tutti perirono, innocenti e pec­catori. Perché?

Anche tutti gli animali perirono. Milioni di specie diverse di esseri viventi furono uccisi in un’ecatombe senza pari. Mammiferi, rettili e uccelli, tutti perirono affoga­ti, senza scampo. Forse, ma non è sicuro, solo i pesci riuscirono a salvarsi.

L’unica spiegazione possibile per quella carneficina può essere che dio si era pentito della sua creazione, si era accorto che gli era venuta male e voleva can­cellarla per ricominciare da capo.

Infatti, in Genesi 6,6 è scritto: “Il Signore, vedendo che la malvagità degli uomini era grande sulla terra... si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo, tanto che disse: “Sterminerò dalla faccia della terra l’uomo da me formato: uomini e animali, rettili e uccelli dell’aria, tutto sterminerò, poiché mi pento di averli fatti”.

Un dio che sbaglia nel fare le cose e si pente non deve essere una grande divi­nità, al più un piccolo dio, un principiante che inizia a fare pratica.

 

La storia dell’umanità è una storia di catastrofi così devastanti da rimanere impresse nella memoria collettiva, nei miti e nelle leggende. Catastrofi vissute come punizione da parte di divinità vendicative, offese dall’uomo.

Il diluvio universale è presente presso quasi tutte le civiltà antiche. Una ver­sione più antica di quella della Genesi, e di eccezionale fascino, è contenuta nell’epopea di Gilgamesh, il più antico poema scritto. Utnapishtim, il Noè dei Sumeri, vuole salvare gli uomini e gli animali dal diluvio universale e offre vino bianco e rosso ai carpentieri dell’arca perché lavorino con più vigore.

Un altro fatto mitico è l’inabissamento di Atlantide, narrato da Platone. Un in­tero continente, sede di una civiltà superiore, sommerso dalle acque in una sola notte, per volontà del dio Poseidone, a causa della corruzione dei suoi abitanti.

 

 

Evidentemente, il redattore di questo brano della Genesi era un sacerdote che cercava di assicurarsi gratuitamente, dai devoti fedeli, per tutti i secoli dei secoli, i primogeniti dei greggi, quelli più grassi.

L’offerta di Caino non era scadente perché aveva arrostito a dio delle me­lanzane marce, ma perché dio preferiva le offerte di carne e sangue a quelle di verdura. Sugli altari di tutte le religioni si sono sempre sgozzati animali, a volte anche uomini, donne e bambini, soprattutto prigionieri, ma non si è mai visto sacrificare dell’insalata o della cicoria. L’insalata offerta non soffre e, quindi, non è gradita a dio perché manca la sofferenza, manca la vittima che versa il proprio sangue. Come poteva conoscere tutto questo il povero Caino? Perché dio non l’ha avvertito? Perché gli ha fatto sapere che non aveva gradito la sua offerta creando così l’inimicizia con Abele?

 

Si pensi a quanti “Salvatori” dell’umanità peccatrice (Soter) si sono alternati nei millenni: Horus; Prometeo; Krishna; Baal; Budda; Mitra; Astarte; Dionisio... ; Gesù, l’ultimo Salvatore, per il momento. Tutti figli divini, tutti sacrificatisi per salvare l’umanità.

Horus, figlio del dio Osiride e della dea Iside, venerato in Egitto da migliaia di anni prima di Gesù. Nasce il 25 dicembre in una grotta, la sua nascita fu an­nunciata da una stella a oriente, a tre magi che andarono ad adorarlo, insegnò nel tempio, ricevette il battesimo a trent’anni, aveva dodici apostoli, camminava sull’acqua e resuscitò un uomo di nome El-Azar-Us. Dopo la sua morte resusci­tò e salì in cielo. Ebbe l’appellativo di Krist, cioè unto o prescelto da dio.

Prometeo, nacque da una vergine, di nome Climene; discese dal cielo per salvare il genere umano; ucciso dai suoi nemici, risorse.

Krishna, partorito da una vergine di nome Devaki, in una grotta, alla presenza di numerosi angeli; andarono a riverirlo i pastori e i Re Magi che gli offrirono oro, incenso e mirra; il padre era un falegname; il tiranno al governo uccise migliaia di bambini innocenti per paura che lo detronizzasse; venne battezzato sul Gange, fece risorgere i morti e guarì i lebbrosi, i sordi e i ciechi; insegnò mediante parabole l’amore e la carità verso il prossimo; fu legato a un albero as­sieme a due ladroni; fu ucciso ma resuscitò e salì al cielo; fu definito Redentore, primogenito di dio e la seconda persona della Trinità, con Brama e Visnu.

Baal, dio di origine fenicia, viene catturato, processato, torturato, deriso e ucciso su un’altura, assieme a due malfattori. Budda, nasce da una vergine; una stella e gli angeli lo annunciano ai magi; a 12 anni interviene in una discussione al tempio; viene chiamato maestro e salva­tore; ha camminato sulle acque; ha sfamato 500 persone con una cesta di pane; dopo morto è salito al cielo e tornerà a giudicare i vivi e i morti.

 

Il filosofo Umberto Galimberti, a proposito della fede e della ragione, sostiene: “La ragione “sa” cosa dice, mentre la fede “crede” in quel che dice. E siccome non “credo” che due più due faccia quattro perché lo “so”, tra fede e ragione non c’è parentela, né subordinazione gerarchica, come pretendono gli uomini di fede che collocano il loro credo al di sopra del loro sapere. Infatti, non posso “credere” in ciò che “so”, e non posso “sapere” se è vero ciò in cui “credo”.