LONDRA
- La creazione dell'universo si può spiegare anche senza
l'intervento di Dio, poiché le ultime scoperte scientifiche hanno
dimostrato che esistono alternative all'idea che esso sia nato dalla
mano divina. Lo sostiene lo scienziato britannico Stephen Hawking
nel suo ultimo libro «The Grand Design» (Il progetto grandioso), di
cui il Times pubblica alcuni brani.
LEGGI DELLA FISICA - La creazione dell'universo, scrive
Hawking, è stata semplicemente una conseguenza inevitabile delle
leggi della fisica. «Poiché esistono leggi come quella della gravità
- sostiene il matematico nel libro di cui è coautore il fisico
americano Leonard Mlodinow - l'universo può essere stato creato dal
nulla». Considerando che è altamente probabile che esistano non solo
altri pianeti simili alla Terra ma addirittura altri universi,
Hawking sostiene che se Dio avesse voluto creare l'universo allo
scopo di creare l'uomo, non avrebbe avuto senso aggiungere tutto il
resto.
LA RAGIONE UMANA - In questo modo Hawking rivede la teoria
espressa in precedenza in «Una breve storia del tempo», in cui aveva
sostenuto che non vi fosse incompatibilità tra un Dio creatore e la
comprensione scientifica dell'universo. «Se arrivassimo a scoprire
una teoria completa sarebbe il trionfo definitivo della ragione
umana perché conosceremmo la mente di Dio», aveva scritto nel 1998.
Articolo
tratto dal Corriere della sera 2 settembre 2010
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LONDRA
- L'universo ha bisogno di un Creatore? "No". La perentoria risposta
arriva dal professor Stephen Hawking, l'astrofisico più famoso del
mondo, considerato da molti l'erede di Newton, del quale ha per così
dire ereditato la prestigiosa cattedra all'università di Cambridge.
In un nuovo libro che esce in questi giorni, l'autore del
best-seller internazionale Dal Big Bang ai buchi neri sostiene,
sulla base di nuove teorie, che "l'universo può essersi creato da
sé, può essersi creato dal niente" e dunque "non è stato Dio a
crearlo".
La sua affermazione occupava ieri tutta la prima pagina del Times di
Londra, come una sfida, l'ennesima, della scienza alla religione.
"Così come Darwin ha smentito l'esistenza di Dio con la sua teoria
sull'evoluzione biologica della nostra specie", commenta Richard
Dawkins, biologo difensore dell'ateismo, "adesso Hawking la nega
anche dal punto di vista della fisica". Nel suo libro più famoso, l'astrofisico
aveva cercato di spiegare che cosa accadeva "prima" del Big Bang,
ossia prima che nascesse il tempo, lasciando il quesito irrisolto.
Il capitolo conclusivo conteneva un ragionamento che alcuni
interpretarono come l'idea che Dio non fosse incompatibile con una
comprensione scientifica dell'universo: scoprire cosa c'era prima
Big Bang, arrivare a una "completa teoria" dell'universo -
scriveva Hawking - "sarebbe il più grande trionfo della ragione
umana, perché a quel punto conosceremmo la mente di Dio".
Ma nella sua nuova opera, intitolata The Grand Design (Il grande
disegno o progetto) e scritta insieme al fisico americano Leonard
Mlodinow, lo scienziato offre la risposta: anziché essere un evento
improbabile, spiegabile soltanto con un intervento divino, il Big
Bang fu "una conseguenza inevitabile delle leggi della fisica".
Scrive Hawking: "Poiché esiste una legge come la gravità, l'universo
può essersi e si è creato da solo, dal niente. La creazione
spontanea è la ragione per cui c'è qualcosa invece del nulla, il
motivo per cui esiste l'universo, per cui esistiamo noi". Nel libro,
lo studioso predice inoltre che la fisica è vicina a formulare "una
teoria del tutto", una serie di equazioni che possono interamente
spiegare le proprietà della natura, la scoperta considerata il Santo
Graal della fisica dai tempi di Einstein.
E' tuttavia la sua asserzione che Dio non ha creato l'universo, e
dunque non esiste, a suscitare eco e polemiche. "Se uno ha fede",
osserva il professor George Ellis, docente di teologia alla
University of Cape Town, "continuerà a credere che sia stato Dio a
creare la Terra, l'Universo o perlomeno ad accendere la luce, a
innescare il meccanismo che ha messo tutto in moto, prima del Big
Bang o del presunto nulla che lo ha preceduto". Ma il campo
dell'ateismo accoglie la pubblicazione del libro di Hawking come una
vittoria della ragione e della scienza, da celebrare a due settimane
dalla visita in Inghilterra di papa Benedetto XVI, che non sarà per
niente d'accordo con Hawking.
Nel nuovo libro, l'astrofisico rivela che il riferimento alla "mente
di Dio" nel suo precedente volume sul Big Bang era stato male
interpretato. Hawking non ha mai creduto che scienza e religione
fossero conciliabili. "C'è una fondamentale differenza tra la
religione, che è basata sull'autorità, e la scienza, che è basata su
osservazione e ragionamento", conclude. "E la scienza vincerà perché
funziona".
Articolo tratto da Repubblica
(03 settembre 2010)
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