COS'E'
LA VITA
La vita è un caso?
Indagine tra scienze e
scientismo alla ricerca di una verità o di un’alternativa.
BIOLOGIA
A
differenza della fisica e della chimica inorganica, che sono scienze
teoriche che studiano la materia inerte, la biologia è una scienza
che studia gli esseri viventi.Nel passaggio dal modello
chimico-fisico a quello
biologico si assiste ad un enorme aumento di complessità, perché i
sistemi viventi sono composti di moltissimi parti diverse in
relazione tra loro. Di
fatti mentre per i fenomeni fisici si parla di sistemi simmetrici,
quindi risolvibili con semplici o complessi calcoli matematici,
nella biologia si parla di sistemi asimmetrici, cioè che non
rispondono più alle leggi della fisica e della matematica. E’
stato sostenuto che la complessità degli esseri viventi è tale che
il programma necessario a descriverli è di una dimensione simile al
sistema stesso.
LE
BRANCHE DELLA BIOLOGIA:
BOTANICA:
studia l’anatomia e la fisiologia degli organismi vegetali.
ZOOLOGIA:
studia l’anatomia e la
fisiologia degli organismi animali.
ANATOMIA:
studia la forma e lo
sviluppo degli esseri viventi.
ETOLOGIA:
studia il comportamento
degli animali per interpretare i moduli tipici di una specie, in
relazione all’apprendimento e all’allevamento della prole, ecc.
GENETICA:
si occupa dei meccanismi
di trasmissione dei caratteri ereditari nelle varie specie animali e
vegetali.
ECOLOGIA:
studia i rapporti che gli
organismi intrattengono tra loro e con l’ambiente in cui vivono.
BIOL.
MOLECOLARE: studia le
struttura e le funzioni degli acidi nucleici ( DNA – RNA ) e di
altre molecole dalle cui interazioni dipendono i processi biochimici
vitali della cellula.
CITOLOGIA:
studia le cellule.
BATTERIOLOGIA:
studia
i batteri mediante tecniche colturali e microscopiche.
MICROBIOLOGIA:
studia la struttura e le
funzioni dei microrganismi (virus, batteri, ecc.)
FISIOLOGIA:
studia le funzioni e le
proprietà degli organi e dei tessuti viventi.
Scopo
di questo capitolo:
Lo
sviluppo della biologia negli ultimi anni ha avuto un ruolo
importantissimo per l’uomo. Attraverso la sua evoluzione
scientifica ha risolto in maniera straordinaria tanti problemi che
prima tormentavano l’uomo, soprattutto nel campo della medicina.
Ma non è di questo che vogliamo parlare, si sa ormai benissimo che
la vera scienza biologica lavora per il benessere
dell’umanità. Vogliamo invece verificare un altro aspetto di
alcune branche della biologia nel contesto di questa ricerca, che è
quello di stabilire, o tentare di stabilire, se la scienza è in
grado di darci delle risposte sulla origine della materia vivente,
capirne i meccanismi della sperimentazione, e soprattutto affrontare
il problema più spinoso, “ lo
scientismo speculativo “. Quindi affronteremo ad uno ad
uno questi problemi sviscerando e mettendo in evidenza le falsità
che alcuni gruppi di scienziati, ed anche alcuna stampa, ci
propinano come realtà oggettive. In questo breve viaggio cercheremo
di capire anche, in che modo queste persone affrontano il problema
filosofico e morale e perché cercano di nascondere alcuni aspetti
della vita quotidiana ed i suoi valori.
MAPPA
GENETICA
Ho
letto ultimamente tantissimi articoli sulla sperimentazione e la
mappatura del genoma umano, quello che ci propina la stampa è
assolutamente inaudito, la verità, per una questione di forti
interessi economici, ci viene nascosta, perché altrimenti queste
grandi laboratori che speculano sul buon senso della gente comune
sarebbero costretti a chiudere i battenti. Riporterò parte di un
lungo articolo di Sabina Morandi che fa parte del Consiglio
Nazionale ( associazione verdi ambiente e società ).
“Durante
la primavera scorsa si è conclusa la mappatura del genoma umano, e
l'evento è stato presentato quasi fosse la Fine della storia.
L'opinione pubblica, comunque, non si è scossa più di tanto:
probabilmente anni di iperboli e di promesse miracolose hanno creato
una sorta di assuefazione. Anche in questo caso i giornalisti hanno
avuto, diciamo, la "penna pesante". Basti per tutti
l'esempio del Corriere della Sera: il giorno dopo il fatidico
annuncio ha scritto che gli scienziati del Progetto genoma erano a
un pelo dallo svelare, cito testualmente: "l'esatta sequenza
biochimica che compone il materiale genetico di ogni cellula umana,
dove sono nascosti i segreti della vita, per poter prevenire e
curare ogni malattia" il tutto intitolato "Genoma, il
giorno della verità". Una scienza così presentata non può
che esporsi al fallimento.
Ma il trionfale cammino della genetica è stato messo in ombra da
un'umiliante constatazione: il DNA della specie umana contiene più
o meno lo stesso numero di geni del crescione. Così, la gente
comune, a cui era stata fornita solo un immagine caricaturale della
ricerca scientifica, da un giorno all'altro si è vista proporre
tutta un'altra versione della storia. Craig Venter, padrone della
concorrente privata alla gara, la Celera Genomics, e autore degli
slogan più appariscenti, subito dopo la conclusione della mappatura
ha dichiarato "Ha poco senso studiare i geni visto che stiamo
entrando in un universo non lineare". Il tutto dopo avere fatto
una montagna di soldi brevettando geni che, fra l'altro, erano stati
isolati grazie ai soldi dei contribuenti americani, e poi
accrescendo i profitti con annunci bomba a beneficio del mercato
azionario.
Che l'universo della genetica non fosse
lineare era cosa nota agli addetti ai lavori. Anche per la stessa
Celera non è stata una sorpresa. L'alleanza con la Compaq Computer
Corporation, il maggiore produttore mondiale di computer, necessaria
per buttarsi sullo studio delle proteine risale a un anno prima,
anche se la riconversione non ha impedito all'azienda di continuare
a lanciare i suoi annunci in "genetichese" spinto.
Spesso
i titoli, gli slogan e le metafore ardite servono a nascondere il
fatto che dei "segreti della vita" sappiamo ancora ben
poco. Quanto poi alla promessa di "curare ogni male"
bisogna cominciare a prendere queste affermazioni per quello che
sono: spot pubblicitari che regalano
qualche speranza a buon mercato, ma ai
quali nessun ricercatore dà valore di verità. Se mai servono a
puntellare un'immagine trascendente e assoluta della scienza che,
negli ultimi anni, è stata messa in crisi dall'evidenza del
dissesto ambientale planetario e da alcune gravi crisi sanitarie. In
realtà, propaganda a parte, il genoma sembra assomigliare molto
poco a quel "codice della vita", quel "manuale per le
istruzioni di ognuno di noi" che ci viene propinato in ogni
telegiornale. Il genoma risulta essere invece qualcosa di
sostanzialmente fluido, governato più dai meccanismi del caos
deterministico che da un determinismo di stampo meccanicista. La
vecchia favola "un gene-una proteina", che tradotta nella
vulgata suona più o meno "un gene-una patologia ", e che
consente di ottenere finanziamenti pubblici per studiare il
"gene della schizofrenia" o il "gene del
comportamento asociale", nei laboratori è stata liquidata da
un pezzo.
Di fatto, e i ricercatori lo sanno benissimo, la maggior parte dei
geni che compongono il DNA non codificano per alcuna proteina: in
fase di trascrizione spariscono senza che l'organismo ne risenta.
Alcuni geni "saltano" da una parte all'altra del genoma,
altri rimangono silenti e improvvisamente si risvegliano secondo
meccanismi ancora ignoti. Altri ancora fungono da regolatori e
impartiscono ordini operativi del tipo: "copia qui" oppure
"fermati là". Ma le sorprese non finiscono qui come
ben sa chi studia le proteine. Anche i geni che si comportano come
da manuale, ovvero che danno le istruzioni per costruire proteine
specifiche, possono riservare parecchie sorprese. I biologi
molecolari hanno dimostrato che non è importante soltanto la
composizione chimica della proteina ma anche il modo in cui si
ripiega su se stessa, ovvero la sua struttura tridimensionale, e si
è ancora molto incerti su come questo tipo di istruzioni vengano
impartite. Sotto il profilo terapeutico non è cosa da poco visto
che, talvolta, gli stessi geni possono esprimere proteine identiche
che differiscono solo per tale "piegatura": un particolare
che può fare la differenza fra la vita e la morte di un organismo.
Ciò che appare sempre più
importante non è quindi soltanto la buona composizione del codice
genetico, quanto la rete, l'interconnessione fra i molti codici del
DNA e la comunicazione che avviene sia all'interno della
"macchina cellulare" - ma sarebbe forse meglio cominciare
a chiamarla "organismo cellulare" - che all'esterno, nel
continuo scambio di messaggi con le altre cellule che compongono
l'organismo. Così, mentre l'enfatizzazione del ruolo dei geni
sembra imparentata con una sorta di positivismo ottocentesco che
stenta a togliersi dalla scena, ecco che le nuove scoperte tentano
di rispondere a domande finora lasciate inevase dal genetichese,
domande formulabili - e indagabili - solo attraverso lo studio delle
interrelazioni dinamiche fra gli elementi dello stesso genoma, sia a
livello cellulare che a livello molecolare.
Come
fa una cellula del fegato a sapere che deve esprimere solo certi
geni? Come fa a non trasformarsi in una cellula epiteliale? Come fa
a non migrare in un altro organo? E ancora, come è possibile che
una quantità enorme di cellule embrionali - si parla del novanta
per cento - muoiano durante lo sviluppo? Gli esempi non sono scelti
a caso. In uno dei settori più innovativi della biologia
molecolare, quello che si occupa dei meccanismi del suicidio
cellulare, i ricercatori si sono imbattuti in un universo totalmente
non lineare proprio cercando di rispondere a queste domande.
L'immunologo Jean Claude Ameisen, che purtroppo non è potuto
venire, ha definito il fenomeno dell'apoptosi come "controllo
sociale della morte" perché i meccanismi del suicidio
cellulare sembrano regolati da un fitto scambio di segnali che,
rimandando la morte, rendono possibile lo sviluppo prima, e la vita
poi. “
Chi
ha avuto la pazienza di leggere questo articolo di Sabina Morandi
avrà intuito che ci sono delle persone che hanno il coraggio di
mettere in evidenza cose che la stampa comune non ha in coraggio di
fare – credo, non ci sia altro da aggiungere-
MAPPA
EUGENETICA
Eugenetica
significa miglioramento della razza attraverso manipolazioni
genetiche. Ad un primo approccio sembra avere una visione positiva
nel mondo della biologia e della medicina, ma non è assolutamente
cosi. Ci sono dei capitoli della
storia indelebili, che hanno dimostrato che
l’eugenetica è una scienza disumana, l’esempio più clamoroso
è stato durante il periodo di regime nazista. In questo periodo,
sotto l’influsso della sperimentazione genetica ed anche seguendo
la filosofia ariana della razza pura, il regime fascista voleva a
tutti i costi creare una razza forte, pura, unica dominatrice del
mondo. Il metodo scelto è stato il più mostruoso di tutti i tempi,
la soppressione con la morte di tutti quei popoli che secondo i
seguaci del nazismo non servivano a creare questa razza pura, uomini
trattati come se fossero degli oggetti. La persecuzione e le
trucidazioni degli ebrei, con oltre 6 milioni di morti, è la
risposta che questa dottrina politica ci ha regalato nella storia
del mondo.
L’eugenetica
ha significato in quel periodo, modificazione genetica forzata, con
qualsiasi mezzo, che sia di natura scientifico-biologica o con la
soppressione fisica dei più deboli, significa anche vedere
nell’uomo la parte estetica e non morale, ma
ai nazisti cosa importava della morale!
Il loro obbiettivo era quello di creare tante
macchine da guerra, per dominare il mondo, annullando il senso più
alto della vita umana, quello dei nobili sentimenti.
Dopo
tutta questa storia assurda, l’uomo, o alcuni scienziati
ottusi, continuano a fare sperimentazioni di eugenetica.
Cosa
vorranno mai?
Creare
degli individui su ordinazione, con gli occhi azzurri, con i capelli
biondi, alti un metro e novanta, ecc. esattamente come se l’uomo
fosse un semplice oggetto da supermercato.
Non
hanno ancora capito che è l’ambiente a creare il patrimonio
culturale dell’uomo che è di gran lunga superiore del fattore
puramente estetico. Oggi c’è bisogno di uomini validi
culturalmente, che hanno dei valori morali, che hanno un minimo di
altruismo per costruire un mondo equo per una convivenza civile.
MAPPA
EVOLUZIONISMO
Darwin
è stato un ricercatore che con la teoria dell’evoluzione degli
esseri viventi ha sconvolto il pensiero antropocentrico che regnava
prima delle sue scoperte. Ha dimostrato al mondo che tutte le specie
viventi erano frutto di una lenta ed inesorabile evoluzione,
compreso l’uomo. La teoria darwiniana si basa su due concetti
essenziali: il
caso e la selezione naturale, ossia sulla
convinzione che il mondo vivente si è evoluto attraverso errori di
replicazione o mutazioni genetiche accidentali che generano
organismi viventi. Gli esseri viventi a loro volta sono selezionati
in maniera logica, ma del tutto meccanica e automatica
dall’ambiente naturale. Ciò che più colpisce, in questa teoria,
è l’immenso valore conferito al caso, esso è causa di ogni
mutazione genetica e quindi agente di ogni trasformazione
strutturale e comportamentale. Ma
è veramente cosi anche per l’uomo?
Sociobiologia,
ultradarwnismo e darwinismo sociale.
In
questi ultimi anni con le nuove discipline scientifiche genetica
e biochimica, i
cambiamenti di rotta non sono mancati. Nuove congetture,
nuove teorie, e nuove discipline, come la sociobiologia,
ultradarwinismo e darwinismo sociale hanno fatto sentire la loro
influenza sulla società umana. Hanno avanzato delle ipotesi che
sono degne di una dura critica. La sociobiologia e
l’ultradarwinismo sono il tentativo di spiegare biologicamente la
cultura e l’organizzazione sociale nell’uomo. Sono delle
discipline da prendere con le molle, anche perché avanzano delle
ipotesi che fanno quasi paura. In definitiva, il nostro
comportamento, la nostra coscienza ed il nostro libero arbitrio
sarebbero il risultato di azioni di particolari geni, secondo queste
discipline ci sarebbero geni per ogni manifestazioni dell’uomo,
sia culturali che fisiche, ci sarebbero dunque geni responsabili
dell’alcolismo, dell’intelligenza, dell’omosessualità,
aggressività, altruismo, ecc, insomma un gene responsabile per ogni
cosa. Gli individui, in quest’ottica, non svolgono alcuna funzione
esistenziale se non quella di garantire la riproduzione dei geni. Se
avete letto l’articolo di Sabina Morandi ci possiamo rendere conto
che per quanto riguarda la dinamica dei geni ed anche con la
mappatura del genoma ci sono ancora dei seri dubbi per arrivare a
queste conclusioni da fantascienza.
Darwinismo
sociale
Il
fenomeno diventa ancora più angoscioso quando si parla di darwinismo
sociale. Abbiamo appena spiegato cos’è la teoria
dell’evoluzione di Darwin, in definitiva, il più forte
sopravvive, questo per tutti gli esseri viventi, vegetali e animali.
Ma ciò vale anche per l’uomo che è dotato di autocoscienza? Il
darwinismo sociale è un fenomeno che come l’eugenetica ha portato
Hitler e tutti i suoi seguaci a creare una super razza, il più
forte sopravvive, hanno preso alla lettera il principio di
evoluzione delle specie di Darwin, ma questo fenomeno non si è
limitato solo al periodo fascista, purtroppo al mondo c’è tanta
gente che attraverso questa dottrina mostruosa cerca di annientare i
deboli e calpestare la dignità di una persona con sani principi
morali.
Cercare
di riassumere con l’esempio che l’uomo, come essere dotato di
consapevolezza e di morale, non può
essere inquadrato secondo l’evoluzionismo di Darwin, in
quanto essere molto complesso per le sue unicità esistenziali:
coscienza, consapevolezza, libero arbitrio ecc. Insomma è l’uomo
che può cambiare se stesso non l’evoluzione. L’uomo
si distingue dal resto della natura vivente. Cosa ne pensa il
darwinista sociale quando si parla di tanta gente che costituisce
associazioni umanitarie come l’UNICEF, L’UNESCO, L’OMS, LA
CROCEROSSA INTERNAZIONALE, IL WWF, AMNESTY INTERNATIONAL, ecc, per
aiutare i più deboli?
MAPPA
LA
VITA E’ UN CASO?
Storia
evolutiva del nostro mondo
Prendiamo
in considerazione i tempi di evoluzione dei quattro grandi regni
della natura, il regno minerale, vegetale, animale e umano,
nell’arco dell’intera evoluzione sulla terra. Se l’età media
dell’universo è di 15 miliardi di anni e l’età della terra è
di 4,5 miliardi di anni, possiamo considerare, con buona
approssimazione, che il periodo evolutivo del regno minerale, o
evoluzione atomica, dal BIG BANG
all’apparire delle prime forme biologiche sul nostro
pianeta, sia durato circa 11 miliardi di anni. L’evoluzione
biologica cellulare dalla prima cellula al primo multicellulare è
durata circa 3 miliardi di anni. L’evoluzione dei multicellulari
dal primo vermino acquatico ai primati, è durato solo 700 milioni
di anni e l’intera evoluzione umana
30 milioni di anni.
Se
l’evoluzione fosse casuale dovremmo
assistere ad un progressivo allungamento dei tempi, se l’intera
evoluzione atomica è avvenuta in 11 miliardi di anni,
statisticamente l’evoluzione casuale degli unicellulari avrebbe
richiesto tempi migliaia di volte più
lunghi. E se, comunque, il primo unicellulare procariota
( senza nucleo ) impiega circa due miliardi di anni per evolvere ad
uno stadio di maggiore complessità come la cellula eucariota ( con
nucleo ), il tempo per evolversi fino ad animale complesso
multicellulare, ossia formato da un insieme estremamente complesso e
finalizzato di miliardi di cellule, sarebbe dovuto essere di gran
lunga superiore, mentre è di gran lunga inferiore. Perché
questo paradosso evolutivo?
Breve
storia dell’uomo.
“
La domanda che spesso ci poniamo è la seguente: la nostra linea
evolutiva è la sola in grado di condurre ad esseri con intelligenza
e immaginazione simili o persino superiori a noi? Potrebbero alcune
scimmie superintelligenti dare inizio ad un’altra linea evolutiva
che sia simile o persino prevalga sulla linea degli ominidi? La
risposta deve essere no!”
Questo
è quanto afferma John Eccles, premio Nobel nel 1963, uno dei più
prestigiosi scienziati e pensatori del nostro secolo, in un
bellissimo libro “ Evoluzione del cervello e creazione dell’io
“
“
L’evoluzione degli ominidi è collegata a progressi evolutivi
minimi di piccoli gruppi isolati e differenti nel patrimonio
genetico. Inoltre per ogni nuova specie ci vorrebbe un periodo di
separazione dal resto della popolazione immensamente lungo,
centinaia di migliaia di anni. Simili condizioni non possono più
essere riprodotti sul pianeta terra a causa dei sistemi di
comunicazione! Infatti, persino nella passata evoluzione degli
ominidi, questo processo è accaduto una volta sola e
successivamente per milioni di anni fu subordinato ad una piccola
popolazione, con il pericolo dell’estinzione sempre presente.
Cosi
la storia dell’evoluzione degli ominidi sul pianeta terra,
raccontata in questo libro, è unica e non si ripeterà più. Homo
Sapiens Sapiens non deve temere la comparsa di rivali.”
Cronologia
evolutiva dell’uomo:
1)
I fossili più antichi dell’ordine dei primati sono
rappresentati da denti che risalgono a 80 milioni di anni fa.
2)
Piccoli arboricoli sono stati identificati a partire da 65 – 40
milioni di anni fa.
3)
Gli attuali discendenti di queste proscimmie sono probabilmente le
Topaie.
4)
Nei giacimenti El Fayum del deserto egiziano ci sono fossili della
super famiglia Hominoidea, circa 30 – 35 milioni di anni fa
“ Aegyptopithecus “.
5)
Le Dryopithecinae erano scimmie antropomorfe risalenti a circa 30
– 12 milioni di anni fa – diretto discendente dell’uomo –
6)
Ramapithecus è datato 12 – 14 milioni di anni fa.
7) Tra 8 e 4 milioni di anni fa c’è
un’interruzione di testimonianze fossili.
8)
La maggior parte di fossili di ominidi sono stati ritrovati in
Africa ( kenia, Tanzania, Etiopia ).
9)
Australopithecus vissuto circa 3 milioni di anni fa si divide in
robustus e gracile ci sono stati vari ceppi dell’Australopithecus
vissuti in Sud Africa, Etiopia, Tanzania, la specie
Robustus si estinse mentre la specie Gracile ha dato origine
all’Homo Habilis.
10)
Homo Habilis comparso circa
2,5 anni fa, si modifica fino a circa 1,6 milioni di anni fa, dopo
vi è una stasi di circa 900.000 anni,
e quindi si verificò la trasformazione “ saltazione
“ che portò ad un successivo e notevole avanzamento evolutivo
dell’Homo Erectus.
11) Attraverso la conformazione cranica si è
stabilito che Homo Habilis avesse sviluppate già le
aree del linguaggio
12)
Homo Erectus risale ad un periodo compreso tra 0,5 e 1,5 milioni di
anni fa
13)
Gli ominidi di Neandertal, ( Neander si trova in una regione della
Germania ), precursore dell’Homo Sapiens, il suo ciclo evolutivo
inizia circa 120.000 anni fa.
14)
Il passaggio da Homo Erectus a Homo Sapiens Neanderthalensis pare
sia avvenuto esclusivamente in Europa e in Oriente in un
periodo compreso tra 500.000 e 120.000 anni fa.
15)
Homo Sapiens, circa 60.000 anni fa.
16)
Homo Sapiens Sapiens, circa 30.000 anni fa.
La
cronologia dei ritrovamenti degli antenati dell’Homo Sapiens
Sapiens non è continua e completa, ci sono degli anelli mancanti in
questa lunga catena evolutiva. Come Homo Sapiens Sapiens è
diventato tale? Dove e
quando? Ci sono varie spiegazioni contrapposte a proposito della
scomparsa di Homo Sapiens di Neandertal e dei suoi utensili, (
cultura Mousteriana ) e della comparsa di Homo Sapiens Sapiens con
la loro cultura Aurignaciana, ma niente di definitivo.
Homo
Sapiens Sapiens ha invaso l’Europa, ma si è evoluto altrove. A
causa delle capacità superiori di Homo Sapiens Sapiens i
Neandertaliani si estinsero o furono assorbiti. Homo Sapiens Sapiens
derivò dall’Homo Sapiens Neandertal presumibilmente i seguito ad
alcune mutazioni genetiche rapide e progressive in una piccola
popolazione isolata. La grande espansione della popolazione umana
avrebbe avuto inizio nel NEOLITICO quando la vita si basava su
un’economia agricola e sull’uso di piante e animali domestici.
E’ stato suggerito che la popolazione mondiale 25.000 anni fa
fosse superiore a tre milioni.
Altruismo
dei primi uomini.
L’altruismo
per gli animali non esiste, tranne che in casi eccezionali di alcune
specie.Il più forte mangia di più e sopravvive,
non curandosi del più debole, questa è la triste storia della
lotta alla sopravvivenza. L’uomo è un caso a parte, usando
l’autocoscienza può arrivare a essere altruista, ma
a condizione che solo il libero arbitrio prevalga sull’istinto
innato arcaico. Esistono
certamente dimostrazioni di comportamento altruistico nell’usanza
di seppellire i defunti evidenti già negli uomini di Neandertal. Si
può supporre che esistesse la consapevolezza di se stesso e degli
altri come esseri autocoscienti. Da questa consapevolezza potrebbe
aver preso origine la cura per il prossimo, e le usanze sepolcrali
praticate per la prima volta dagli uomini di Neandertal 90.000 anni
fa. I corpi venivano seppelliti insieme a recipienti di cibo,
oggetti, armi e colorati con ocra rossa forse per nascondere il
pallore della morte.
Sfortunatamente
questo è tenuto nascosto dai mezzi di divulgazione di massa, perché
l’altruismo non è un buon prodotto commerciale: tuttavia un
esempio ammirevole è stato rappresentato da Madre Teresa di
Calcutta.
La
vita è un caso?
Cerchiamo
di vedere adesso, passando in rassegna alcuni esperimenti di
autorevoli scienziati, come stanno le cose per quanto riguarda
l’origine della vita, e vediamo come sia difficile passare dalla
materia inorganica alla vita vera e propria con la sua
organizzazione strutturale.
Iniziamo
con un esperimento di Stanley Miller, un ricercatore presso
l’Università di Chicago, che nel 1953 voleva dimostrare
l’origine della vita. Miller prese un po’ d’acqua, metano,
idrogeno e ammoniaca in una ampolla di vetro, sigillò tutto e fece
passare attraverso l’ampolla delle scariche elettriche per
simulare i fulmini primordiali, dopo una settimana trovò che nel
brodo si erano formati degli amminoacidi. “Euforia
generale”. Si pensava di aver scoperto la vita, dato
che gli amminoacidi sono i mattoni della vita. Ma tutto questo si
dimostrò non cosi interessante come si credeva. La materia organica
si trova anche nello spazio, ma non
la vita.
Vediamo
come veramente stanno le cose.
L’auto
assemblaggio casuale delle proteine è reso poco plausibile da
un’altra ragione fondamentale, che non riguarda la formazione del
legame chimico in se, ma l’ordine particolare in cui si legano gli
amminoacidi. Le proteine non sono formate da catene di peptici
qualsiasi, ma sequenze di amminoacidi estremamente specifiche,
dotate delle speciali proprietà di cui ha bisogno la vita. Tuttavia il numero di combinazioni alternative che possono formarsi
da una miscela di amminoacidi e superastronomico.
Una piccola proteina contiene tipicamente un centinaio di
amminoacidi di 20 tipi diversi. In una molecola di questa lunghezza
gli amminoacidi possono disporsi in circa 10 alla 103 sequenze
diverse. Centrare a caso quella
giusta non sarebbe un’impresa da poco.
Dettagli:
il punto della questione.
Le
molecole complesse negli organismi viventi non sono di per sé vive.
Una molecola non è che una che una molecola; non è né viva né
morta. La vita è un fenomeno riconducibile ad un’intera società
di molecole che cooperano a milioni, secondo schemi originali e
stupefacenti. “Non esiste una
molecola depositaria della scintilla della vita”, cosi
come non c’è ancora alcuna catena di atomi che da sola
costituisca un organismo. Anche il DNA, la super molecola biologica
non è vivo. Estratto dalle cellule resta inerte e incapace di
svolgere il suo compito abituale, solo nel contesto di un sistema
molecolare altamente specializzato una data molecola svolge il
proprio ruolo vitale. Per funzionare a dovere, il DNA deve far parte
di una grande squadra, in cui ogni molecola esegue i compiti
assegnati, cooperando con le altre. Le probabilità contrarie alla
sintesi puramente casuale delle proteine sono circa: 10 alla 40.000.
Del fatto che gli organismi biologici abbiano esigenze molto
particolari e che tali esigenze siano soddisfatte, per nostra
fortuna dalla natura si parla almeno dal diciassettesimo secolo; ma
soltanto in questo ultimo periodo, con lo sviluppo della biochimica,
della genetica e della biologia molecolare, il quadro è emerso
nella sua pienezza.
Già
nel 1913 il famoso biochimico di Awrvard, Lawrence Henderson
scriveva: “ oggi possiamo vedere che le proprietà della materia e
il suo corso dell’evoluzione cosmica sono intimamente collegati
alla struttura dell’organismo vivente e alle sue attività;……
ormai il biologo può considerare biocentrico, nella sua stessa
essenza, l’universo”. Henderson era stato condotto a questa
sorprendente posizione dalle sue ricerche sulla regolazione
dell’acidità alcalina negli organismi viventi, che dipende in
modo cruciale dalle proprietà molto particolari di certe sostanze
chimiche . L’aveva molto impressionato anche la maniera in cui,
l’acqua che ha diverse proprietà anomale, è incorporata nella
vita a livello fondamentale. Se tutte queste sostanze non
esistessero, oppure le leggi della fisica fossero un po’ diverse,
cosi da non dar loro queste proprietà speciali, la vita ( almeno
come la conosciamo noi ) sarebbe impossibile. Henderson considerava
l’adattamento dell’ambiente alla vita troppo grande per essere
accidentale, e si chiedeva quale tipo di legge fosse in grado di
spiegare una simile corrispondenza.
L’astrofisico
Paul Davies, scienziato di fama mondiale e scrittore di tanti libri
affascinanti sostiene che se potessimo giocare ad essere Dio e
scegliere i valori per poter determinare la vita a nostra
discrezione manovrando un insieme di manopole, scopriremmo che quasi
tutte le posizioni renderebbero inabitabile l’universo; in alcuni
casi è come se le manopole dovessero essere regolate con enorme
precisione perché l’universo sia tale che la vita vi fiorisca.
In
Cosmic Coincidences, John Gribbin e Martin Rees, astronomi
ricercatori, arrivano alla conclusione che le condizioni del nostro
universo sembrano veramente le sole adatte a forme di vita come la
nostra.
E’
nota anche l’osservazione dell’astronomo britannico Fred Hoyle
secondo cui le probabilità che un processo spontaneo metta insieme
un essere vivente sono analoghe a quelle che una tromba d’aria
passando sopra una discarica fosse in grado di assemblare un boeing
747 perfettamente
funzionante.
La
vita è dunque un miracolo?
MAPPA
CONCLUSIONI.
Abbiamo
passato in rassegna varie discipline della biologia per far emergere
le speculazioni che lo scientismo ci propone come modello culturale
scientifico, abbiamo visto che l’evoluzionismo di Darwin con le
sue ramificazioni esasperate, riduzionistiche e ultradarwinistiche
prendono in considerazione l’uomo solo dal punto di vista
zoologico e sono certamente insufficienti se non completamente
errate a porre l’uomo alla stregua degli animali, le
caratteristiche dell’uomo sono ben lontane da queste facili
affermazioni. Abbiamo visto quali difficoltà ci sono per dare una
risposta all’origine della vita. Ancora oggi la scienza non può
dare delle risposte soddisfacenti a queste domande esistenziali, la
logica dell’uomo rimane ancora una volta insufficiente per colmare
uno dei più grandi misteri.
A
questo punto qualcuno mi potrà obbiettare: e con questi
ragionamenti che cosa credi di aver ottenuto? Forse di aver
“ dimostrato scientificamente
l’esistenza di Dio “. No di sicuro.
Spero
solo di aver mostrato la inconsistenza, anche scientifica, di quelle
teorie che pretendono di spiegare col caso l’esistenza di quella
bellissima armonia che è l’insieme delle creature viventi e
dell’uomo che è l’unico essere a capirla.
Sono
un po' stanco, mentre sto scrivendo c’è di sottofondo una
dolcissima musica di Vangelis che accentua la voglia di comunicare
tutto quello che in questi lunghi anni ho cercato di mettere da
parte; la voglia di indagare, di sapere, di esaminare con cura tutte
quelle cose che non si possono capire se non approfondendo con una
lettura mirata e specifica. Spero almeno di aver trasmesso solo una
piccola parte di quella indescrivibile curiosità che c’è dentro
ognuno di noi e che ci conduce inevitabilmente verso uno dei misteri
più profondi della nostra esistenza, questo mistero che non è
stato ancora svelato né dalla scienza né dalla filosofia, forse
non sarà mai svelato, ma può essere ricercato nella nostra
interiorità, quella parte imperscrutabile che qualche Entità ci ha
regalato per farci riflettere sulla grandezza di questo universo.
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